Giro del Tortonese, 2° racconto

il 28/04/2013 · Commenti disabilitati su Giro del Tortonese, 2° racconto

Dove eravamo rimasti? Ah si ecco, siamo tutti e 9 al valico dopo Sorli, una strada di collina tra val Borbera e Grue a poco meno di 600m di quota, con una bella vista sui monti alessandrini ancora innevati e su altre colline che stanno prendendo colore ai primi caldi della primavera.
Iniziamo la discesa ed ignoriamo (io deliberatamente) la via alternativa per scendere a Garbagna, in quella principale ci accoglie il cartello di frana, ma suppongo di poter passare tranquillamente, come sempre accade quando ci sono delle frane. Arrivati al punto cruciale un cartello di senso unico alternato ci fa ben sperare, ma giunti sul luogo capiamo di essere in una situazione limite, un salto di 20cm consiglia ai più di scendere e proseguire a piedi, solamente io e Sergio rimaniamo in sella ed osserviamo ed aiutiamo un automobilista (con l’ auto piena di damigiane…) ad orientarsi verso Sorli passando per la via alternativa.

A Garbagna non facciamo in tempo a ricompattarci che parte la successiva salita verso la galleria, 2km pedalabili in un ambiente calanchivo ed ombreggiato, in cui arriviamo a sfiorare le pareti verticali prima di entrare nella galleria lunga 300m. Il gruppo si divide e svettiamo in 4 o 5, poi nonostante la proposta di proseguire tranquilli e farci raggiungere, Andrea C si mette davanti e mantiene una buona velocità sino all’ ingresso della val Borbera, dove finalmente ci riuniamo approfittando della sosta per piluccare qualcosa. Davanti a noi ci sono i famosi canyon, rocce dure scavate nei millenni dal torrente che ora formano delle gole profonde con una affascinante strada a mezzacosta. Risaliamo leggermente la valle ammirando il celeste corso d’acqua 50m più in basso, meravigliati da queste improvvise perle geologiche nemmeno intuibili un paio di chilometri fa. Però anche questo tratto è in leggera salita e non so perchè a qualcuno prende lo schizzo di accelerare splittando nuovamente il gruppo, che si ricongiunge poco dopo al bivio della prossima salita, la “Cima Coppi” di Dernice (meno di 600m slm).

E’ una salita che non mi piace in quanto troppo facile per i miei parametri, le punte massime del 7% in un contesto sempre molto pedalabile se non addirittura in falsopiano la rendono poco adatta alle mie caratteristiche di passista-scalatore. Ciò nonostante ha un vantaggio, è una salita in cui si sta bene a ruota, peculiarità che provo appena a sfruttare in quanto delle sensazioni negative cominciano a permeare la mia mente e cerco di conservarmi quantomeno sino a Tortona, perciò lascio lentamente andare la consolidata coppia al comando proseguendo assieme a Michael, scambiandoci il dovere di tirare per l’ altro a seconda della pendenza, aiutato dall’ irlandese passista nei tratti facili e supportandolo quando la velocità scendeva forzatamente sotto i 20 orari.
Christian ed Andrea C. ci aspettano in paese approfittando della fontana, in poco tempo arrivano tutti interrogandosi su domande esistenziali riguardanti la prossima salita che sulla carta è la più dura del giorno, oppure sulla dimensione delle tasche di Massimo che ad ogni occasione tira fuori un gigantesco panino. Ci facciamo anche scattare una poco panoramica foto con un muro sullo sfondo, e poi scendiamo a San Sebastiano su una bellissima discesa con ampi e puliti tornanti, divertenti curve ed un tratto diritto in cui supero i 70 orari.

Il vento verso Brignano Frascata ci è a favore, rimango davanti mantenendo un ritmo tranquillo ai 35, l’ ultimo GPM di 2300m al 9% sarà una vera gara in cui dare tutto e non mi affatico più dell’ indispensabile a dirigere il gruppo. Approfitto furbescamente del semaforo prendendo un leggero vantaggio sul resto del gruppo, ma chi voglio prendere in giro se 300m dopo Andrea C. e Christian mi hanno già raggiunto e non riesco a tenere il loro ritmo. Al km 1 le pendenze si fanno più arcigne e soffro, davanti vedo però i due che stanno prendendo solo pochi secondi e poco dopo, curva dietro curva c’è Andrea che stacca Christian, il quale rimane nel mio campo visivo sin quasi alla fine, mentre il primo va a vincere il più sentito valico del giorno. Al km 2 sono praticamente a Guardia, ma il secondo posto è irraggiungibile e salvo miracoli Andrea (uno dei due vestiti di verde) non mi raggiungerà, per cui rallento arrancando sino al valico di questa frazioncina di collina. Almeno sono sul podio dai :)
Per puro dovere di cronaca la classifica è Andrea C., Christian, Pedra (io), Andrea M, poi mi avvantaggio per scattare delle fotografie dalla cresta verso Casasco da cui si godono ampie viste sulla val Curone e Grue, intuendo tra antenne e paesini il percorso odierno. Non so chi arriva 5° al valico, o Mike o Andrea V., dopo giungono Sergio e Massimo che in uno scatto di orgoglio brucia Marco. Per loro la forma migliore è lontana, ma di sicuro dopo oggi sarà una spanna più vicina!

