Val d’Aveto

il 02/10/2010 · Commenti disabilitati su Val d’Aveto

04/09/2010

La val d’ Aveto è nei miei pensieri da anni ormai, ma non ho ancora avuto l’ occasione di esplorarla. Grazie all’ aiuto di Piero Lenti e Roberto Bartoli riesco a tracciare quello che forse è l’ itinerario migliore rimanendo in un range di difficoltà normale. La partenza è da Ponte Organasco, frazioncina della val Trebbia ai piedi del monte Lesima, e dopo un solo km di discesa inizio già a salire verso Cerignale lungo la strada sul crinale sinistro della val d’ Aveto, piccolo torrente che come il Trebbia si è scavato una stretta e scenica valle tra le vette dell’ Appennino.
La salita scorre via tranquilla, la temperatura è quella giusta e la visibilità buona mi permette di ammirare sia il Lesima lassù a 1724m che Corte Brugnatella là in fondo. Dopo il paesino si sale ancora con più discontinuità, ogni tanto si spiana e ne approfitto per guardarmi intorno, il panorama boschivo è tagliato dalla valle e l’ unico spunto di varietà rispetto al manto di vegetazione è dato da paesini aggrappati alle pendici e fuori dal mondo. Supero il bivio per Ottone e proseguo su questa stradina tenuta bene, superando alcuni nuclei abitativi ed una piccola salita ad un passo quasi sconosciuto di cui non ricordo il nome. Una discesa tecnica mi fa abbandonare il crinale lanciandomi nella valle al centro del mio itinerario, dove mi aspetta un asfalto grattugia, che sebbene sia uniforme è talmente ruvido da mangiarsi una parte della mia pedalata fino a Rezzoaglio, paese che sinceramente mi aspettavo più grande.

Riparto salendo verso Santo Stefano d’Aveto, chicca montana dell’ alta Liguria ad oltre 1000m di altezza. La strada continua a mantenersi ruvida, superando varie frazioni una dopo l’ altra sino alla seguente discesa, che avevo già preventivato e che mi fa guadagnare una salita extra al mio elenco. Sulla destra in prossimità di 2 stradine trovo il cartello per il passo Tomarlo, so che la strada sulla quale sono è quella giusta, ma poi capisco dove mi trovo ricordandomi di esserci passato ad inizio estate con Aresius e fratello, per cui avanzo tranquillo sino a Santo Stefano.
Nonostante sia lontano da altri luoghi importanti qui non manca di certo la vita, bisogna stare attenti al traffico prima di continuare verso i 1482m del passo. L’ asfalto riesce addirittura a rendere faticoso il 7% costante di questa strada a 2 corsie, ma ormai anche la fame si sta facendo viva e lo stomaco brontola cibo… In cima fa freschetto, nulla di che comunque, ne approfitto per una foto che mi ha scattato un appassionato di funghi con un cesto trabordante.
Non finisco completamente la discesa, nonostante la fame ho ancora le forze per soddisfare la mia curiosità lungo le rampe di Rocca d’Aveto, dove le “dolomiti liguri” si aprono e si stagliano sopra questa stradina che non condede tregua se non al piazzale della seggiovia sciistica. Mi annoto mentalmente di usare la funivia sino in cima una volta nella vita, e quindi torno indietro a Santo Stefano stizzito perchè mi toccherà spendere per mangiare. Ma l’ arte del risparmio (o della tirchieria) mi appartiene ed entro in un supermercato nel quale con 1€ acquisto focaccia e brioche, che fagocito con tranquillità al parchetto osservando i vecchietti giocare a bocce. E’ bello vedere che non hanno ancora perso questo spirito di comunità, rafforzato dagli inverni tutt’ altro che Liguri della zona.

Ormai leggermente sfamato mi manca l’ ultima nuova salita, che poi scende a Torrio e da li in val d’ Aveto, su uno stradino nascosto da un fitto bosco che ad Ottobre deve essere spettacolare, e che non a caso è una delle salite preferite di Roberto. Il vento di discesa mi sospinge tra le strette pareti di questa nervosa valle, alcuni strappi rompono il ritmo di questa carreggiata tra monti e fiume, che prima prosegue diritta e poi improvvisamente si tuffa in basso con tornanti e curve addirittura scavate nella roccia. Molto bella, ma anche molto lunga, aziono il count down per Corte Brugnatella coi cartelli kilometrici a lato, a -2 sono tecnicamente in val Trebbia, ad -1 invece col 34, ma poi arrivo… finalmente!
Manca poco, oggi non sono energico come al solito ma pazienza, mi manca solo la salita della casa Cantoniera al 5% lungo la valle e l’ ultimo km che non mi permette l’ attimo di relax finale. Un bel cappuccino al bar/ristorante di fronte al piazzale è quello che mi serve prima del ritorno, visto che non si butta via niente mi bevo pure il latte caldo avanzato!

In totale 122km, 2700m di dislivello e 6 nuove salite.

Ponte Organasco, paese in val Trebbia da dove sono partito


L’ abitato di Cerignale con il monte Lesima lassù sullo sfondo


La val Trebbia e Corte Brugnatella dallo stesso punto

Foto ricordo, in fondo il Tomarlo è pur sempre un passo importante


Santo Stefano d’ Aveto


Salendo verso Rocca d’Aveto


La salita della casa cantoniera in val Trebbia, quella finale al 5%


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