Stage in alta val Ceno (PR): il preludio

il 09/06/2010 · 1 Comments

Ci aspetta un bel weekend di salite in quel di Bedonia (PR), un paese in alta valle Taro, dove gli Appennini si alzano definitivamente sino a sfidare le Alpi (senza però riuscirci). Ma Bedonia è città in confronto a dove io e Marco siamo diretti, cioè in una frazioncina di Anzola, ad almeno 15 minuti ed un passo dal paesello più vicino.
Il viaggio in auto sino alla casa di montagna di Aresius e fratello è lungo, l’ autostrada scorre veloce, da Piacenza risaliamo tutta la val Nure sino a Bettola, dove i punti salienti del giro della Coppa Piacentina scorrono via veloci, ricordo bene quei ponti verso il passo Cerro o per quel muro a Ponte Oglio. Una lunghissima salita, faticosa pure in macchina, ci porta al passo del Tomarlo a quota 1500m, dove nonostante la quota il finestrino aperto non da fastidio. 150 minuti dopo la partenza da casa mia, eccoci finalmente insieme a Roberto e Giulio.
Sistemiamo le cose in casa, e via con un pranzo molto abbondante in previsione dei 4400m di dislivello divisi inequamente tra i due giorni. Oggi è la volta dell’ itinerario facile, 58km e 1400m di dislivello.
Nubi minacciose ci lasciano dubbiosi, ma secondo Roberto il peggio arriva sempre verso le 14, ed ormai sono quasi le 15, quindi si parte! Primi metri in netta discesa, una sensazione che non ho mai provato prima, ma dopo un km ecco la pioggia. Alzo le braccia sconsolato, ma si prosegue, ciclisti del nostro km non si fanno spaventare da una leggera pioggierella che smette 1km dopo.
Dopo i primi km di riscaldamento inizia la prima salita, il colle dei Morti, che prende questo nome dopo che 2 persone sono morte fulminate ad inizio secolo. Un buon auspicio considerando le nubi nere che ci circondano! L’ asfalto è a tratti bagnato, noi partiamo con un patto di non belligeranza in previsione del giro di domani, ma io seguo Aresius, Aresius segue me, e sulle costanti pendenze all’ 8% e sulle sporadiche buche normali per noi oltrepadani Giulio e Marco si staccano. Poco dopo anch’io decido di non forzare, i polmoni comprimono lo stomaco ancora troppo pieno!
Arriviamo tutti in cima in un intervallo di 2 minuti, con sorpresa apprendo che entrambi hanno migliorato i loro record sulla salita, anche se poi scopro che non erano record molto attuali. Non male come inizio però, 5km all’ 8%!
Ora scendiamo, ad un certo punto sento il rumore di una grossa foratura dalle retrovie, mi giro e sembra tutto ok ma Marco ci richiama. Inizia a questo punto la salita più dura: i copertoni sono duri e ci vogliono le dita di acciaio di Roberto per farcela entrambe le volte. Entrambe, perchè dopo aver montato la camera d’ aria di scorta non riusciamo a gonfiarla. Le pompette sembrano andare, ma l’ aria non entra. Giulio voleva provare direttamente la bomboletta, ma consiglio di no, anche perchè se non entra l’ aria provarci significa sprecare una bomboletta. Rismontiamo tutto e capiamo che anche la camera di scorta è bucata. Il copertone sembra a posto, montiamo il tutto e grazie alla bomboletta ripartiamo. Per fortuna non gli è successo mentre era da solo.
La discesa è lungo il crinale sinistro del Ceno, un torrente che sfocia nel Taro, una bella discesa con diverse contropendenze. Superiamo il Ceno su un ponte e risaliamo la valle, pedalando rimango sorpreso da quanto siano sperduti i luoghi, ma non avevo capito di non essere sulla statale… A tratti saliamo, e scopro che quella è la salita verso il passo Montevaccà, 805m non difficili tra piani e 6%. 805m d’ altezza, per me quasi montagna… La discesa è stupenda, liscia, larga e ben tenuta sino a Bedonia, dove ci fermiamo poichè sto cercando delle cartine della zona. Ma non facciamo in tempo fermarci del tutto che …. Pfffffffffffffffffffffff… Stesso rumore di prima, stesso problema per Marco. Strano, nel copertone non c’era nulla.
Io e Roberto andiamo nel punto informazioni a raccattare qualche depliant mentre Giulio e Marco riparano la ruota, ancora apparentemente senza problemi. Non oso immaginare cosa avrei fatto io in un caso del genere… disperazioni ed imprecazioni a raffica.
Nonostante tutto ripartiamo, appena fuori Bedonia inizia un’ altra salita verso Tomba (passo dei Morti, Tomba, passo Chiodo, Crociglia… zone darkeggianti!), facile sino ai 2/3, poi sento che comincia a tirare, infatti scoprirò la sera stessa che presenta molti tratti al 12-13%! Marco e Giulio arrivano alla cima tutti sudati, io e Roberto invece siamo più tranquilli e salutiamo le mucche che ci guardano incuriosite ma che si spaventano quando ci avviciniamo.
Ormai è finita, una discesa bruttina ci porta a 150m di salita dalla casa, Aresius scatta per distanziarmi, in fondo lo scatto è il suo terreno e li mi può battere di forza, “ma io ti batto di intelligenza!” gli dico, così che quando credeva di arrivare primo alla piazzetta scatto superandolo di un metro e riusciendolo a battere grazie ad una macchina in senso opposto che tiene quasi tutta la carreggiata.
Doccia e giro a Bedonia per la sera, paese con più bar che persone, che aveva la nomea di 2° paese d’ Europa per consumo d’alcol pro-capite (uhm, il mio posto ideale :D). Anche la fauna urbana non è male, con belle bionde e morettine dal bel fondoschiena! L’ ultima sorpresa di giornata la vedo in cielo, un quantitativo di stelle a cui non sono abituato ammaglia la mia vista.

Domani è un altro giorno, più del doppio di oggi, anche se prima ci organizziamo con Marco che ha scoperto avere il copertone scucito a lato… A domani! (o quando riesco a scrivere).

Il gruppo al passo dei Morti

vista sulla stretta valle in discesa

Vista verso Bedonia

Muuuuu (in linea col passo MonteVaccà)

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