San Martino a Pentema

il 09/01/2016 · Commenti disabilitati su San Martino a Pentema

7 novembre

Il regime di anomalo anticiclone continua a far presa sull’ Italia ed anzi si è ulteriormente rinforzato rispetto ad una settimana fa, mentre in pianura al mattino fa relativamente fresco sui monti c’è una temperatura forse tipica di settembre, tanto che alla partenza ho ancora l’abbigliamento estivo e dopo pochi minuti mi tolgo pure il gilet leggero per non estrarlo più sino alla riapertura finale della portiera.
Stavolta mi spingo ancora più avanti in questa trasferta, la partenza è a Busalla e l’obbiettivo del giorno è la salita della val Pentemina, mai affrontata sia per la distanza da casa sia per l’asfalto occasionalmente assente. Il cielo nell’ Appennino Ligure è blu, gli alberi gialli faticano a perdere le foglie in vista del sonno invernale e questo caldo sta facendo uscire dal terreno tutta l’umidità accumulata tanto che i tratti in ombra sono bagnati come se avesse piovuto, perciò dovrò fare attenzione ai giochi delle ombre durante le discese magari parzialmente coperte dalle foglie.

La prima salita verso Crocefieschi è stranamente per me inedita, tornanti decisi su un asfalto nettamente migliore di quelli oltrepadani mi portano a questo paese tra i boschi liguri nel quale incrocio un trail-runner con zaino idrico che mi ricorda i piccoli vantaggi di essere quasi fermo con l’attività podistica. La discesa verso la val Brevenna ha un punto con 8 tornanti in 900m, peccato che l’umidità sudata dall’asfalto mi spinge ad una certa prudenza che non permette di divertirmi a dovere, mentre il resto è più rettilineo con un breve tratto bagnato in prossimità del torrente chiuso tra le fila di bassi monti. La seconda salita l’ho inserita principalmente per non passare due volte sulla stessa strada, infilandomi in una straduncola nel bosco attraverso frazioncine come Cavanne e Gorra che sono infilzate da pendenze a doppia cifra in una sede viaria in cui gli occasionali incroci veicolari richiedono ad entrambe le parti di rimanere ben sulla destra. La discesa è della stessa tipologia della salita, con la mia attenzione a non farmi sorprendere dalle chiazze d’acqua e riuscendo a trovare la via corretta in due occasioni solo grazie alla traccia caricata sul Garmin.

Scendo a Montoggio ai lati dello Scrivia, ma ci rimango talmente poco da non rendermene conto sovrastato dall’ ambiente selvaggio della val Pentemina, poco più di un ruscello che ha scavato uno stretto letto tra i monti su cui questa strada si arrampica. L’inizio è asfaltato tra abitazioni e buche, giusto per ricordarmi cosa mi aspetta, ma poi inizia la parte più selvaggia, quella che non ricordavo e che è di uno sterrato veramente difficile, con terra compatta e bagnata e scivolosi sassi incastrati in essa, con qualche canaletto scavato dalle piogge e passaggi in cui è stato difficile rimanere in sella. Non la ricordavo così, per fortuna dopo un ponticello le ruote ritornano a far presa sull’ asfalto, con qualche colpo di troppo dovuto ai sassi o alle buche nascoste dal giallorosso fogliame autunnale. E’ vero che questa stradina insignificante rispetto a ciò che la circonda è asfaltata, ma saremmo veramente oltre al limite della decenza se non fossero così sperduti i posti in cui porta!

Ed il posto più di tutti lontano dalla civiltà è Pentema, paese del 1800/inizio 1900 con case e strette vie centrali costruite tutte con materiale locale: la pietra. Mi fermo e mi avventuro dentro di esso con la bici a mano, ma salire su queste pendenze lastricate è di suo un’impresa e farlo con tacchette e bici sollevata di forza richiede un impegno non indifferente. Visito il paese in lungo ed in largo, passo affianco a delle piccole trattorie in cui i pochi avventori mi inquadrano subito come uno “straniero” per via dell’accento lombardo/emiliano (la R moscia parmense ereditata), discendo una scalinata avvinghiato alla corda passamano, mi invento strane posizioni per mettere il peso a monte, ma ritorno sulla strada in salute per riprendere a salire sino al valico a 1150m. Qui è proprio bello, si vede il mar Ligure col sole specchiato su di esso, con la foschia delle quote più basse e con una temperatura che non mi fa nemmeno usare il gilet in discesa. Non che abbia caldo, ma se il 6 novembre scendo da 1150m in abbigliamento estivo più canottiera allora c’è qualcosa che non va col clima…

