Col du Turini, 1° parte

il 02/11/2011 · Commenti disabilitati su Col du Turini, 1° parte

11 settembre

Oggi è l’ ultimo giorno in terra Imperiese, dedicato però ad un consistente sconfinamento in Costa Azzurra con l’ obbiettivo di scalare il famoso Col de Turini, reso celebre dal rally di Monaco grazie ai suoi tornanti ghiacciati, ma comunque ciclisticamente appagante in quanto sfiora le Alpi partendo dal mare. La camminata serale sui ripidi vialetti di Dolceacqua è stata un toccasana per le gambe, che quasi non sentono la fatica dei precedenti giorni, la partenza scendendo lungo la val Nervina poi è l’ ideale per iniziare bene un giro con un giusto riscaldamento.

Alle porte di Ventimiglia raggiungo un ciclista francese, le mie scarse conoscenze della lingua d’oltralpe si rivelano provvidenziali per instaurare un semplice dialogo necessario a capire che anche lui sta andando verso Mentone e che può farmi da guida. Senza di lui probabilmente avrei preso le strade peggiori, lunghe statali in galleria ottime per le auto, pessime per le 2 ruote, invece così allunghiamo verso la costa pasando nella parte vecchia del paese con vista mare, qualche dislivello e sicuramente meno ingorghi. Raggiungiamo un’ altro ciclista transalpino, io rimango di poche parole (per ovvi motivi…), ma noto un comportamento che giudico antipatico, noi italiani comunque cerchiamo di fare gruppo o almeno ci sforziamo per un gesto di saluto, superato il confine invece non si prendono quasi in considerazione, ognuno va per conto suo. Superiamo la dogana e dopo un po’ alti palazzi ci circondano sulla destra, siamo a Mentone e questa città ha tutto del grande nucleo abitato, comprese le strade a 4 corsie. “Pouvon nous passer avec le rouge en France?” (Possiamo passare col rosso?), ma la risposta è no, “pas comme en Italie” è la mia controrisposta che riceve l’ apprezzamento del mio occasionale compagno.

Mi faccio spiegare quale sia la strada per Saint-Agnès, quindi ci salutiamo e proseguo sperando di trovare il cartello di indicazioni, ma quando comincio a salire in maniera decisa mantenendo il mare sempre sulla mia sinistra capisco esserci qualcosa di sbagliato, infatti ora mi trovo a Cap St.Martin e tornare indietro e sperare di trovare il bivio giusto non è tra le mie ipotesi. La prima idea è “fanculo il giro, vado a Monaco” (pensato con quel misto di rabbia e rassegnazione che la parola fanculo rappresenta), ma poi ricordo di aver comunque studiato anche l’ ipotesi La Turbie, salita che mi riporterebbe sul percorso e che inizia proprio dove mi trovo adesso, allungando di pochi chilometri.
La strada sale in maniera non impegnativa, la pendenza costante al 6% mi permette di ammirare il paesaggio brullo e roccioso delle Alpi che qui si buttano nel mare, davanti a me vedo uno dei tanti pedalatori che si avventurano in zona e lo raggiungo, con mia sorpresa… è lo stesso che mi ha accompagnato sino a Mentone! Gli racconto di aver sbaglato strada e lo risaluto, il giro è lungo e vorrei tornare a casa ad un orario decente. In prossimità di un bivio mi fermo per delle fotografie, sotto di me svettano enormi grattacieli che danno sul porto pieno di yatch di lusso: è il principato di Monaco, un giorno voglio pedalare lì! Risupero ancora il compagno di viaggio, “c’est trop beau, j’ai fait des photos” e dopo un po raggiungo La Turbie, paesone in montagna poco distante dal mare di Montecarlo.

Alla fontana di La Turbie sembra esserci un raduno ciclistico, alcuni sono italiani e come me stanno andando al Turini passando per “l’ altro” versante, quello “francese”. Li seguo, rallentiamo subito perchè uno ha dimenticato la borraccia, poi pedalicchiamo a ritmo pensionistico lungo un falsopiano sulle rocciose prealpi della Costa Azzurra fino a raggiungere Peillon, arroccato sui monti con particolari formazioni rocciose solitarie raggiunte solo attraverso un ponte tibetato. Gli altri hanno molti dubbi al bivio di L’Escarene, c’è un cartello in entrambe le direzioni e non sanno se il versante che vogliono affrontare sia completamente asfaltato, cercano invano di fermare automobilisti che salgono da quella strada (se salgono sarà tutta transitabile, no?) e alla fine si buttano all’ avventura, avvisandomi del rischio a cui andavo incontro. Nella direzione opposta salgono ciclisti come noi, questa è una strada unica che segue la mezzacosta di una piccola valle secondaria passando da un versante all’ altro, se salgono è perchè è tutta transitabile, ma nel dubbio chiedono. Quando poi si fermano ad un bivio che pareva ovvio a me scatta la molla e continuo per conto mio, considerando che abito a quasi 3 ore da Dolceacqua non posso perdere un quarto d’ora in discesa e fermarmi ad ogni biforcazione! Discesa tra l’ altro stretta e brutta con diverse buche e alcuni incroci pericolosi con altri veicoli nella direzione opposta.

Sono giù, L’ Escarene arriva subito e con esso l’ inizio del Turini, segnalato da cartellonistica che riporta altitudine e pendenza del chilometro successivo. L’ inizio è veramente dolce, poi finalmente si comincia a non scherzare più e devo forzare per salire, non ho il contachilometri (fuso su una lampadina nel tentativo di deumidificarlo), ma mi sembra di andare abbastanza spedito su queste pendenze comunque pedalabili. Il panorama si è addolcito, invece di roccia ora sono circondato da valli più rotonde e soprattutto tanti calanchi sui quali crescono a fatica arbusti e cespugli.
A Luceram, affascinante borgo, prendo l’ acqua e studio la cartina, davanti a me c’è un bivio ed entrambi portano al Turini con gli stessi chilometri, capisco che sono 2 versanti paralleli e decido di proseguire sulla strada principale, quella più calanchiva e forse più facile, tranne un tratto di 3km che mi mette alla prova con punte del 10%, superate senza troppi patemi se non per un po’ di fame, dato che dall’ inizio dei giro ho mangiato solamente una brioche. Mi spiace per la foschia, se potessi vedere il mare avrei la giusta emozione da questo giro, ma anche così va bene.
Mangio una bustina di zucchero nell’ attesa di trovare qualcosa di più sostanzioso al passo, intanto le pendenze si sono mitigate e pedalo praticamente in falsopiano con occasionali viste sulle Alpi marittime che spero di godermi appieno una volta giunto ai 1607m del col de Turini. Purtroppo in cima la 2° speranza viene delusa, sono circondato da boschi e le montagne vere sono nascoste. Allora mi preoccupo di trovare del cibo e … di un altro grosso dubbio che mi attanaglia, ma di questo scriverò nella 2° parte!

In spiaggia a Mentone, una foto simile mi ricorda l’ incredibile giro della val Tanaro

Principato di Monaco

Peille, sulle rocciose prealpi della Costa Azzurra

Sto salendo sul Turini, il panorama prevalente è questo

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