Un “torrido” Monte Bar (Ticino-CH)

il 30/09/2010 · Commenti disabilitati su Un “torrido” Monte Bar (Ticino-CH)

A leggere tutti questi bei post di Pedra e compagni di avventure si rimane incantati dalla natura, storia e serenità di questi posti meravigliosi e talvolta poco conosciuti. Non potevo quindi sottrarmi dal contribuire anche io a farvi scoprire nuove, semi-sconosciute ed affascianti salite.

Nel corso di questa “corta” (secondo me) “lunga” estate, non sempre, nei giri affrontati dal sottoscritto, avevo a disposizione la mia fidata digitale; posso però offrirvi un paio di avvincenti itinerari.

Nella prima avventura puntiamo a una salita che ho “scoperto” e affrontato l’anno passato in solitaria e che quest’anno volevo percorrere con i miei abituali compagni di pedalata. All’appello dell’uscita di un sabato di inizio luglio sono presenti due vecchie conoscenze del blog, Paolo e Andrea. Il luogo di ritrovo è Porto Ceresio, sulla sponda italiana del lago di Lugano. Un paese turistico ed affascinante a due passi dalla Svizzera. Lasciate le auto quasi in riva al lago siamo pronti per partire. La giornata si preannuncia calda ed..afosa..

Una vista dai primi km di giornata (non di giornata..come si vede…)

Pedaliamo tra chiacchiere e qualche tiratina lungo la sponda varesotta del lago Ceresio passando per Brusimpiano ed arrivando alla dogana di Ponte Tresa/Caslano. Mentre in Italia erano poche le automobili incrociate, in Svizzera siamo lungo la cantonale in direzione di Lugano e Bellinzona…ergo facciamo un pò di slalom fuori stagione e percorriamo tutta la parte quasi pianeggiante del Malcantone. Sopra di noi le belle salite che portano ad Arosio, Cademario e soprattutto la mitica e durissima “Penudria” (lato duro dell’Arosio) che è sempre meglio fare in discesa per chi non fosse troppo allenato.  In prossimità dell’aeroporto di Agno/Lugano svoltiamo a sinistra e ci dirigiamo verso il Monte Ceneri e Bellinzona..senza arrivarci. I miei compagni d’avventura non vedono l’ora di iniziare a salire visto che hanno fatto le ore piccole la sera precedente ed io…gli accontento subito..

A Taverne, pochi km prima del Monte Ceneri, brusca svolta a dx e iniziamo la salitella che ci porterà verso Tesserete nei pressi della partenza ufficiale della salita obbiettivo di giornata. La salita di ca. 4km si snoda per 2 tratti con pendenze anche superiori al 10% intervallati da due tratti quasi piani. Io, da buon navigatore, mi avvantaggio se non altro per poter scattare qualche foto in attesa di essere superato da Paolo e Andrea che confabulano come non mai del più e del meno.

Passando per Vaglio e Sala Capriasca mi colpiscono alcuni edifici, in particolare questa suggestiva chiesa:

Siamo ormai a Tesserete e quindi ci innoltriamo per la Valcolla, una valle che si inerpica dolcemente verso N-E da Lugano e che si può percorrere in 2 direzioni principali. Ad una piccola rotonda, proseguiamo diritti evitando di girare a sx dove avremmo imboccato le dure salite dell’Alpe di Zalto e l’Alpe Davrosio, svoltando poi a sx in prossimità del cartello che indica Lopagno e Corticiasca/Valcolla. Inizia ufficialmente la nostra salita. Da qui sono più di 13km di salita con un dsl non trascurabile di quasi 1100m per una p.m. dell’8%.

