Giro dei vigneti, la merenda

il 06/11/2013 · Commenti disabilitati su Giro dei vigneti, la merenda

Prima di proseguire col “terzo tempo” del giro dei vigneti d’Oltrepò, facciamo un piccolo riassunto dei dati: 98km, 1750m di dislivello e 5h20 complessive in giro tra soste e foratura, con una media pedalata per me di 26.6kmh, un bel giro non c’è che dire… 21 partenti, 15 arrivati e 13 partecipanti alla merenda degustativa presso l’ azienda flli Guerci, di cui 11 già seduti al tavolo e pronti a brindare, io fuori ad aspettare Andrea M che sta terminando di montare le bici sul portabici.
Stavolta ci sediamo all’ interno del magazzino circondati da scaffali pieni e cisterne, fuori fa freschino ed al chiuso si sta meglio; io ed Andrea siamo gli ultimi a sederci al tavolo, giusto in tempo per il brindisi iniziale con lo spumante metodo Charmat “924”. In qualità di organizzatore mi arrogo il diritto di sedermi a capotavola, facendo la scelta più scomoda che mi obbligherà a prestare attenzione a non urtare il tavolo ma che di contro mi darà l’ opportunità occasionale di aiutare Milena a servire gli ospiti. Lo scorso anno è stata una degustazione molto tranquilla, quest’ anno la differenza numerica si fa sentire e perdiamo un po’ dello spirito intimo del 2012 acquisendone uno più godereccio. La tavola è apparecchiata senza troppi proclami, ma ad ornarla ci sono pancetta, patatine, grana padano e dei bei calici serigrafati indispensabili per ben assaporare i vari vini che ci saranno proposti.

Dopo il brindisi inaugurale segue subito il Bonarda amabile, la bandiera d’Oltrepò abbinata con del salame locale, vino che però non piace quanto la versione ferma che, nonostante sia basata sullo stesso uvaggio, ha un sapore differente che piace a tutti, tanto da farci aprire una seconda bottiglia mentre ci viene spiegato l’ origine del nome “1892” e la passione che quest’ azienda ha per i numeri. Arriva anche il turno del Barbera “Vignole”, un 2008 (l’ anno) che in questa fetta d’Oltrepò ha originato grandiosi vini. La giuria si divide, chi preferiva il Bonarda, chi questo, ma tutti siamo ben contenti di rifocillarci ed assaporare tali delizie tanto da cominciare a patire gli effetti collaterali e ridere per motivi sempre più banali!
Il Pinot in rosso è un vino difficile, non adatto ai novizi della cantina, ed infatti col suo colore scarico ed il suo sapore complesso e speziato non viene tanto apprezzato se non da chi è avvezzo al calice (come il sottoscritto), è più da pasto che da merenda godereccia. Poi Milena chiede cosa vogliamo d’ altro, ma le ricordo che abbiamo completamente saltato i bianchi e non si può omettere il Riesling “Fiorfiore”, sebbene un bianco dopo i rossi ed abbinato ai resti di un altro giovane salame sia una bestemmia enologica, ne richiediamo l’ apertura e lo gustiamo soddisfatti, facendo decollare le discussioni e la complicità di un gruppo che anche in bici si combatte aspramente volendosi poi sempre bene. Le migliori risati deliranti le otteniamo grazie a Mike, fotografato con una buffissima espressione che faccio vedere a tutti e che per pudore non rendo pubblica.

