Tripletta Valtellinese – parte 1a (Tirano – Bernina)

il 01/09/2010 · Commenti disabilitati su Tripletta Valtellinese – parte 1a (Tirano – Bernina)

Il progetto è ambizioso, completare in 3 giorni i 3 giri tipici dell’ alta Valtellina, nessuno dei quali presenta difficoltà insormontabili, ma scalare 10000m di dislivello in sequenza è una sfida pure per me che pigro come sono so benissimo come risparmiare la gamba.
—- parte 1: Tirano – Bernina
Siamo in 2, io e Massimo di Genova, ma per lui il programma è leggermente più facile, appena 9000m di dislivello in 300km circa. Dopo 4 ore di viaggio scorrevole arriviamo a Tirano, ci ha rallentato solo qualche coda a Morbegno ed appunto prima di Tirano, ma abbiamo trovato libera pure la tangenziale nord di Milano. Il pranzo è la prima difficoltà di giornata, io non sono attrezzato e per trovare un bar aperto ci sorbiamo un bel kilometro a piedi tra l’ andata ed il ritorno, durante il quale faccio in tempo a finire il panino. Piccola integrazione a base di plum-cake e mentre Maxi si nutre a sua volta io monto le bici.
Il nostro programma è leggermente diversificato, per me il menù del giorno prevede Bernina, Forcola di Livigno, Eira e Foscagno, per Massimo invece “solo” Bernina e Forcola di Livigno, per poi ritornare indietro e portare l’ auto in albergo a Sondalo. Un bell’ impatto con la montagna lombarda, e dire che è il giro più brutto dei 3.

Il Bernina è famoso per il suo trenino rosso, che scavalca il passo collegando St. Moritz a Tirano, ed ha anche la nomea di salita molto bella. Purtroppo in molti considerano Poschiavo come luogo di partenza, ma già per arrivare a questa enclave Svizzera ci sono 600m di dislivello, interrotti da qualche km piano lungo il lago. In totale sono 1900m di dislivello, più dello Stelvio da Prato e quasi quanto il Nivolet. E’ una salita Svizzera, sebbene parta in Italia al km 2 c’è la dogana e poi si continua sempre in territorio elvetico.
Partiamo in leggerissimo ritardo sulla tabella di marcia (5 minuti), ma non è un problema. Mi fermo subito per fare una sosta pipì, poi accelero per ritrovare Massimo subito dopo la dogana in prossimità di una chicane tagliata in pieno dai binari, che scorrono dentro l’ asfalto in modo obliquo rispetto alla curva. Quando li vedo capisco come mai quel tratto ha mietuto tante vittime (i ciclisti che cadono li sono decine), mentre penso a come non farmi fregare, assisto a Maxi che ha un incidente meccanico dentro al nastro di ferro, senza perfortuna riportare gravi conseguenze sia fisiche che meccaniche. Sembra tutto a posto, bici e corpo, a parte una piccola spelatura ed un leggero colpo alla mano. Certo che chi la fa in discesa…
Si può continuare, ma questa salita comincia subito a deludermi: sono a conoscenza della totale assenza di curve, ma la strada è poco panoramica e soprattutto trafficatissima! Va bene che ci siano tante persone, ma essere sorpassati in continuazione da camion è snervante. Si sale decisi, bisogna pedalare forte almeno sino al lago di Poschiavo, dove la strada da tregua sulle sue sponde, passando a lato della maledetta ferrovia che ne sfiora le acque, e che speriamo venga inondata e distrutta a dovere. Sarà anche un patrimonio dell’ umanità, ma quel trenino o lo fanno passare lontano dall’ asfalto, o possono metterselo nel…
Respiriamo lungo il lago, dove però spingo per guadagnare quel minuto che non fa mai male. A Poschiavo iniziamo a risalire verso il Bernina in maniera decisa, i panorami si stanno leggermente aprendo ed il traffico è un filo più sopportabile, nonostante ogni tanto vengo superato da qualche tir o autobus con relativi metri cubi di gas di scarico. Continuo al mio ritmo con l’ idea di aspettare il mio socio al bivio della Forcola, ma nonostante tutto vengo raggiunto da due ragazzi in forma perfetta, che cerco di far faticare aumentando il ritmo e ai quali cerco di rimanere in scia, ma considerato che mi mancano ancora 9000m di dislivello da qui a sabato rinuncio.
Iniziano le curve, finalmente, ma la vista rimane abbastanza anonima, tra vette grigie e boschi ben più alti di quelli Appenninici a cui siamo abituati. Aspetto Massimo dove la strada spiana, il resto della salita lo facciamo più o meno assieme, superando con un po’ di rispetto il bivio per la Forcola, ma dirigendoci verso gli ultimi 300m di dislivello al passo Bernina. Ormai i camion devono curvare spesso, fortuna che la strada larga ci permette di stare tranquilli sino allo scollinamento intuibile tra i monti già un km prima.
Passo Bernina, 2330m, ed UNO! 1900m di dislivello sono già sulle nostre gambe. Piccolo tratto in discesa sino all’ ospizio, cercando quella disgraziata ferrovia che scorre ben più in basso, sulla riva di due laghetti i cui colori contrastano fortemente tra loro. La vista non è male, monti spogli fanno da cornice ad un ghiacciaio che controluce rende poco. Ma non abbiamo troppo tempo da perdere, non ci concediamo nulla oltre alle foto di rito.

Ripartiamo con su la mantellina, non fa troppo freddo ma siamo a 2300m e il caldo è relativo alla quota. Le strade Svizzere sono belle, larghe e tenute con cura, ma hanno tutte il difetto di essere irregolari, piene di mini pieghe invece di essere veramente lisce come quelle Italiane, che di contro presentano tombini 10cm sotto la linea di scorrimento. Sta di fatto che raggiungiamo in fretta il bivio per Livigno, con la salita alla Forcola che sottovaluto prendendola senza togliermi l’ impermeabile.
Il paesaggio è lunare, monti nudi con pareti sabbiose ci accerchiano e ci dominano dall’ alto dei loro 3000m, la strada scorre sgattaiolando nello stretto fondovalle con qualche semicurva sino alla parte finale, dove 2 tornanti ci fanno prendere velocemente quota sino alla dogana Italiana, li dove si apre un nuovo panorama sulla piana in cui sorge Livigno. Sono sudato perso, pensavo fosse molto più breve ed invece la vetta è appena 15m più in basso del precedente passo. Incontriamo pure un tedesco veramente eccezionale che ci mostra l’ altimetria dell’ impresa che stava compiendo, qualcosa con 200km ed almeno 5000m di dislivello. Io sono piccolo nei suoi confronti, ma in fondo anche la nostra “impresa” è degna di nota!

Prossimamente la seconda parte … ed il resto del racconto!
Salendo verso il Bernina.


Lago e ghiacciaio del Bernina, con la ferrovia sulla riva.


Noi due al passo


Paesaggio spettrale alla Forcola di Livigno


La strada che scende a Livigno

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