Torriglia, capitale dell’ Appennino genovese e punto di incontro delle valli Trebbia e Scrivia, è il posto ideale per riempire la borraccia e per scendere verso il passo dello Scoffera che raggiungo per la via vecchia, una salita pedalabile ed ombreggiata, e quindi ancora ben bagnata nonostante non piova da alcune settimane. Il modo più veloce per scendere a Genova è attraverso la classica statale, ma io svolto a destra per l’ alternativa di Davagna, un lungo falsopiano curvilineo che segue le forme della montagna evitando il traffico, soltanto la parte finale si può definire ‘discesa’ con alcuni secchi tornanti in vista della periferia coi suoi grossi palazzoni che rubano spazio al Bisagno.
Rimango poco in città, davanti a me una lunga e classica salita sino a Creto, con un inizio tra altri palazzi che si inventano spazi in un’orografia nervosa ed una continuazione in un ambiente più naturale sino all’ attraversamento di Aggio, con tornanti molto stretti sollevati da pilastri in muratura. Mi fermo all’ultimo largo tornante per delle foto, la fatica sta cominciando a farsi sentire ma rispetto alle scorse settimane la gamba e l’andatura sono migliori, e svalico quindi a Creto coi vecchi ricordi di quando ho pedalato qui anni fa con Massimo.

Come per tutte le salite che partono dal mare, la discesa dell’altro versante è molto più breve e semplice, l’unica difficoltà è climatica e la trovo ad Acquafredda, al punto di subire per 300m uno shock termico di diversi gradi, prima di ritrovare una situazione gradevole in valle Scrivia. E’ quasi fatta, ma devo pedalare in falsopiano superando Casella e, volendo (ed io voglio), c’è l’ultima salita inedita di giornata, quella di Savignone che ho percorso in senso inverso una settimana fa. La fatica è tangibile con le pendenze che inialmente mi stimolavano ora sono un supplizio che voglio terminare e che finisce al valico verso Sarissola, prima di una breve discesa e dell’ arrivo alla macchina riuscendo a battere negli ultimi metri il partner virtuale caricato sul Garmin, quello impostato per andare sempre a 23kmh ma senza le deviazioni e i bivi mancati, quindi senza i chilometri extra tra errori e Pentema. Voilà la piccolissima soddisfazione nel vedere il mio pallino davanti al suo!

Ed anche questo giro è andato, e chissà se il prossimo weekend sarà ancora così buono (ma pare di si, ed ora che scrivo e che stai leggendo sai già che ci saranno altri racconti). Però la giornata di oggi è stata veramente soddisfacente, tanto che mi premio con brioche e caffè al bar prima di ripartire.

103km, 2330m

E’ autunno, anche se dalle temperature non si direbbe
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La strada di Pentema è spesso in cattive condizioni
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Pentema, dopo una approfondita visita
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Il mare dai 1100m di quota, nella quale si sta benissimo coi vestiti estivi
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Genova da Cavassolo, prime alture verso lo Scoffera
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L’ultimo largo tornante di Creto
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Giro del Tortonese 2012

il 18/03/2012 · Commenti disabilitati su Giro del Tortonese 2012

4° GIRO DEL TORTONESE (AL)

22 Aprile 2012

… un’ avventura nelle terre di Fausto Coppi …

Probabilmente molti di voi che leggono questa presentazione sanno già di cosa si tratta, conoscono i giri che mi piace organizzare in cui cerco di unire l’ aspetto sportivo di un itinerario impegnativo all’ aspetto più turistico dell’ esplorazione del territorio Tortonese tra le valli Curone, Grue, Scrivia e Borbera.
E’ un giro tra amici ad andatura libera, chi vuole può prenderlo come allenamento aspettando gli altri in cima alle salite o anche seguendoci per un solo pezzo, altri invece lo interpretano come passeggiata allenante con un bel dislivello. Non è una simil-gara, ci sono le attese per ricompattare la carovana e forse ci si fermerà in un bar per pranzo, però sicuramente se si vuole spingere c’è sempre qualcuno disposto a battagliare.:)
Il percorso è di circa 100km e 1800m di dislivello, presenta 6 salite collinari ed una settima salitella di 1km. Le strade mediamente sono belle ma non perfette.