Fotografo gli altri passarmi nello strappetto prima di Magrassi, poi attardato cerco di recuperarli in discesa riuscendo nell’ aggancio solo dopo Casasco su belle curve che veloci portano in val Grue. Memore dello scorso anno devo guadagnare posizioni all’ interno del gruppo per portare via la fuga buona e compio sorpassi esterni con staccate prima dei tornanti (tutto con ampio margine di sicurezza). Lo stop alla fine della discesa è quasi parallelo alla provinciale della val Grue e con la sua buona visibilità ci possiamo permettere il lusso di non dover rallentare, lanciando al volo la tirata finale verso Tortona.
Quest’ anno sono io a fare il bastardo e a cercare di vendicarmi di Marco e Mike, sorpasso Sergio ed Andrea C. e lancio la sparata con qualcuno a ruota, fatico più del previsto e non riesco a capire la direzione del vento, credevo che fosse favorevole ma la fatica che sto facendo per tenere i 40 e per reinfilarmi in gruppo dopo il mio turno è eccessiva per avere l’ aiuto della brezza. Il primi chilometri volano grazie all’ aiuto dato da Andrea C., Andrea V e Marco, poi ad un certo punto quest’ ultimo rinuncia al suo turno ed il gruppo esplode, con Andrea C. lanciato in solitaria, Andrea V. ad inseguirlo ed io che faticosamente lo raggiungo raschiando il fondo del barile. Qualche buca (ma sarebbe corretto chiamarla ‘voragine’) che occupa tutta la sede stradale ci fa sobbalzare sulla sella ed è a questo punto che alzo bandiera bianca, ho capito che il vento è variabile ma tendenzialmente laterale e la scia fa poco effetto, per cui rinuncio all’ inseguimento pedalicchiando sino a Tortona. Andrea continua da solo, dietro di me passa un treno irlandese che in solitaria ci ha recuperato e riuscirà addirittura ad agguantare il primo fuggitivo Andrea C. Beh, che dire, così come lo scorso anno hanno tentato di fregarci e noi li abbiamo ripresi, quest’ anno ho voluto fare il furbo e ne ho pagato le conseguenze…
Gli ultimi chilometri col vento tendenzialmente contrario sono un supplizio, mi volto ma non c’è nessuno a cui elemosinare un aiuto ed è da solo che arrivo alla partenza… Pian piano arriviamo tutti, ma direi nettamente che se dobbiamo eleggere un vincitore odierno, costui è Andrea C. di Milano, con la maglia da cronoman per Mike.

E’ un peccato doverci separare, quello di oggi è uno splendido gruppo e già studiamo nuovi itinerari insieme. Per me ci sono ancora 11km per ritornare a casa, aiutato dal vento riesco a fingere a lungo di non essere completamente in crisi, ma le contropendenze finali mi svelano la triste realtà, pedalo per inerzia a velocità da passeggiata faticando parecchio e patendo anche conseguenze fisiche una volta arrivato a casa. Invece di lavarmi il sudore di dosso mi metto un attimo a letto sotto le coperte perché ho freddo, mi sveglio alle 90 minuti dopo col gatto sulle gambe… Però dai l’ allenamento è servito!

Calanchi sopra Garbagna
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La frana appieda i più
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A Dernice: Andrea C., Andrea M., Sergio, Mike, Massimo, Andrea V, Stefano, Christian, Marco
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Il Giarolo da Guardia di Brignano Frascata
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Andrea C. svetta primo anche sullo strappetto
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Panoramica su Casasco, Montemarzino e la val Curone