Le pendenze si fanno subito interessanti ma per fortuna non abbiamo ancora abbandonato la cantonale della Valcolla… Come spesso mi capita parto a razzo per poi calare progressivamente il numero delle pedalate e infatti dopo aver staccato gli altri due..vengo ripreso. Ricordo a loro di stare attenti perchè dopo qualche km è necessario lasciare la strada principale e prendere il bivio per Somazzo. Nei pressi di una graditissima fontana (per Andrea e Paolo) incrociamo un gruppo di bikers appena scesi dal Monte Bar…da rilevare che saranno quasi tutti loro “simili” che inconteremo lungo la salita e la discesa…poi vedremo…

Ci innoltriamo per il lungo tratto nel bosco, intervallato da qualche bel pascolo e qualche casolare di montagna. Immancabili le farfalle che ci gironzolano intorno e altri meno entuasiasmanti insetti.. Mentre io e Paolo ci avvantaggiamo, Andrea viene su con la sua solità efficacia e ci riprende verso la fine del bosco (era rimasto a chiacchierare con i bikers, lui che nell’animo rimane sempre uno di loro). Appena finisce (o quasi) il bosco, stiamo ormai patendo il caldo e l’umidità in maniera incredibile. Andrea rimane con solo i pantaloncini, Paolo, già dall’inizio salita, si è sbarazzato del casco. Lascio scatenare i due baldi giovani e cerco di salire del mio passo. Li ritrovo alla sbarra dopo Borisio (da qui le macchine non possono proseguire) ed in un impeto di gratitudine… forse per averli portati…in un inferno (ahah) mi alzano la sbarra per farli passare.

Da qui la salita è paradisiaca, siamo in alta Montagna; da un momento all’altro sono scomparsi gli alberi e la distesa di verde sembra infinita. Lungo alcuni tornanti e qualche temibile drittone passiamo accanto alle vere padrone di queste alture, le mucche. Le pendenze sono abbastanzi costanti intorno al 9-11%, in qualche breve tratto quasi rifiatamo al 7%, in altri si raggiungono perfino le pendenze del 14-15%. La troppa umidità non ci permette di gustarci Lugano e il lago omonimo come se fossimo in una giornata limpida, ma l’effetto è ugualmente straordinario.

Andrea ci ha ormai seminato, io e Paolo proseguiamo con la lingua di fuori fino ad una piccola cappella e una fontana nei pressi del’Alpe Rompiago. Da qui dopo esserci riposati 3 minuti e aver fatto rifornimento d’acqua per l’ultimo tratto della salita ripartiamo. La fatica ormai si fa sentire, piano piano ci spingiamo verso i 1600m dell’arrivo..ma a 700m dal Rifugio Capanna Monte Bar, improvvisamente finisce l’asfalto ed è possibile proseguire solo su sterrato. La strada non è messa benissimo per delle bdc ma dopo essermi fermato a quest’altezza l’anno scorso sono deciso a conquistare la cima e provvedo ai necessari scongiuri.

Da qui sarebbe meglio avere la MTB, infatti abbiamo incontrato (quasi) solo bikers… ma con un pò di attenzione.. :

In alcuni punti si slitta, è difficile avere il controllo totale della bdc ma per fortuna non è tutta salita dura e per cui riesco ad arrivare al rifugio anch’io.

Uno degli ultimi tratti di salita sullo sterrato:

Il rifugio. Volete farvi una scorpacciata? Eccovi nel posto giusto!

Cerchiamo di asciugarci in qualche modo e di mettere nello stomaco qualcosa.  Il panorama è come nelle previsione davvero affascinante anche se l’alta percentuale di umidità è ben visibile ed offusca un pò la visuale.

Ammiriamo anche la lunga serpentina scalata, quella casetta bianca (in realtà è grigia) sulla curva è l’Alpe Rompiago:

Il sole è sempre più alto e anche per evitare di scottarci decidiamo di partire per il ritorno che ci vedrà scendere a capofitto dallo stesso versante (l’altro versante è off limits per le bdc ed Andrea si ricorda di averlo fatto in Mtb qualche anno addietro). La discesa del pezzo sterrato si rivela meno complicata del previsto per il sottoscritto, il resto è un piacere. Ci ritroviamo tutti e tre alla fontana del bivio per Somazzo e assieme scendiamo poi di nuovo a Tesserete, imboccando questa volta la strada in discesa che porta direttamente a Lugano. Siamo davvero stanchi, pur pedalando su giri lunghi spesso e volentieri, la giornata è davvero torrida e il passare in centro città di certo non diminuisce il senso di afa perenne. Lugano è però sempre Lugano, ammiriamo lo splendido specchio d’acqua e la cima dei monti circostanti, impossibile non vedere il Monte Brè, che assieme al Monte Sighignola offre degli scorsi incomparabili su Alpi e Prealpi grazie alle loro terrazze panoramiche.

