In Oltrepò con Emiliano

il 08/12/2011 · Commenti disabilitati su In Oltrepò con Emiliano

27 Novembre
L’ occasione è di quelle che mai avrei pensato di poter raccontare, il mitico Emiliano, profondo conoscitore di tutto l’ arco Alpino occidentale e collezionista di salite oltre i 2000m (se non di passi sterrati che terminano ai bordi di ghiacciai a 3000m di quota) sarà qui a pedalare con me sulle montagnette pavesi che sorgono a sud del Po. Per lui è quasi una violenza l’ adattarsi alle mie basse colline, almeno quanto lo è per me trovarci alle 8:15 a Casteggio per ripetere grossomodo lo stesso giro dei “vigneti d’Oltrepò“.

Il robusto anticiclone rende gelida l’ aria del catino padano, la brina attornia i fossi e un termometro segna allegramente -1°, per fortuna con solo una densa foschia che non desta preoccupazioni. Attraversiamo il mercato ancora semivuoto e cominciamo subito a salire a Mairano, 70m di dislivello che volano sotto le nostre ruote, utilissimi per accumulare quel minimo di calore che ci permette di non congelare nella successiva discesa. Oliva Gessi mostra panorami per me inediti, la parte orientale delle prime colline coltivate a vigna è ancora brinata, l’ altro lato scaldato dal sole produce invece vapor acqueo per sublimazione. In cima ci fermiamo per delle foto, senza prove sarà difficile far credere che Emiliano sia stato qui!
Ai 265m dello scollinamento fa leggermente più caldo, ma in discesa troviamo pure qualche tratto ghiacciato che superiamo con attenzione. Il bello dell’ Oltrepò è che si possono studiare itinerari senza pianura in un continuo alternarsi di paesi e nuove visuali, infatti ora c’è già la 3° salita a Mornico Losana, quella facile che si arrampica dolcemente passando sotto al paese dominato dal castello.
Boffalora o un’ altra salita“? Emiliano non ha dubbi, così dopo una veloce picchiata riprendiamo a salire verso Oliva Gessi, sempre circondati dalle immancabili protagoniste di oggi, le vigne. Questa altura è nettamente più elevata delle precedenti, dai “ben” 430m possiamo già ammirare la cappa di foschia e smog che inonda la pianura e cominciamo a scaldarci con una temperatura quasi decente. La discesa verso Broni ci riporta velocemente alla realtà con freddo e grigio, un po’ di pianura e di pavèe in paese cambiano la pedalata per qualche chilometro prima di quella che è la salita più frequentata dai pavesi: Canneto pavese.

Troviamo “finalmente” un po’ di traffico nel tratto iniziale, ma come usciamo definitivamente dal 3° paese dell’ Oltrepò ritorniamo a pedalare in pace con occasionali scambi di parole od occhiate agli strani effetti visivi che il clima odierno ci regala. La bella discesa verso la valle del vino e dello Spumante, quella del Versa, ci fa finalmente assaporare un po’ di calore prima di un’ altra salita, Montù Beccaria, anche questa con dolci pendenze immerse nei vigneti. Raggiunto il paese abbandoniamo la direttrice Ovest-Est, pedalando finalmente verso le alture più serie che si trovano a sud. Ovviamente serie per il mio punto di vista da amante delle colline, non certo per uno scalatore di razza che però sta gradendo questo continuo salire e scendere.
Manteniamo il crinale ammirando verso est le colline che pian piano si degradano verso il piacentino, sempre più basse e dolci, noi aumentiamo un po’ la quota superando il bivio di Donelasco e scendiamo infine a Santa Maria della Versa dal versante con l’ asfalto migliore.