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Giro nel tortonese, 1° racconto

il 20/04/2013 · Commenti disabilitati su Giro nel tortonese, 1° racconto

Non faccio in tempo a pubblicare l’ evento su Facebook che Andrea V. mi risponde con l’ idea di approfittare del giro per fare scorta di vino da Guerci (a Casteggio), guardacaso io ci sto per andare e ne approfitto per prendergli 6 bottiglie. Vi racconto questo preludio perché gli 11km che separano casa dal punto di incontro a Tortona li faccio con 8kg abbondanti di sovrappeso per portare le bottiglie ad Andrea V, ed è per questa fatica iniziale che dico a tutti di pretendere 30 secondi di abbuono complessivi.
Siamo in 9, quella antipatica presa di posizione rendendo questo giro un “allenamento” ha il pregio di aver formato un gruppo abbastanza omogeneo pronto a battagliare sui 2000m di dislivello che attraversano le colline del tortonese e di Fausto Coppi. I primissimi metri sono dentro Tortona città, ma come ne usciamo ci troviamo immersi in un ambiente in cui il verde di inizio primavera domina sovrano, oggi finalmente c’è una temperatura gradevole e per alcuni di noi è il primo giro in maniche corte. Approcciamo la prima salita ancora in fase di riscaldamento, saliamo compatti ma già questo tratto iniziale conferma che la mia condizione non è ai livelli sperati e che per me oggi sarà impegnativo rimanere davanti, ma anche così va bene, migliorare la forma è uno degli obbiettivi dichiarati della giornata. Verso la fine il gruppo si divide, qualcuno rilascia il freno a mano anticipando di poco gli altri che come me sono titubanti a forzare già da subito. Nel successivo tratto verso Sarezzano parlo con Andrea M, compresi i rulli ha 600km sulle gambe ed è pensieroso su come affrontare questa cavalcata di media collina, ma so che è uno scalatore DOC di 56kg e quando si sale va forte e per questo non avrà problemi. Al primo GPM tento di far vincere Andrea V spingendolo, ma non intuendo le mie intenzioni rimane indietro e alla linea Christian è davanti, suoi sono i primi punti di giornata!

Ci tuffiamo nella bella discesa verso Villaromagnano, una via immersa tra vigneti con due divertenti tornanti ed uno strappo che guarda verso la pianura della valle Scrivia, arriviamo compatti e prendiamo subito a risalire spediti la valle Ossona, davanti c’è già chi fa il ritmo mantenendoci sopra i 30 orari. Quest’ anno cambiamo il sottoversante di Castellania, allungando di 1km con un tratto iniziale al 9%, una contropendenza a Montale Celli in cui incrociamo un funerale (toccatina d’obbligo e chi mi conosce sa che ho verificato la superstizione dei carri funebri), quindi a Costa Vescovato ci ricongiungiamo alla strada dello scorso anno con un ripido tornante in cui Marco attacca, e menomale che non era in forma! La miccia è accesa, nonostante le pendenze abbordabili Christian attacca e Andrea C lo affianca, io rimango agganciato cercando la scia più efficente di Andrea C, ma nonostante l’aiuto morale delle vittorie del Campionissimo scritte sull’ asfalto, non reggo questo ritmo esagerato e mi faccio sfilare, arrivando terzo al GPM del “passo Coppi“. Marco ha bluffato e giunge dopo un po’, ma se già ora andiamo così oggi sarà dura, già sento l’ acido lattico nelle cosce…

Non possiamo non visitare Castellania ed il monumento funebre ai fratelli Coppi, perdiamo di vista Mike ricordando le sue ultime parole “pub, Guinnes, birra” e lo cerchiamo allungando lo sguardo, per fortuna ci ha anticipato solo per un “pit stop” lontano da occhi indiscreti. La visita a Castellania è superficiale, ma lo spirito di uno dei più forti ciclisti di sempre riesce a fare breccia quando ammiriamo estasiati le sue maglie e quelle che tanti campioni gli hanno donato per ricordarlo.
Ora scendiamo e al bivio di S.Agata Fossili arriviamo ben compatti iniziando questa salita in cui l’ ambiente circostante cambia radicalmente: fino a 2km fa c’erano colline aperte, campi e vigne, ora siamo occasionalmente circondati da pareti terrose e bosco che regala un po’ di ombra. Ciclisticamente inizia all’ 8% e pian piano migliora, io come lo scorso anno cerco di fare il ritmo senza esagerare, qui stanno tutti buoni ed arriviamo al valico in 6. Sono ormai lontani i tempi in cui staccavo tutti quando volevo… eppure non sto andando piano, la forma c’è sebbene sia da modellare meglio. Vinco il GPM con l’ inganno (e sarà l’ unico della giornata), poi aspettiamo Sergio che ha perso qualche metro e Marco e Massimo che devono recuperare le capacità perse durante l’ inverno. Come dirà giustamente Massimo, “è da tanto che non faccio un giro duro, ma in fondo si può dire che non sono mai stato decimo:)