Foto del Brè visto da Lugano-Paradiso (inizio 2010) :

Il percorso di giornata prevede il ritorno a Porto Ceresio da Sud, quindi attraversiamo il ponte di Melide, che taglia letteralmente in due il lago e proseguiamo in direzione Mendrisio. All’altezza di Riva San Vitale imbocchiamo un cavalcavia che ci porta lungo uno dei tratti più tranquilli della zona. Qui in una uscita “normale” si possono tenere medie altissime restando in riva al lago, ma le condizioni climatiche (e la stanchezza) non c’è lo permettono. A fatica riusciamo a darci i cambi e rientriamo in Italia dopo aver superato Brusino Arsizio e la base di partenza della funicolare di Serpiano. 1km dopo la dogana eccoci, finalmente alla macchina! Paolo e Andrea optano per un “mega-gelato” da 5 euro, io bevo a più non posso. Siamo davvero provati, non tanto dal percorso (94km), quanto dal tipo di giornata. Ma siamo decisamente su di giri per la bella sgambata, la salita, i panorami, la natura e (soprattutto) la compagnia!

La prossima “avventura” sarà ancora in terra ticinese, lungo una delle più belle salite alpine.

Fabio

Resoconto del Giro del Mendrisiotto e della Valle d’Intelvi

il 25/04/2010 · 14 Comments

Visioni suggestive dalle terrazze di confine

Non c’è che dire. Una grande e bella giornata di pedalate e di compagnia!

Al ritrovo, tra chi arriva direttamente in bdc e chi arriva in auto, i primi commenti riguardano il tempo che ci ha graziato. C’è il sole!. Nell’ora e mezza precedente il cielo si è aperto e un pallido ma confortante sole fa capolino tra le poche nubi rimaste. Il tempo di prepararsi ed ecco che partiamo..con solo 2 minuti di ritardo! Dopo i primi 5km tranquilli di riscaldamento, il percorso si fa subito nervoso: dopo una breve picchiata giù per la Valmorea e un paio di salitelle più lunghe delle altre, ottime per sciogliere i muscoli ancora addormentati, siamo pronti a salire a Serpiano dal versante di Viggiù. Lascio il “comando” del gruppo agli altri della zona (grazie a Bubby, Markus e Zack). Il primo tratto fino alla dogana di Arzo fa subito selezione, io, Case63 e Tangy gli lasciamo scatenare anche perché sappiamo che ci aspetteranno appena entrati in Svizzera. Ad Arzo, c’è una foratura, panico, noi della rete non c’è ne accorgiamo e svoltiamo a sinistra per la prima destinazione di giornata senza saperlo. Poco male, il resto del gruppo guidato da Tizlook ci raggiunge in prossimità dell’unico tratto un po’ più impegnativo (mezzo km all’8%). Siamo ormai tra due ali di alberi, le chiome sono di un verde sconcertante, meglio non fissarle e pensare agli ultimi chilometri di saliscendi fino alla terrazza della funicolare. Qualcuno (Pedra) rischia di finire addosso a una corriera in quanto non riconosce il classico clacson dei bus svizzeri, ma che ci volete fare? viene dall’Oltrepò .. (il milanese/pavese Case63 da vero musicista fa subito un parallelo desolante con il suono di quelli italiani, manco a dirlo vincono gli svizzeri..). Alcuni tratti della salitella sono ancora umidi per la pioggia del giorno prima e della mattina presto ma non spaventano nessuno, tant’è che finalmente arriviamo alla funivia di Serpiano con ristorante/bar annesso. Dalla terrazza ammiriamo il primo panorama di giornata sul lago.

