Giro dei vigneti, primo racconto

il 21/10/2013 · Commenti disabilitati su Giro dei vigneti, primo racconto

Mi sveglio ed accendo il telefono, è un attimo che mi arrivano 3 messaggi consecutivi da 3 milanesi che mi chiedono lumi sulle condizioni atmosferiche, da loro sta piovendo a dirotto e sono titubanti a venire. Guardo fuori dalla porta e non vedo l’ ombra di una nuvola, quindi li richiamo per aggiornarli sul meteo e scoprire che due coppie sono già in viaggio, mentre un terzo gruppetto si è rigirato nel letto, vorrà dire che sarà per la prossima…

Stavolta arrivo in orario ma nel piazzale antistante l’ azienda flli Guerci ci sono già diverse auto parcheggiate con molte persone intente a scaricare biciclette e a prepararsi a questo bel giro, vuoi per un’ organizzazione migliore, vuoi per più pubblicità, ma alla fine faccio la conta e siamo 21, oltre le mie aspettative e sicuramente un bel risultato, augurandomi di riuscire a gestire un gruppo così numeroso. Due anni fa ci sono stati diversi problemi ed eravamo in 17, questa volta mi faccio aiutare da Elia che farà da chiudigruppo e spero fili tutto liscio.
Il nocciolo duro dei “miei giri” è presente quasi al completo, ma ci sono tante facce nuove da conoscere e a cui far conoscere questo territorio. Qualche nuvola rovina i piani e nasconde un caldo sole che ci da sollievo da queste temperature più tipiche di novembre, sarà così per tutto il giorno con massime -secondo me- mai superiori ai 13°.

I primi 800m di discesa sono sempre terribili, ma poi c’è subito la salitella di Mairano (“ma tu continui a considerarla salita?” mi rimprovera Marco) che ci permette quantomeno di scaldare la gamba e di cominciare a fare un minimo di selezione tra chi ha voglia di spingere (Andrea C, Christian, Davide, Celestino, Mike) e gli altri che invece sono più tranquilli. L’ arrivo di Elia certifica che il gruppo è ancora compatto e dopo meno di 5 minuti di salita ritorniamo alla pianura per un chilometro scarso di statale in cui Andrea scalda la gamba attorno ai 30 orari. Ricompattiamo il gruppo a Torricella e ci addentriamo finalmente nel vero Oltrepò viticolo, basse colline in cui la vite domina incontrastata coi suoi colori che stanno velocemente mutando verso quelli caldi dell’ autunno, colline quasi caotiche su cui si arrampicano stradine e si trovano solitari casolari e frequenti mini-frazioni.
Passiamo davanti ad un nuovo microbirrificio ed io faccio caso ad un mio “socio ciclista” in cortile, questo appena prima dell’ imbocco della facile 2° salita di giornata che con stretti tornanti passa sotto al castello e alle colorate abitazioni di Mornico Losana. Ufficialmente Andrea va come lo scorso anno, io scopro subito che sta peccando di modestia poiché mi piazzo alla sua ruota (assieme a Christian) e saliamo a velocità folli anche nel breve tratto sterrato, mi piacerebbe vedere i dati ma credo che la media sia stata sui 23 orari… E pensare che due anni fa dopo 500m alla stessa velocità mi sentivo forte…
Mi devo riscaldare, fa freddo” è stato il suo commento, il mio preso dall’ affanno invece chiede se sia il caso di dividersi già ora in due gruppi, ma arrivando tutti alla spicciolata con piccoli distacchi, con Elia a chiudere il gruppo assieme a Boris a cui era caduta la catena, decidiamo di non decidere.

Riprendiamo in discesa, per me è bellissimo il colpo d’occhio di tanti ciclisti scendere dal pallone del campo sportivo di Mornico sino al bivio, peccato non poter fermare il momento in un’ immagine. Siamo già al 3° colle in cui ci diamo meno battaglia, saliamo decisi ma senza eccessi e ci fermiamo in piazza a Pietra de Giorgi dove qualcuno ne approfitta per mangiucchiare ed altri per bere. Anche qui chiedo se sia il caso di dividerci tra gruppo del “lungo” e gruppo del “medio”, ma alla fine rimandiamo ulteriormente perché il gruppo è abbastanza omogeneo e le attese cominciano ad essere lunghe solo per noi 3 davanti che stiamo facendo un ritmo veramente alto.
C’è ancora un pezzo di salita, poi scopriamo un’ altra delle caratteristiche tipiche dell’ Oltrepò, e non è il castello di Cigognola che da sull’ infinita pianura padana con sguardi che superano i grattacieli di Milano arrivando sino al lago di Como, nemmeno quella fantastica conca viticola a ferro di cavallo che racchiude uno stagno appena sopra al livello della campagna, ma si tratta delle tipiche buche e strade rovinate che ci fanno vibrare nel primo tratto di discesa.
Si uniscono a noi altri due ciclisti pavesi, Alberto ed Isabella, che ci accompagneranno sino all’ imbocco di Montù, noi ci fermiamo al bivio per Broni e nell’ attesa qualcuno ne approfitta per alleggerirsi. Broni è un paese da 8000 abitanti circa ed il suo attraversamento nella via principale in pavée non ci causa problemi nonostante il numero non propriamente esiguo che forma il gruppo.