Abbandoniamo la strada principale per scendere su una bella secondaria immersa in verdi colline, dalla quale ammiriamo Castellania ed il crinale di Albarasca su cui dovremo salire. Non c’è traffico e sembra di essere lontani anni luce dal casino della valle Scrivia, eppure a pochi chilometri in linea d’aria ci sono la ferrovia, autostrada, outlet e diverse industrie… Un piccolo angolo di paradiso con qualche buca di troppo di cui tanti ignorano l’ esistenza. Ci fermiamo in una piazzetta di Sardigliano, frazione attraversata da strette curve che sfiorano antiche case in pietra, prendiamo acqua da una fontana e qualcuno come Andrea M mi interroga su quanto manchi alla prossima salita. Uhm, ci penso un attimo, ad occhio e croce saranno 18m, max 18,5, il bivio è quello, ma chiamare salita quei 1100m al 6,5% è eccessivo. Nessun attacco nemmeno qui, ma non si può certo dire che stiamo pedalando piano…

Questo pezzo tra campi e piante ai bordi della strada a qualcuno ricorda l’ incubo Montebore dopo il pranzo a Garbagna, per fortuna la salita di Albarasca/Sorli è più abbordabile lungo i suoi 11km. Inizia però dura, ricordo che nel 2012 riuscivo ad affrontare le pendenze quasi del 10% a 12 orari abbondanti, mentre oggi i 13,5 non mi bastano per rimanere assieme al duo Christian/Andrea C che aiutati dai loro pesi da scalatore sfuggono al mio controllo. Poi spiana, vedo i due avanti ma rallento un po’ e Andrea M mi raggiunge ed assieme saliamo sino ad Albarasca, discutendo del giro e ragionando un’ attimo su ciò che ci aspetta, cioè metà salita, la galleria, la val Borbera, Dernice, Guardia e la tirata finale in pianura… meglio per noi risparmiare il fiato ed infatti perdiamo di vista i fuggitivi. Mi fermo per una foto ed Andrea V mi supera, vengo raggiunto pure da Mike ed insieme riprendiamo gli “Andrei” che ci stanno aspettando, arrivando al valico insieme con i vincitori già intenti a rilassarsi.
Il panorama è bello, la giornata è limpida e la neve caduta sino a pochi giorni fa mette in risalto le catene montuose dominate dal vicino monte Giarolo e dal più alto e lontano monte Chiappo. Riunito il gruppo decidiamo il da farsi, c’è l’ idea di fermarsi a Garbagna per un caffè, ma siamo tutti molto dubbiosi (un no, un sì e 7 “è uguale“) per cui tralasciamo questa idea, siamo tutti alimentarmente a posto e non necessitiamo di ulteriore cibo.

Bene, per oggi è tutto, prossimamente la seconda fare in cui succederà l’ imprevedibile… (no non è vero, continuerà solo interessante come la prima fase!)

Monumento funebre ai fratelli Coppi nel loro paesino natale
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A S.Agata Fossili, perché siamo tutti guardando il contachilometri?
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Sosta acqua e cibo a Sardigliano, a 18m dalla salitella successivatortonese_201311

Calanchi dal valico di Sorli, col monte Giarolo in primo piano ed il Chiappo sullo sfondotortonese_201312

Invito al giro del tortonese

il 23/03/2013 · Commenti disabilitati su Invito al giro del tortonese

sabato 13 Aprile

Come ormai è tradizione, anche questa primavera si terrà il classico giro del Tortonese. Memore dell’ esperienza dello scorso anno in cui eravamo in pochi ma grossomodo dello stesso livello, ho deciso di rendere questa giornata più un allenamento rispetto ad un giro prettamente turistico.Quindi saremo qualcuno di meno, ma avendo un livello più simile verso il semi-agonistico sarà più divertente per tutti, con tratti tranquilli e tratti tirati, panoramici ed agonistici.
Per questo motivo il percorso sarà simile ma più duro di quello 2012, 109km e circa 2000m di dislivello con tutta la salita di Albarasca, la galleria di Garbagna e per accorciare un po’ invece di Montemarzino ci sarà Guardia da Brignano Frascata, 2300m a circa il 9%

INFORMAZIONI

Il ritrovo è alle ore 10:00 presso l’ Iperama di Tortona, lungo la strada Tortona-Rivanazzano e Tortona-Garbagna (che in quel punto sono parallele), a 400 metri dal centro commerciale Iper.
Il ritrovo si trova esattamente in questo punto, 44° 54 25 Nord 8° 53 18 Est, nei pressi della “strada vicinale pelosa” di Tortona.
Consiglio l’ uscita autostradale di Castelnuovo Scrivia per chi viene da Milano, Voghera per chi viene dall’ emilia, Tortona per tutti gli altri.
La partenza sarà alle ore 10:30.
In caso di maltempo sarà rinviato a sabato 27 Aprile. Darò notizia dell’ eventuale rinvio entro Venerdì 11 sera.
Non sono previste soste pranzo, perciò consiglio di essere indipendenti dal punto di vista alimentare. Ciò non esclude di potersi fermare in qualche posto, probabilmente a Garbagna o all’ imbocco della val Borbera