E’ l’ ora dei vini dolci, il Dolcebacco è una specie di Sangue di Giuda che fa 9° ed ha un buon residuo zuccherino che lo rende perfetto da abbinare una stupenda crostata alla marmellata con disegnato un grappolo. Siamo quasi alla fine e qualcuno comincia ad aver fretta di ritornare a casa, ma prima di andare c’è il celeberrimo Moscato che lo scorso anno fece una strage di cuori, ma che stavolta si scontra con le nostre papille (si, le “papille” certo…) ormai fulminate non permettendoci di apprezzarlo al pieno.
La merenda è finita, il giusto epilogo ad un bel giro immersi nei vigneti d’Oltrepò e di un pezzo di piacentino è ormai terminato e ci avviamo a rimborsare il dovuto per esserci saziati a questo banco gioviale, acquistando anche qualche bottiglia come ricordo da stapparci più avanti. C’è chi prende qualche bottiglia, chi 2 cartoni, l’ importante è che tutti siano rimasti molto contenti della qualità ed anche dei prezzi, oltre a percorsi, panorami, strade, gruppo ed organizzazione!
Rispetto ad una Gran Fondo questo mio evento è una cosa piccolissima, ma posso assicurare a tutti che studiare bene un percorso che sia bello, semplice e stimolante non è semplice, come non lo è gestire un gruppo dovendo affrontare gli imprevisti ed i “previsti” di ciclisti che pedalano veramente forte. Sicuramente c’è qualche aspetto da migliorare, ma nel complesso sono contento di come ho organizzato e del percorso scelto che anche ai miei occhi si è rivelato molto interessante come territorio e come difficoltà con le sue 9 salite.

Ci vediamo nel 2014, tendenzialmente sabato 11 ottobre. Non ho ancora deciso l’ itinerario, ma al 90% sarà per la prima volta in senso antiorario.

Questi alcuni commenti che ho ricevuto, più in basso le foto

– Christian: Come sempre giro divertentissimo su un percorso veramente azzeccato, ottima compagnia prima di tutto ma anche dal punto di vista “atletico” non si e’ andati a spasso! Alla fine ero stanco, molto stanco, ma anche molto soddisfatto. Una delle uscite piu’ belle di quest’anno, il grazie va prima di tutto, ovviamente a Pedra che e’ l’organizzatore di queste giornate, e poi a tutti i partecipanti che questa volta hanno superato le venti unita’!
– Boris: grazie Pedra per il super giro. ottima organizzazione! super posti! non un metro di pianura, spettacolo! ottima l’idea del percorso medio (che poi è diventato corto). Bella anche la seconda parte (quello propriamente mangia e bevi!). E grazie anche a Mcolds per la compagnia! E anche ad Elia per la guida del percorso medio!
– Paolo: Grazie, Pedra del bel giro di oggi. Organizzazione impeccabile come sempre, compagnia ottima e buon vino! Mi fa sempre piacere rivedere vecchi amici e conoscerne di nuovi. Quest’anno, poi, sono anche riuscito a pedalare insieme a qualcuno e per me e’ stato già un successo!
– Andrea C: grazie e te e a tutti per la bella pedalata di sabato. Quest’anno il gruppo ha acquistato nuovi (simpatici) elementi e senz’altro il successo è stato il giusto riconoscimento per l’ottima organizzazione. Percorso come sempre suggestivo che ha permesso di guardare molto da vicino i –diversi- colori dell’oltrepò complice anche la variabilità metereologica della giornata. Qualche grado in più non ci avrebbe fatto male, ma è stata la prima vera uscita autunnale con temperature che si sono attestate quasi sempre sui 10 gradi a cui non ero ancora abituato e che ho un po’ patito. Interessante lo sconfinamento nel piacentino (a memoria) caratterizzato da uva a grappoli ancora in vite: l’esperto mi ha detto che sta lì per fare il passito (gli dobbiamo credere??).
– Valerio: rganizzazione: eccellente. Pedalare e simultaneamente compattare e coordinare i gruppi non è cosa da poco. Bravo! Percorso e paesaggio: magnifico. L’oltrepò non ha proprio nulla da invidiare alle più blasonate colline toscane. Compagnia: bellissima. Spero vivamente che ci riuniremo ancora tutti al più presto.  Merenda degustativa: superba. Un encomio alla gentilissima Signora che ci ha accolto. vini: rapporto qualità/prezzo, a mio avviso, ottimo. Unico dispiacere: avere perduto le prime 5 edizioni di questo meraviglioso giro nei Vigneti d’ Oltrepò.
– Elia: per me ottimo giro. bravo pedra. merenda ottimo. vino buono. compagnia divertente.