Siamo nel bel bezzo del Lago di Lugano, davanti a noi Morcote e la salita di Carona, a dx vediamo il ponte di Melide che anticipa Lugano e le sue montagne di contorno, tra cui si distinguono bene il Monte Bré e la montagna obiettivo successivo..

Qualche foto e ripartiamo lungo la stessa strada fino ad Arzo, io mi fermo a fare alcuneistantanee e agli altri tocca aspettarmi (non sarà l’unica volta eh eh).

Scendiamo ancora e verso la fine della discesa svoltiamo a sx per entrare nel caratteristico centro di Rancate e dirigersi verso Riva San Vitale e Capolago, finalmente siamo a contatto diretto con il Lago! Nel frattempo si è unito a noi il mitico Emiliano, ma io da “ritardatario fotografo dilettante” non me ne accorgo neanche, meno male che chiedo a Pedra se abbia sue notizie.. .

Siamo a Maroggia, qui il gruppo degli scalatori parte a mille sulle prima rampe della salita che ci porterà al Monte Sighignola (m. 1320), balcone d’Italia, mentre io e Pedra ci chiediamo dove sia finito Emiliano..salvo poi constatare che anche Case63 e Tangy hanno tirato diritto e vanno verso il Ponte di Melide! Per fortuna tornano indietro (colpa mia e di un gruppo di ciclisti che ci hanno raggiunto e confusi) e saliamo tutti attraversando la paesaggistica Val Mara collegante la Svizzera all’italiana Valle d’Intelvi. In cima al Monte Generoso si può ancora notare diversa neve. La salita si fa subito dura, siamo al 10% ca. e ci aspettano ancora 16km.. Pedra ed Emiliano ci sorpassano a fuoco mentre pensiamo che i primi siano già ad Arogno, dove una volta arrivati riusciamo a rifiatare per qualche km. Manca poco alla deviazione per la Svizzera..quando Pedra buca!! Pare non sia la prima volta in questi ultimi tempi e la sera stessa si appurerà che il problema era proprio il copertone da cambiare. Poco male, mando un messaggio ai fuggitivi per dire loro di salire fino in vetta e non aspettarci a Lanzo d’Intelvi.

Ripartiamo e imbocchiamo una stretta rampetta presso una piccola cascata e ci portiamo verso le dogane (dopo essere passati da una rampa con pendenze di cui non oso neanche pensare la percentuale..). Dogana svizzera: se non sei allenato qui è quasi come essere sul fiume Stige, non l’oltrepassi.. Si parte, una serie di tornantoni e drittoni (che arrivano al 18%, qualcuno dice anche di più) ci portano alla dogana italiana. D’altra parte il dsl residuo tra le due valli non è poco. Sento qualche imprecazione.. ma che volete che sia quel km? Vabbè, le foto sono più veritiere

Il tratto duro è passato. Arrivati a Lanzo e passati per la graziosa piazzetta con fontana, saliamo al Monte Sighignola, la strada ha pendenze costanti tra il 6 e l’8%, quindi regolare e sgombra da auto (come tutte le tre salite). Siamo nel bel mezzo della natura incontrastata delle prealpi e se ne ha la riprova salendo. Questa è zona di escursioni, cinghiali e volo a vela.

Pian piano tutti arriviamo in cima (G.P.M. vinto da Zack, alla sera si appurerà che ha percorso in giornata 217km, fate voi.. ) ovviamente dovendo fare le foto mi tengo in ultima posizione (non che sarei stato molto davanti eh eh) e arrivo in cima per ammirare il panorama e divorarmi un panino con bresaola (che buono!). La vista su Lugano, Malcantone, Tresa (Ita), Valcolla, e parte del Mendrisiotto è sublime anche se il cielo non è limpidissimo e quindi niente Monte Rosa e cime di contorno che pur si intravvedono. Foto di gruppo gentilmente scattata dalla ristoratrice e meno male che ci chiede ma dov’è la macchina fotografica? Risate generali, ovviamente era a riposo nella mia tasca.