DESCRIZIONE

Link GPS: http://tracks4bikers.com/tracks/show/130219

Come già scritto il giro sarà grossomodo sullo stesso percorso del 2012 (a mio avviso il migliore di tutti), ma avrà anche due importanti novità.
Si partirà quasi subito in salita, abbandonando la città attraverso le sue verdi colline parzialmente urbanizzate sino al crinale per Sarezzano, dove termina la salita. Una bella discesa tra vigneti ci porterà a Villaromagnano, seguendo la valle Ossona saliremo a Castellania passando per Montale Celli, onorando in seguito il monumento funebre ai Fratelli Coppi.
Scenderemo a Carezzano per affrontare la 3° salita di S. Agata Fossili, che inizia decisa e pian piano diviene più semplice, poi ci immetteremo su una strada tra verdi colli e dopo la discesa ci aspetterà un breve falsopiano con occasionali strappetti dentro pittoresche frazioni come Sardigliano, dal quale parte una salitella di 1km che svalica verso Stazzano. La successiva salita è la più impegnativa del giro, inizia con punte al 10% e continua comunque decisa, lasciando però anche spazi per rifiatare. Si scenderà a Garbagna dove iniziano subito i 2km pedalabili della galleria, prima di scendere un poco ed immetterci in val Borbera, un’ affascinante vallata con strette scavate nella roccia. Dopo di questo c’è Dernice, salita di 5km abbondanti e molto facili.
Una piacevole discesa ci porterà a San Sebastiano, noi seguiremo la valle sino al paese successivo di Brignano Frascata, da cui parte l’ ultima tosta salita della giornata che prevede 2.3km al 9% medi. Passeremo da Casasco e continueremo sino alla val Grue, 13 lunghi chilometri prima dell’ arrivo in cui i passistoni potranno dare fondo a tutte le energie organizzando un treno ai 40 orari.
E’ possibile accorciare il giro tornando da Garbagna o al limite da Dernice (4° e 5° salita).

LE SALITE:

Ci sono 6 salite in questo giro:

Sarezzano via Paghisano
Castellania
S. Agata Fossili
Sorli
Galleria di Garbagna
Dernice dalla val Borbera
Guardia

LE DISCESE:

Le discese sono tutte in discreto o buono stato, occorre però mantenere un margine di sicurezza che permetta di affrontare le occasionali crepe, buchi o avvallamenti tipici di questa zona.

I PUNTI DI INTERESSE:

Castellania per i riferimenti storici
Le strette della val Borbera
La stradina in cresta dopo S.Agata Fossili
Il passaggio a Sardigliano
E tutto il giro in generale, che racchiude l’ essenza del Tortonese e delle terre in cui Fausto Coppi ha mosso le sue prime pedalate

CONTATTI:

Per domande o altro da discutere in maniera privata (esempio il n° di cellulare): [email protected]

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Giro del tortonese, secondo racconto

il 06/05/2012 · Commenti disabilitati su Giro del tortonese, secondo racconto

Siamo sempre noi 8, davanti abbiamo quella che possiamo definire la più dura salita della giornata, dopo un leggero falsopiano ci sorprenderà con pendenze del 10% ed una lunghezza superiore alla media di queste colline. Ripartiamo alla spicciolata, rimango indietro ed ascolto Massimo e Marco parlare di progetti futuri sino all’ inizio del tratto ripido, dove inizio il tentativo di recupero sui fuggitivi. Il contachilometri mi sorride indicandomi velocità relativamente elevate, mi meraviglio a superare questo pezzo senza problemi considerato che ho ripreso a pedalare con costanza da fine Marzo. A Vargo la strada si rimette a salire con dolcezza alternata anche da tratti in discesa, continuando a guadagnare quota lungo lo spartiacque tra la val Borbera e quella ben più piccola del Rile Brutto. Mi entra pure un’ ape nel casco e riesce a pungermi marginalmente prima di riuscire a scacciarla, non è preoccupante ma pizzica e Luxi, in quel momento poco più avanti, mi sente cacciare un urlo di lamento.
Superato Albarasca la nostra salita finisce, non sono riuscito a riprendere né Christian né Mike che hanno proseguito consapevoli sino a Sorli, così da conquistare il vero valico, io aspetto gli altri al bivio della val Borbera e discuto con loro il da farsi. C’è la volontà di fermarsi ad un bar, ma l’ unico comodo è quello in cui lo scorso anno devono aver tagliato il salame col bisturi da tanto che era sottile, cosa che ha fatto arrabbiare il genovese Massimo.

