Tripletta Valtellinese, parte 1b (Livigno – Bormio – Sondalo)

il 02/09/2010 · Commenti disabilitati su Tripletta Valtellinese, parte 1b (Livigno – Bormio – Sondalo)

La prima parte del racconto è disponibile qui: http://giriesalite.altervista.org/?p=587

Giovedì 19/08/2010

Siamo alla Forcola di Livigno, dopo aver scalato in precedenza il Bernina. A questo punto ci salutiamo, Massimo torna indietro a portare la macchina in albergo, “fai attenzione ai binari!” gli intimo più volte, mentre io proseguo nel giro di Livigno pensando tra me e me di avergli fatto un favore risparmiandogli 1000m abbondanti di fatica ascensionale. La discesa è un drittone non troppo ripido con il vento a favore, arrivo in un battibaleno ai 1816m di Livigno. E’ sempre bello rimanere in un paese così elevato ma così circondato da montagne, ma il turismo estivo è veramente opprimente e passando in una pista ciclabile tracciata per i tanti che passano le loro vacanze al fresco posso osservare le migliaia di auto parcheggiate ovunque. Opprimente davvero… Mentre filosofeggio sull’ ammassamento di ferro e genti mi nutro con una barretta, l’unica cosa che mangio in tutta la giornata.
Ora mi aspetta il passo Eira, 2210m, una salita dove comincio a sentire la fatica ma che scorre via abbastanza veloce tra traffico e viste sempre più ampie. Una picchiata mi porta a trepalle, guardandomi avanti vedo la cima del Foscagno, la riconosco dai numerosi puntini di colore scuro che capisco essere una fila kilometrica di auto… Spero solo non siano tutti incolonnati, ma anche se fosse pazienza, anzi meglio, così mi divertirò ad irriderli.

Anche il Foscagno non è nulla di particolare, ma ben presto raggiungo la fila e mi sposto a centrostrada suscitando in qualcuno un senso di invidia per me che posso andare, mentre qualcun altro è frustrato da questa lunga attesa. Ad occhio e croce ho sorpassato 250 autovetture. Al passo… passo senza problemi la dogana, ma rimango imbottigliato nella serpentina di auto che scendono come possono sino a Bormio, rallentate da un camper che da tipico italiano non si pone nemmeno il problema di stare rallentando decine di persone, e ancor meno di agevolare loro il sorpasso. L’ agilità della bicicletta in curva è un vantaggio, ma il camper proprio non lo riesco a superare, rimango dietro sino a Valdidentro quando la sua potenza mi stacca sulla strada ormai pianeggiante. Seguo una “scorciatoia” verso Oga che mi permette di tagliare via Bormio, nell’ altimetria ho visto un dentello in questo punto, ma un dentello in un contesto alpino significa almeno 150m di dislivello! Salgo, che altro potrei fare? Seguo per un breve tratto il percorso degli skiroll, che passando sotto la carreggiata mi obbliga ad una brevissima rampa al 24%. Ma arrivo al bivio di Oga in fretta, e mi lancio verso Bormio/Valdisotto.

La strada principale scorre per molti km in galleria e per i ciclisti c’è un percorso alternativo sulla vecchia statale, che imbocco e che non scende, anzi, presenta pure una salita extra, sebbene facile. Sulla destra c’è l’ Adda, e guardando attentamente un monte si capisce quanto l’ uomo sia piccolo in confronto alla natura, quando nell’ 89 un pezzo di Valtellina è franato bloccando il corso del fiume. Dopo qualche facile km finalmente si scende, prima c’è un curvone di 180° lunghissimo tutto in una galleria poco illuminata, poi in un vialetto costruito attraverso i tornanti per evitare dei lavori in corso, in pratica una stradina larga 1,5m al 18%, con 2 tornanti strettissimi.

Sondalo è ciò che scrive il cartello che vedo a fine discesa, ma purtroppo per me manca ancora molto al paese, pedalo e pedalo controvento per altri 5km prima di arrivare al bivio per l’ hotel, ma in un certo senso questo è stato il pezzo migliore del giro, su una strada bella e praticamente priva di traffico, essendo parzialmente chiusa a tutti i mezzi di larghezza superiore al metro grazie al sapiente posizionamento di new jersey in cemento. Non è però finita, ci manca ancora la salita panoramica di Sondalo, quasi 2km scavati nella roccia che ricordavo più duri, ma molto più corti. Per fortuna la crisi di fame è ancora lontana, nonostante abbia mangiato una barretta in tutto il giorno.

Arrivo all’ albergo dove incontro Massimo che si è già lavato, mi lavo pure io, sistemo la roba e vado a mangiare. Quando arrivano a prendere le ordinazioni dico (parole testuali): “posso chiedervi un favore? E’ che sono affamato, potete portarci delle porzioni abbondanti di pasta, e quando pensate che è tanta, mettercene ancora?”.
Richiesta soddisfatta, un etto e mezzo di spaghetti alla carbonara trovano rifugio nel mio stomaco, oltre a secondo e dolce. Soddisfatto della cena!
Dopo usciamo anche in compagnia di Kelios a bere qualcosa, titubanti però sulle previsioni del tempo che danno pioggie probabili per il giorno seguente. Io sono fiducioso, so che quella nuvoletta malvagia sul quotidiano è stata calcolata ieri mattina e che il tempo si è poi evoluto meglio del previsto, ma nel dubbio cominciamo a pensare ad itinerari alternativi, tipo solo Mortirolo o altro. Ma domani è un altro giorno, ed un altro racconto.

Totale di oggi, 115km e 3350m di dislivello.

Panorama sulla valle di Livigno in direzione del lago di Livigno


Quel che si vede al passo Eira


Coda kilometrica alla dogana del Foscagno


Vista sulla salitella Valdidentro – Oga


Bormio dall’ alto, con la valle verso il Gavia sullo sfondo


La frana del 1987, che per giorni ha isolato Bormio. http://www.waltellina.com/problemi/alluvione87/index.htm


Il fiume Adda e il vialotto utilizzabile dai soli ciclisti o pedoni.

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