Entrambi prendiamo la borraccia e beviamo per la prima volta dalla partenza, siamo 2 cammelli anche se io ho bufferizzato alcuni decilitri di h20 prima di partire. Grossomodo siamo a metà giro ed abbiamo ancora 2h40 di tempo, sufficente pure per la deviazione alle orridi di Marcellino. Avviso il mio compare che la successiva salita sarà relativamente trafficata, il passo Carmine è una delle principali strade collinare e sarà normale incrociare 2-3 auto al minuto. Salendo di quota il panorama cambia, i vigneti lasciano spazio a campi e piccoli boschi, superiamo occasionali frazioni disposte lungo la strada e finalmente le quote generali si innalzano rendendo l’ orografia meno dolce. Alla fontana di Montecalvo Versiggia cominciamo finalmente a godere del panorama delle alte quote, il blu Emiliano spunta fuori dal grigio Pedra e il monte Rosa fa capolino dalla immensa cappa di foschia. “Ma così piccolo“? In effetti ha ragione, ma siamo anche abbastanza distanti rispetto al milanese.
Non completiamo l’ ascesa al passo perchè ora ci aspetta quello che alcuni chiamano il “piccolo Stelvio“, che per chi ha avuto l’ onore di scalarlo è un insulto ai mitici stretti tornanti del passo più famoso d’Italia, ma quelle 19 curve a 180° in poco più di 2km di asfalto bello ci esaltano nel disegnare dolci traiettorie verso il territorio Piacentino, con il mio immancabile gioco di parole di Emiliano che inaspettatamente pedala per la prima volta in territorio “Emiliano”. Passiamo a lato del lago artificiale di Trebecco, usato come campo per il tiro a piattello, poi rientriamo in provincia di Pavia per risalire, questa volta veramente, sino ai 610m del passo Carmine, la cima Coppi delle colline viticole.
Mi attardo un attimo per togliere i guanti, fuori dalla nebbiolina fa caldo, ci ritroviamo a metà salita e proseguiamo pari-pari sino al valico dal quale il monte Rosa sembra più vicino, ma soprattutto sembra una grossa isola bianca che galleggia su un mare incolore assieme al suo compare Mischabel. Non si capisce bene, ma sembra di vedere anche il Monviso. Perdiamo quota intervallati da alcune contropendenze, poi a Fortunago abbandoniamo il percorso originale proseguendo verso Schizzola. Il primo pensiero che ho è di aver avuto una buona idea a togliere questo tratto dal “giro dei Vigneti”, sono troppe le buche che ci accompagnano sino all’ inizio della 9° salita giornaliera delle Orridi di Marcellino.
Sono 3km pedalabili, Emiliano finalmente comincia a patire la stanchezza (ma ieri si è sorbito 3000m di dislivello!), ma non c’è nulla di proibitivo e arriviamo ai piedi di questo fantastico fenomeno geologico di arenarie che cadono verticali per oltre 100m. Io rimango ad aspettare sulla strada, ma una volta che si è qui è d’obbligo salire a piedi sino al ciglio e sfidare le vertigini guardando verso il basso. Comincia ad essere un po’ tardi, perciò da Torrazza Coste prendiamo la via più breve per Casteggio superando in agilità l’ ultimo dislivello e con un paio di chilometri di pianura utili per scambiarsi opinioni sulla giornata, fredda e opaca in partenza, calda e colorata quando le quote si sono innalzate, sicuramente dai forti contrasti e con un percorso piuttosto impegnativo per essere Novembre: 100km, 2000m di dislivello.

Il mio compare mi è sembrato soddisfatto, nonostante sia stato lontano dalle sue montagne ha trovato il percorso molto divertente coi suoi continui dislivelli, con panorami interessanti e diverse sorprese, non immaginava che anche delle umili colline potessero regalare tali soddisfazioni!

Ancora avvolti nella foschia fotografiamo le colline da Oliva Gessi (P)

Cigognola vista da Emiliano (che differenza di qualità!) (E)

Emiliano e Pedra alla fontana di Montecalvo Versiggia (E)

Colline e grigiore salendo verso il passo Carmine (E)

Adoro queste foto iper-zoommate. Il Rosa dal Carmine (E)

Le orridi di Marcellino, l’ ultima fatica (P)

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