Al termine della discesa ci ricompattiamo ed osserviamo preoccupati due persone, probabilmente dell’ est europa, uno dei quali scende da un furgoncino e raccoglie una city bike da un fosso. Di questi tempi si fa troppa fatica a fidarsi della gente, specie di certa gente…
Alla fine ci fermiamo allo stesso bar del 2011, io sono autosufficente dal punto di vista alimentare, ma c’è chi approfitta della sosta e stavolta Massimo è contento, “nel bene e nel male mi ricorderò di questo bar” sarà la sua affermazione. Paolo vorrebbe ritornare indietro per non rallentarci ulteriormente, controllando i ciclocomputer c’è chi gli fa notare che ormai siamo a metà giro, ma ai 2/3 delle difficoltà altimetriche, e lo convince a proseguire assieme a noi.

La val Borbera è stata scavata da un piccolo torrente ed è famosa per le sue strette attraverso le quali è stata creata una panoramica strada, non siamo al livello del Grand Canyon ma il passaggio è sempre affascinante anche per chi ormai le conosce a memoria. Paolo rimane attardato, Marco gli tiene compagnia mentre io riprendo quelli davanti giusto in tempo per indicargli il bivio di Dernice, dal quale proseguiranno da soli mentre attendo i due in coda.
Saliamo piano piano così da permettere a Paolo di salvare la gamba, questa facile salita che collega la val Borbera alle valli Curone e Grue dona interessanti visuali sulle strette e pendenze sempre contenute sino ai 595m della nostra cima Coppi. Mi giungerà voce che davanti hanno fatto a gara per conquistare la vetta, ma la contenuta ripidità non ha permesso la creazione di distacchi tra i primi 3.
I nuvoloni neri verso nord che oscuravano il cielo alla partenza sono ormai svaniti ed occasionalmente riusciamo a scorgere il monte Rosa e l’ arco alpino innevato sino a quote relativamente basse per il periodo, la temperatura si sta mantenendo gradevole ed il vento sembra diminuito, ma lo troveremo comunque contrario nei tratti finali.

La bella discesa con divertenti tornanti ci porta velocemente a San Sebastiano, dove in attesa di ricucire il gruppo ricordo che la prossima sarà la mia salita, Montemarzino, la collina in cui vado più volentieri, e questo stimola l’ agonismo negli altri che tentano l’ imboscata scattando e mettendosi a tirare a tutta in 4. Io scorto gli scalatori Christian e Luciano, ma davanti vanno veramente forte e da solo non riesco a ridurre il distacco. Li riagganciamo a Barca, dove si sono fermati ad aspettarci, salutiamo Paolo che rinuncia all’ ultima difficoltà per tornare da solo a Tortona (sono solo 12km e la strada è solo una) e ci apprestiamo alla battaglia finale, con una trafila di vigliaccate indegne per un gruppo di amici: alcuni partono prima, io controllo un attimo Massimo che ha problemi col contapedalate, ma poi abbandono lui e Christian e comincio il recupero. Supero con relativa facilità Davide e Luciano, raggiungo Mike che mi sta aspettando con l’ obiettivo di rimanere alla mia ruota sino alla fine, forzo l’ andatura ma l’ Irlandese del gruppo rimane attaccato per oltre un chilometro, sin quando non raggiungo anche Marco. Respiro un attimo ed allungo di nuovo, approfitto dei 400m piani per rifiatare e poi di nuovo su verso il mio primo GPM odierno, quello della “mia salita”. Seguono Michael, Marco, Luciano, Massimo, Davide e Christian che l’ha presa molto comoda.
Porto tutti alla famosa balconata, “è incredibile quanto si può vedere da 400m” è un commento che sento e che condivido pienamente! Si può osservare una buona fetta di pianura piemontese e lombarda, le Alpi, il monte Rosa, un pezzo di Monferrato e si intravede pure Milano, incredibile dato che siamo a 448m di altitudine.