Davanti a noi c’è ancora salita, lo scorso anno la battaglia è partita da qui e Marco vuole replicare con un feroce scatto a cui solo io ed Andrea replichiamo, scatto a cui desiste lasciandoci soli col nostro ritmo fortunatamente sotto i 20 orari sino a Canneto, recuperando altri che nel frattempo si erano avvantaggiati. L’ Oltrepò viticolo è così, un susseguirsi di salite e discese pedalabili con dislivelli mai elevati, ma che prese in sequenza sanno fare molto male. Decidiamo di proseguire ancora tutti assieme, una larga ed agevole discesa ci riporta in val Versa dove Alberto ed Isabella ci salutano, ed in men che non si dica siamo già alla 5° scalata odierna di Montù Beccaria da nord, una strada che inizialmente sale mantenendosi parallela alla valle e che poi presenta alcuni ampi tornanti, con un trattore che prima rischia di tagliarci la strada e che poi non riesce a raggiungere il sottoscritto che sta tenendo senza troppa fatica le ruote di Christian ed Andrea, che a loro volta non sono al 100% (ma direi almeno al 95%), con Mike poco più indietro. Mi fermo alla rotonda e mando tutti a “quel paese” sulla destra, cioè Montù Beccaria, avvisandoli di fermarsi più avanti. Una volta che passa San Elia (che sta lottando col raffreddore e che sta scortando una ragazza in giornata “no” ed il suo compagno) mi avvicendo anch’io e ritrovo tutti davanti al bar poco avanti allo scollinamento. Quella coppia dotata di Garmin decide di proseguire per farsi poi riassorbire, noi ne approfittiamo per addentare un qualcosa (salamini esclusi, vedi foto in fondo!) e poi ripartiamo rimanendo sempre circondati dal solito panorama di basse colline coltivate a vite, frazioni ed improvvisi paeselli, ma d’altronde si chiama “giro dei vigneti” mica per caso!

Gli attimi di riposo si contano in centinaia di metri, quelli che separano la breve discesa da Montù a Braccio e l’ inizio della lunga -rispetto alla media odierna- scalata sino a Torrone di Rovescala, una strada che con larghi tornanti prende velocemente quota tra ripide collinette per poi continuare in maniera alternata a salire mantenendo la cresta della collina, con un passaggio per Rovescala ed altri strappetti su cui rimaniamo sempre davanti in 3 e con Mike che ci tiene per un pezzo per poi staccarsi leggermente. Mi arrivano delle chiamate di Elia, ma non sento nulla, provo a richiamarlo e ricevo l’ avviso di telefono non raggiungibile, spero non sia successo niente e che non si siano fatti ingannare dal cartello “Vicobarone” che in effetti accorcia il percorso proponendo un muro da cicloalpinismo. Pian piano arrivano tutti, e scopro che è tutto ok, tranne che Francesca non è proprio in giornata e decide assieme a Maurizio di accorciare. Siamo al bivio definitivo ed assieme discutiamo il da farsi: Davide, Celestino, Sergio ed Ettore devono tornare indietro e scelgono quindi di scendere a S.Maria della Versa, Boris, Paolo, Elia e l’ altra coppia deviano sul percorso medio, mentre Federico al suo primo anno di bici si sente bene e continua sul lungo con noi. Faccio la conta e siamo rimasti in 12 ad avviarci verso lo sconfinamento nel piacentino.
(CONTINUA…)

Il gruppo si appresta alla partenza

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Il primo panorama della giornata (rovinato da qualche byte corrotto)oltrepo_2013 003

Salendo verso Mornico Losana

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Boris ed Elia chiudono il gruppo

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Siamo a Montù Beccaria…

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…ma i salamini sono già finiti!

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