In alto da sx: Case63 (sergio), Markus, marco, Bubby (andrea), Tizlook (Tiziano), Gaetano, dinodoc89 (Guido), Pedra, Andrea, Gurzo82 (stefano)

In basso da sx: Zack, Tangy (Fabio), Spurs84 (Fabio)

Fino a Capolago è stato con noi anche:   Andrea Ridley         Lungo il Sighignola: il mitico Emiliano

Qualcuno si mette la mantella, altri vanno allo sbaraglio e ci tuffiamo giù per la Valle d’Intelvi. Il primo tratto di discesa non è dei più semplici dato il manto stradale rovinato dalle copiose nevicate invernali, ma nessuno subisce danni per fortuna. La seconda (lunga) parte di discesa dopo Lanzo d’Intelvi è invece bella e regolare con anche qualche tornante che colpisce positivamente i “forestieri” e un tratto piano. I discesisti si scatenano ma non ho idea di chi sia andato più veloce. Il tempo pare annuvolarsi ed effettivamente il sole svanisce fino a Cernobbio e Como, che raggiungiamo immettendoci sul lago ad Argegno (dall’altra parte del lago parte la nota salita della Colma di Sormano da Nesso) lungo la vecchia statale Regina con le sue ville a picco sul lago (peccato il sole sia momentaneamente sparito, altrimenti sarebbe parso di pedalare in riva al..mare ).

Gli ultimi km di lungolago sono problematici dato il traffico insistente per entrare a Como. Per noi del posto, anche data la morfologia lagunare, non è una novità e sgusciamo tra le macchine fino al ponte ferroviario dove inizia l’ultima ascesa di giornata, il San Fermo della Battaglia, salita storica del Lombardia. Dopo 300m di ascesa svoltiamo a sx e subito colpisce molti l’assoluta tranquillità della salita che si contrappone al chiasso e al disordine incessante della città sottostante. La salita, anch’essa immersa nel verde di alberi e prati, ha pendenze abbastanza dure e l’acido lattico nelle gambe si fa sentire. Per fortuna sono solo 2 km. La stanchezza crescente evita che il gruppo si frazioni troppo e ad uno ad uno ma non distanti arriviamo in cima. Da qui praticamente è una fotocopia del primo tratto di giornata, lunghi saliscendi percorrendo la “garibaldina” con l’intento di sbucare a Olgiate Comasco per percorrere gli ultimi tre km leggermente in ascesa. Ma qui la sorpresa; negli ultimi giorni hanno chiuso la strada per lavori, poco male, allunghiamo l’itinerario di qualche km verso Faloppio percorrendo le ultime salitelle (l’ultima finisce 200m del ritrovo) sino alle auto. Da qui quelli di casa hanno quasi tutti ancora diversi km da percorrere. E’ tempo di saluti e ringraziamenti reciproci. Gran bella giornata con un ottimo record di partecipanti. Che volere di più?

Grazie a tutti per la splendida giornata, a parte qualche piccolo inconveniente tecnico e di percorso per alcuni (me ne scuso ma tenete voi unite 15 persone che vanno a velocità diverse..). E scusate se la qualità delle mie foto non è eccelsa.

Grazie per i complimenti (da dividere con i meravigliosi posti e gli altri partecipanti), mi fanno enormemente piacere perché vengono da brave persone che si rispecchiano tutte in una passione che sa offrirci emozioni uniche da condividere collettivamente.

Grazie specialmente a Case63 e Tangy con cui ho avuto modo di percorrere molti tratti dell’itinerario, vere persone di classe e compagnia

Grazie a Pedra per l’impegno nel progetto di giriesalite. Senza di lui questa giornata non ci sarebbe mai stata.

Grazie a tutti, ora tutti nel piacentino il 9/5!

Archivi