La discesa verso Scrimignano e la val Grue è la peggiore della giornata, leggermente sporca e con alcune criticità, comunque pienamente accettabile. Ci ritroviamo in 7 con l’ idea di sfidare la brezza contraria andando a cannone per tutti i 12km finali come se fosse una gara, ma la mia intenzione era di formare un unico treno, non di ritrovarsi il gruppo spezzato in 3 tronconi dopo 200m! E qui comincia la rimonta, la fase più epica di tutta la giornata
Io sono in fondo con Christian, poco davanti Luciano e Massimo che stanno già accelerando per inseguire i 3 vili pavesi che sono già in formazione da cronosquadre. Con una secca accelerata raggiungo i 2 davanti abbandonando Christian al suo destino, dispiaciuto cedo all’ agonismo e il polpettone è ghiotto, davanti a noi ci sono i 3 più adatti alla pianura che viaggiano regolari, ma la loro velocità non è proibitiva e penso seriamente di riuscire a riprenderli. Dopo un attimo di respiro avanzo in testa ed aumento l’ andatura, il distacco attuale non è superiore ai 15 secondi e cerco di mantenere una velocità costantemente sopra i 40 orari sinché non ho la necessità di un cambio. Massimo mi aiuta e la velocità rimane costante, Luciano purtroppo è alla frutta e il suo contributo è minimo, ma là davanti sembra che si stiano addirittura avvicinando, e quindi continuiamo così, quando le gambe cominciano a far male ed i polmoni a stantuffare ci si sposta a lato e si riprende fiato stando a ruota.
8 chilometri dopo avviene il riaggancio, grossomodo 12 minuti per recuperare 12 secondi… Ma non finisce certo qui, ora siamo in 6 a tirare ed il ritmo aumenta alternandoci in turni più brevi in cui si da tutto ciò che rimane negli ultimi 4km, tanto che perdiamo un paio di elementi in prossimità di Tortona. Al bivio c’è chi riaccelera, ma gli ricordo che ormai è finita, l’ arrivo è tra 500m e si può andare tranquilli sino al parcheggio.
Paolo ci stava aspettando, Christian ci raggiunge dopo qualche minuto e fortunatamente non è rimasto offeso dal nostro comportamento che non è stato da menefreghisti, ma tipico di che si è fatto trasportare dagli eventi. Seguono i rituali saluti e le promesse di rivederci prima o poi.

Il percorso è piaciuto molto, ben calibrato come difficoltà, bellezza e punti, lo riproporrò molto simile il prossimo anno. E’ piaciuta anche la giornata così trascorsa, l’ agonismo non esasperato ci ha stancato lasciandoci però una bella giornata in compagnia, il fatto di essere stati in 8 poi ha reso il tragitto più semplice e veloce, con tutte le soste necessarie (acqua a S.Agata, panino, balconata di Montemarzino) senza però perdite di tempo come è spesso accaduto ai miei giri. Una giornata utile per me, ho definitivamente capito che l’ idea di base dei miei giri autogestiti (gruppo libero in cui ci si aspetta) è fallimentare se il gruppo è troppo disomogeneo, quindi in futuro dovrò o prevedere giornate per i semi-agonisti come oggi, o puramente turistiche.

In tutto 104km e 1740m di dislivello
Massimo e Marco prima di Albarasca. Nascosto da Massimo c’è anche Paolo

Luciano e Davide sono arrivati al bivio di Sorli

Paesaggio salendo verso Dernice

Vista sulla pianura dalla balconata di Montemarzino

Giro del Tortonese, primo racconto

il 30/04/2012 · Commenti disabilitati su Giro del Tortonese, primo racconto

Quest’ anno sono puntualissimo, arrivo in bicicletta al ritrovo solo con un paio di minuti di ritardo a causa di un deciso vento contrario che mi obbliga a faticare per mantenermi sopra i 30 orari. Siamo in 8, ma in fondo è un bene perché così la situazione sarà gestibile e si ridurranno i tempi morti agli incroci. Facciamo la conoscenza con Davide, un triatleta di Casteggio che partecipa per la prima volta a questi giri, tutti gli altri sono chi più (Marco, Cristian e Massimo) e chi meno (Luciano, Paolo e Michael) degli abituali.