Il ritrovo è alle ore 10:00 presso l’ Iperama di Tortona, lungo la strada Tortona-Rivanazzano e Tortona-Garbagna (che in quel punto sono parallele), a 400 metri dal centro commerciale Iper.
Il ritrovo si trova esattamente in questo punto, 44° 54 25 Nord 8° 53 18 Est, nei pressi della “strada vicinale pelosa” di Tortona.
Consiglio l’ uscita autostradale di Castelnuovo Scrivia per chi viene da Milano, Voghera per chi viene dall’ emilia, Tortona per tutti gli altri.
La partenza sarà alle ore 10:30.
In caso di maltempo annunciato sarà rinviato a domenica 29 Aprile. Darò notizia dell’ eventuale rinvio entro Venerdì 20 sera.
Non sono previste soste pranzo, perciò consiglio di essere indipendenti dal punto di vista alimentare. Ciò non esclude di potersi fermare in qualche posto.

ITINERARIO:

Link GPS: http://tracks4bikers.com/tracks/show/16087

Il giro del Tortonese nelle terre di Fausto Coppi quest’ anno insiste particolarmente nella zona collinare a ridosso della valle Scrivia, attraversando alcuni paesi in cui il Campionissimo era solito allenarsi ad inizio carriera e dentro i quali non siamo mai passati nelle scorse edizioni.
Si partirà quasi subito in salita, abbandonando la città attraverso le sue verdi colline parzialmente urbanizzate sino al crinale per Sarezzano, dove termina la salita. Una bella discesa tra vigneti ci porterà a Villaromagnano, seguendo la pista ciclabile saliremo sino al bivio di Castellania, che se vorrete potremo visitare onorando i fratelli Coppi, altrimenti scenderemo a Carezzano per la 3° e pedalabile salita di S. Agata Fossili.
Dopo la discesa ci aspetterà un breve falsopiano con occasionali strappetti dentro pittoreschi frazioni come Sardigliano, dal quale parte una salitella di 1km che svalica verso Stazzano. La successiva salita è la più impegnativa del giro, inizia con punte al 10% e continua comunque decisa, lasciando però anche spazi per rifiatare. Al bivio di Sorli scendiamo in val Borbera per attraversare le famose strette di Pertuso, potendo ammirare il torrente che scorre in basso a destra, poi lasciamo la valle per Dernice, paesino a quasi 600m raggiunto da una lunga e facile ascesa che presenta punte massime del 7%.
Il grosso sarà ormai fatto, qualche chilometro discendente lungo la val Curone è ciò che precede la scalata finale di Montemarzino, la “mia” salita dalla cui balconata è possibile spingere lo sguardo sino a Milano, Monferrato ed imbocco della Valle d’Aosta! Dopo 4 chilometri di discesa ci sarà solo la val Grue, 12 lunghi chilometri prima dell’ arrivo in cui i passistoni potranno dare fondo a tutte le energie organizzando un treno ai 40 orari.
E’ possibile accorciare il giro scendendo a Garbagna da Sorli o da Dernice (4° e 5° salita), oppure evitando la 6° salita a Montemarzino pedalando diretti verso Volpedo/Viguzzolo.