Mentre Milena spiega e a capotavola si è messo un proprietario dell’ azienda, io fotografo
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Visuale dalla parte opposta con io che faccio il brindisi

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Elia fai il bravo!
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L’ acqua serve solo a sciacquare i bicchieri!
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E’ ora della torta!

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Giro dell’ Oltrepò, parte 1 (Casteggio – Canneto)

il 16/10/2012 · Commenti disabilitati su Giro dell’ Oltrepò, parte 1 (Casteggio – Canneto)

Confidavo nel sole, invece nei primi colli dell’ Oltrepò pavese c’è una densa foschia che limita la visuale a poche centinaia di metri. Non fa freddo, ma nemmeno caldo e la mia speranza è che più tardi si dissolva, anche per questo opto per l’ abbigliamento più leggero che mi farà stare bene in seguito al freddo iniziale.

Siamo all’ azienda viticola Guerci, immersi tra i primi vigneti dell’ Oltrepò di Casteggio in posizione leggermente rialzata rispetto allo scorso anno, siamo in 12 provenienti da Pavia, Milano, zona Cantù, Genova, Parma… e anche dall’ altra parte del paese, partiamo in ritardo rispetto alla tabella di marcia lanciandoci in una discesina che ci porta sulla statale della via Emilia, giusto il necessario per soffrire il clima non certo gradevole. Due chilometri scarsi di piano scaldano la gamba prima di alcuni complicati bivi che ci immettono sulla prima salita, con le lamentele di qualcuno (“come già la prima salita?“) e la mia risposta ovvia “e cosa vuoi, abbiamo pure fatto della pianura“! Il gruppo si sfalda veloce sotto l’ impulso di Andrea C. che mostra le doti del suo fisico asciutto da scalatore, e si divide in 2 tronconi, il primo dei quali sale abbastanza agevole sulle pedalabili rampe di Cà Mazzolino, recentemente riasfaltate che attraversano immensi filari che danno un Pinot Nero spesso insignito dei 3 bicchieri Gambero Rosso. Al bivio di Corvino san Quirico lascio a Marco il compito di portare i fuggitivi sino a Montalto, intanto io aspetto gli altri che stanno salendo tranquilli interloquendo con Massimo, che ormai sappiamo essere un gran chiacchierone anche in salita! Sergio si offre di aspettare i ritardatari ed io mi riaccodo ai 3 “più foresti” del gruppo in un tratto dal tipico asfalto ruvidissimo che termina ad Oliva Gessi. Il panorama sulla pianura, sulla collina di Montalto e sui numerossissimi filari è stupendo, peccato che si riesca a malapena ad intuirlo e che il cielo non sembra aprirsi nemmeno ad un timido sole.
Sergio si riaccoda poco prima del termine e imprime una piccola accelerazione alla quale solo io do seguito, mentre gli altri continuano col loro ritmo da parlata. A Montalto pavese Sergio si ferma a chiacchierare con un conoscente mentre io spiego a Giulio, Andrea V e Massimo qualcosa su Pinot Nero e Riesling, tutti in attesa degli altri che arrivano poco dopo. Elia era con Roberto e mi riferisce che stava salendo piano piano, partito con una bici in acciaio da fine anni 80 avanza a fatica su pendenze mai dure. Dopo un po’ arriva anche lui e ripartiamo raggiungendo il resto del gruppo che ci stava aspettando nella piazza ammirando un timido sole che pare voler dare finalmente una svolta più calda alla giornata.
Qui apro una parentesi: i miei sono giri aperti a tutti, però non banali e bisogna avere comunque una gamba discreta per rimanere in gruppo. Non ci sono problemi ad aspettare chi è più lento, però le attese devono essere contenute entro ragionevoli intervalli e non possiamo impiegare un’ ora in più per una sola persona, quindi mi spiace ma credo che se ricapiteranno occasioni del genere dovrò essere stronzo ed invitare la gente a proseguire da sola. L’ ideale sarebbe di dividersi in 2 gruppi con percorsi di diversa difficoltà, ma bisogna essere in tanti ed anche in grado di gestire 2 gruppi, cosa che al momento non è possibile.