Partiamo in perfetto orario, l’ inizio tranquillissimo ci porta dentro Tortona, cittadina di 23000 abitanti che però abbandoniamo quasi subito dirigendoci verso le colline. Il riscaldamento è poco, ma la salita per Sarezzano inizia in maniera dolce tra verdi campi ed alcune ville appena fuori dal caos della città. Saliamo compatti, ma alla fine del primo tratto mi fanno notare che Paolo si è staccato, la sua forma è precaria e per lui sarà dura oggi. Gli altri continuano, io invece aspetto e proseguo per un tratto con “McOlds“, poi forzo per recuperare il gruppo che nel frattempo ha rallentato e per farlo fermare appena dopo il GPM di Sarezzano, 311m con tanto di scritta sull’ asfalto.
La discesa verso Villaromagnano è bellina, io e Max accenniamo uno scatto nello strappetto, ma i bollenti spiriti si raffreddano subito, almeno sino a fine discesa dove, spinti dalla brezza e dalla scorrevolezza della pista ciclabile lungo la val Ossona, ci dividiamo in 2 quartetti che procedono spediti sulla stretta via a noi dedicata. Io rimango in quello davanti, dietro ci vedono approcciare la salita (sempre percorsa dalla stessa ciclabile) e quando le pendenze si alzano qualcuno ci raggiunge. La scalata al passo Coppi è il suo albo d’oro, sull’ asfalto compaiono tutte le sue vittorie ed è strano pensare che in questi paesini sperduti nel tempo sia nato uno dei più forti ciclisti di sempre! Io faccio da spola tra Paolo e la testa della corsa, tento un recupero ma non conquisto punti nemmeno ai 369m del secondo gpm. Il cartello “Castellania” che punta a sinistra ispira più di una persona, nel tracciato non è previsto l’ omaggio al Campionissimo, ma non c’è problema ad allungare di 3km, anzi, il monumento dedicatogli è un ottimo posto in cui fare la foto di gruppo!

Ritorniamo sul percorso originario, Davide tenta uno scatto portentoso nel falsopiano antecedente la discesa ed io fatico a rimanergli a ruota, aveva scritto di non essere un ciclista puro, ma le gambe sembrano più che buone! Brevissima sosta all’ incrocio di Carezzano per ricucire il gruppo e poi via in discesa verso S. Agata Fossili, devo dire che sin’ora non abbiamo ancora perso tempo per soste inutili e il viaggio sta procedendo spedito.
S. Agata Fossili è un paesino collinare che si trova a pochi chilometri in linea d’ aria dalla trafficata valle Scrivia, ma qui il casino è solo un ricordo, immersi come siamo tra verdi colli boschivi e dolci campi coltivati ad erba medica. Rimango assieme a Paolo nel tratto iniziale assicurandomi sulle sue condizioni, lui è ok e pian piano ci raggiungerà in cima, poi mi affianco a Luciano che mi racconta di come il suo Garmin ci segnali fuori traccia (strano, ho controllato bene il percorso, è sicuramente un problema del navigatore che ci indica su una strada inesistente), infine accelero e raggiungo la testa del gruppo cercando poi di frantumarlo aumentandone il ritmo, ma complici le pendenze più abbordabili e la buona condizione di tutti svalichiamo in 5.

Devo fare un plauso a Paolo che eroico fa il possibile per ridurre le nostre attese, una volta mangiata una barretta e riempita la borraccia è già pronto a ripartire. Io invece ho dei dubbi a guidare il gruppo sulla strada giusta, è da tanto che non passo da questo versante ed obbligo tutti ad un veloce dietrofront per intraprendere la giusta discesa. Poco male, non saranno quei 50m in più a rovinare la giornata.
Da dietro odo esclamazioni meravigliate sul verde paesaggio, la carreggiata è stretta e bella e nel senso opposto incrociamo molti pedalatori e forse nemmeno una macchina. Quando la discesa degrada in valle ci riuniamo ed io mi metto in testa per indirizzare il gruppo e segnalare alcune buche presenti, iniziando uno strano balletto destra-sinistra-destra-sinistra per indicare i punti pericolosi, arrivando a togliere le mani dal manubrio quando mi sono trovato sull’ unico punto liscio ed inventandomi strani gesti per dire “qua è tutto una buca!“.
Bello!” sento dire quando attraversiamo il borgo antico di Sardigliano, con strettoie tra le case in muratura. Ora però si sale, c’è la “mezza salita” che ci aspetta coi suoi 1100m e 70 di dislivello, nulla di preoccupante, ma potrebbe essere un trampolino di lancio per gli scattisti tipo Marco. Il primo ad aumentare il ritmo è però Luciano, seguito appunto da Marco che mi incita ad aumentare il ritmo (“andiamo?“), ma per mia fortuna non forza e svalichiamo quasi tutti insieme, col punto GPM che va a Massimo. Segue una divertente e breve discesa, finita alla quale c’è una rotonda che affronto contromano (non vedendo arrivare nessuno, non sono così incoscente), guardando poco dopo passare una pattuglia di carabinieri… Davanti a noi c’è Albarasca/Sorli, la salita più dura della giornata, ma questo è un altro racconto…

Paolo pedala coi campionissimi

Eccoci appena ripartiti da Castellania

Da sinistra: Luciano, Marco, Pedra, Davide, Paolo, Massimo, Christian, Michael

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