LE SALITE:

Ci sono 6 salite in questo giro:

Sarezzano via Paghisano
Castellania (la prima parte è differente)
S. Agata Fossili
Sorli (sino al bivio Sorli)
Dernice dalla val Borbera
Montemarzino dalla val Curone

LE DISCESE:

Le discese sono tutte in discreto o buono stato, occorre però mantenere un margine di sicurezza che permetta di affrontare le occasionali crepe, buchi o avvallamenti tipici di questa zona. Da prestare attenzione sono i tratti tra S. Agata Fossili e Cuquello e al breve pezzo sterrato dopo Scrimignano (Montemarzino)

I PUNTI DI INTERESSE:

Castellania per i riferimenti storici
Le strette della val Borbera
Montemarzino per vedere la pianura
E tutto il giro in generale, che racchiude l’ essenza del Tortonese e delle terre in cui Fausto Coppi ha mosso le sue prime pedalate

CONTATTI:

Per domande o altro da discutere in maniera privata (esempio il n° di cellulare): [email protected]

 

Sui crinali Genovesi

il 28/06/2010 · Commenti disabilitati su Sui crinali Genovesi

L’ obbiettivo del giorno è semplice: scalare le ultime scalate importanti tra Genova e l’ alta valle Scrivia. Il giro è diviso in 2 parti distinte, la prima prevede la doppia scalata a Cipollina di Castagnola e quella di Bastia, 40km per 1000m di dislivello, mentre la seconda è tra l’ alta valle Scrivia e Genova, 85km per 1550m di scalata.
E’ tutto studiato a tavolino, finita la prima parte ripasserò dalla partenza per la pausa pranzo alla macchina, prima di ripartire per la seconda sezione, più lunga ma anche più facile.
Parto ai miei classici orari (11:30) e dopo 2,5km sono già in salita verso Bastia, frazione sopra Busalla raggiunta da una strada di 4km al 7% senza un rettilineo, una curva continua che prende velocemente quota nel verde Appennino Ligure. La prima parte della discesa ha dei tratti quasi sterrati, ma da buon oltrepadano sorvolo le voragini e le crepe prima di raggiungere Ronco Scrivia, dove seguo la strada senza capire come mai continuo a passare sotto l’ autostrada. Entro in paese e trovo il bivio per la prossima salita di Cipollina che per fortuna è ben visibile grazie ad una buona segnaletica. Mi bastano pochi metri per capire il senso della strada, subito si presenta conun drittone al 12% che si inerpica tra le ultime abitazioni e poi viene intervallato da qualche punto meno ripido sino quasi a Cipollina, dove però non ho ancora finito di salire, infatti da li mi mancano ancora un centinaio di metri di dislivello prima della discesa alla Castagnola.
Alla Castagnola cambio strada ed entro in una provinciale ben tenuta, con poche curve ma da fare in piega estrema, prima di arrivare al bivio semi-nascosto verso Cipollina, la salita più dura di giornata. Mi fermo per togliere il casco e guanti, sebbene non faccia molto caldo la temperatura sfiora i 30° e sudo parecchio, con questo accorgimento limito la perdita di liquidi. Il primo tratto me lo ricordavo più duro, salgo senza fatica sino ad un gruppo di case attraversate da una lingua di asfalto su cui un’ auto deve far manovra per passare. Uscito dal paese capisco di ricordarmi bene la strada, un tornantone ripido e sporco mi introduce in questa parte dal manto stradale invaso dai sassi e dai crateri, sono sempre nel bosco ma le pendenze non accennano mai a diminuire, in tutto sono almeno 800m al 15% medi. Ma sfaticato come sono pedalo talmente tranquillo che quando la strada spiana in prossimità di Cipollina non ho nemmeno il fiatone (e fortuna che posso permettermi di salire al risparmio al 15%!).
Ritorno sulla strada di prima, scendo alla Castagnola con altre pieghe da motociclista e vengo attaccato da una bestia dopo un frontale, un animale che mi causa una dolorosa puntura la quale mi obbliga a fermarmi per controllare. Nulla di grave, ma evitarla sarebbe stato meglio. Un dolce vento contrario mi accompagna sino a Borgo Fornari e Busalla, dove mi fermo per pranzare alla macchina, che scaldata al sole è ormai un forno che ha sfornato un ottimo panino croccante!