Roberto ci anticipa e svalica da Montalto poco prima di noi, così da riagguantarlo ad inizio discesa ed imboccare un bivio secondario che ci riporterà in pianura. Conto il gruppo e ne manca uno, aspetto ed arriva Giulio che si era fermato per fare acqua, inteso in un altro senso :)
Ripartiamo in discesa su un ripido tratto riasfaltato che corre sul crinale della valle Scuropasso sino a Pietra de Giorgi, mi lascio sfilare e controllo che Roberto non si sia staccato in una delle brevi contropendenze, ma non lo vedo e mi preoccupo fermandomi ad aspettarlo, approfittandone per alcune fotografie. Il tempo passa e non arriva, mi assale il dubbio di non averlo visto e scendo sino in paese contattando Marco che si trova più avanti, il quale mi rassicura del mio errore, così li raggiungo e ci ricompattiamo tutti ed undici, Roberto invece è già ripartito per non attardare il gruppo.
La discesa presenta dei tratti con numerose buche, da Cigognola in poi la strada migliora e costeggia una bella conca di filari nella quale sorge uno stagno, ma noi vi troviamo solo una nebbia fitta che sparisce nell’ arco di 2km, quando ormai siamo usciti dalla collina.

Per un po’ si può pedalare tranquilli su pendenze neutrali, il parziale attraversamento di Broni non causa alcun problema nonostante le rotondine, un semaforo ed il tratto centrale in pavée che ci fa ballare. Roberto ci aspetta al bivio di Canneto, per lui si è fatto tardi e ritorna indietro a Casteggio, noi altri intraprendiamo questa salita pedalabile tra abitazioni e vigne da cui ha origine il “Buttafuoco storico“, vino tipico che può essere prodotto solo in questa zona. Marco mi aveva avvisato, “non provare a staccare quello con la maglia della Garmin, o è un bravo attore o va veramente forte” (Andrea C ndr), non so nè come nè perché ma ci troviamo quasi subito a 20 orari su pendenze che superano il 6%. Spingiamo forte e facciamo selezione, sfrutto un po’ la scia ma la dignità mi impone di affiancarlo e senza mai calare arriviamo a Canneto, proprio quando Andrea sembrava cominciare a patire lo sforzo della tirata o forse a rinunciare alla battaglia, il suo viso denota molta tranquillità mentre io impiego qualche secondo di troppo a recuperare. Chi invece è bello rosso ma che –con mia sorpresa– è riuscito a rimanerci a ruota è Christian, sapevo che viaggia ma rispetto ad Aprile ha avuto un miglioramento notevole!
Gli altri arrivano quasi subito, Elia non si sente bene a causa dei sintomi influenzali e decide di tornare indietro, noi altri 10 dopo una breve sosta scendiamo verso la val Versa lungo una divertente discesa formata da ampi tornanti ed asfalto regolare, il tutto tra un’ infinità di vigneti immersi nella bruma d’ autunno.

Questo racconto sarà piuttosto lungo e diviso in 3 parti, i partecipanti (che ringrazio calorosamente) meritano il miglior ricordo scritto e visuale della giornata in tutti i suoi aspetti!

Che sia andata veramente così? Non si direbbe…

Verso Pietra de Giorgi nella bruma autunnale

Il gruppo a Canneto: da sinistra Christian, Sergio, Andrea C

Il gruppo a Canneto: da sinistra Mike, Marco, Andrea V, Massimo, Paolo, Giulio

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