Bevo e riempio le borraccie, il duro è fatto, ma il resto non è da sottovalutare. Parto tranquillo in alta valle Scrivia sino quasi a Montoggio, dove noto delle nuvole minacciose verso sud-est. Le irrido, i temporali estivi sono endemici di queste zone di confine e spesso tendono ad andare verso nord, e per fortuna visti i tuoni che sento!
La salita a Creto è di quelle banali, ha come massima un 5%, purtroppo è anche lunghetta… Verso la metà comincio a notare un Sole pallido, mi giro e con orrore noto che il temporalone mi sta seguendo! Confido che non superi il crinale Appenninico, arrivo a Creto e mi fermo nei pressi di un bar, ho voglia di gelato… tanta voglia di gelato… Ma quando vedo distintamente pure il lampo scappo, se aspetto prendo il diluvio, se corro forse mi salvo. La discesa di Creto è molto bella, tornanti strettissimi seguono dei bei drittoni non ripidi, e mi concedo qualche foto tra i tuoni ed il cielo nero. Arrivo a Genova, città tutto sommato vivibile con strade larghe (quelle principali) e poco trafficate. Il cielo nero non sembra diretto verso il ponente, ma questo temporale è ben grosso (scoprirò poi che va da Genova a La Spezia) ed è meglio sbrigarsi. La segnaletica non è un granchè, distratto da una chiesa noto però il cartello verso Trensasco che mi porta sulla strada verso Trensasco appunto, salitella tutta al 7-8% ma con punte dell’ 11% ed una bella vista sui forti di Genova (e delle nubi).
In discesa comincio a sentire 4 goccie, ma la situazione non degenera e riprendo a salire verso S.Olcese, dove mi fermo ad una fontana per riempire la borraccia, ma dopo averla riempita me la bevo tutta d’un fiato! La temperatura a valle è sui 29°, ma sto sudando parecchio. Il resto della salita è semplice, incrocio spesso il percorso della ferrovia Casella-Genova, un trenino più pittoresco che utile che risale l’ Appennino sfidando la gravità e la geografia del territorio. Prima ci passo sopra, poi ritrovo i binari a destra, supero un passaggio a livello, ma un km dopo la ferrovia è ancora a destra… Purtroppo non vedo il famoso treno nonostante gli ultimi km siano in comune con la strada.
A Colletta scendo, i Genovesi in macchina sono tirchi (sono tantissime le vecchie Panda e 500!), ma anche abbastanza coscenti, tranne quelli che si credono padroni della strada senza nemmeno sapere guidare in montagna, o quelle che si buttano sulla carreggiata senza guardare. Arrivo a Bolzaneto, per qualche km ho il vento a favore e soprattutto le nuvole rimangono sulla parte orientale della città. All’ imbocco dei Giovi conosco un tipo (chiedergli il nome? non esageriamo …) col quale affronto la scalata, che pedala bene considerati i pochi km nelle gambe, e al quale faccio pubblicità al blog e ai nostri giri. Ai Giovi ci salutiamo, finalmente corono il mio sogno di gelato prima della scalata finale al Santuario, l’ 8° salita di giornata. Veloce discesa in valle Scrivia e dopo qualche km per poco non passo la mia macchina senza accorgermene.
Rientro con calma, è ancora presto per i miei standard ed il giro è andato quasi alla perfezione, se togliamo 5 minuti persi tra vento contro e poca voglia, e forse altri 5 per altri motivi, sono stato esattamente nelle mie aspettative, non mi sono bagnato, ho fatto esattamente le strade che avevo in mente, addirittura gli occhiali non sono sporchi di sudore! In totale 125km, 2550m di dislivello ed 8 nuove salite!

PS. Il giorno dopo non pago sono partito da casa alle 14:00, ho sbagliato strada ed ho seguito uno sino al Piacentino, in totale altri 131km e quasi 2000m di dislivello tra salitelle collinari e contropendenze!

Il cielo a Montoggio, ma tanto il temporale va dall’ altra parte!

Un tornante di Aggio (Creto), visto dal tornante sopra.

Un controluce non voluto di un forte Genovese visto da Trensasco

Se vi viene mai in mente di rubare in questo caveau, sappiate che c’è l’ allarme!

Il cielo a Trensasco, a quest’ ora sta diluviando verso Torriglia, Scoffera e forse pure a Creto e Montoggio

Una curva della ferrovia di Casella


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