Serra d’Ivrea e lago di Viverone

il 14/09/2011 · Commenti disabilitati su Serra d’Ivrea e lago di Viverone

17 Agosto

Questa notte ha piovuto e c’è umidità nell’ aria, il giro lungo ma di “riposo” sicuramente non offrirà i panorami sperati sulle prealpi Biellesi, sull’ imbocco della Valle d’ Aosta e sul Canavese dalla Serra d’Ivrea.
Partenza in leggera discesa verso Gaglianico e Mongrando, da dove si inizia a salire in maniera lieve verso Zubiena, ai piedi della più lunga collina morenica d’ Europa, generata dal riporto dei detriti di un enorme ghiacciaio che nell’ era glaciale percorreva la val d’ Aosta. Oggi esplorerò questi resti geologici, nel frattempo salgo su una strada ancora bagnata alla comoda ombra del versante dolce della Serra che lentamente degrada sino a Biella. Scendo verso Bollengo percorrendo in senso inverso una delle salite più importanti della zona, la Broglina, territorio abituale di scalata di chi pedala su queste colline. Mi tengo su una strada secondaria fino a Piverone, venendo sorpreso da un inaspettato muro che mi butta in paese, poi scendo in pianura per la ronda del lago di Viverone, un enorme stagno incastonato tra piccole alture.

Il sole ha fatto capolino tra le nuvole e comincio ad avere caldo mentre sono immerso tra campi di mais e qualche sporadico paese come Azeglio o Settimo Rotaro. A Caravino finalmente trovo una vera salita, o almeno è ciò che ho creduto nei 1500m che salgono sino al castello di Masino, quello che si vede dall’ autostrada. Visito il cortile per beccare alcuni panorami, ma col senno del poi questo sarà la rovina della giornata, con un tagliente pavèe che precede la terrazza con superficie in sabbia fine, la quale ancora umida si attacca al telaio e agli ingranaggi.
La strada diretta per Alice Castello esiste solo sulle cartine, il che mi obbliga a dei chilometri extra sotto un sole ormai caldo. Mi avvio verso il lago movimentando un po’ la gamba con leggere pendenze, purtroppo non trovo punti degni di fotografie e cerco di rifarmi solo a Viverone paese, dove un muro da Fiandre scende sino alla riva del lago. Sin’ora il giro è stato uno spreco, ero consapevole che fosse il giorno “brutto” dei 3, ma non ho ancora avuto alcuna soddisfazione… La prima potrebbe essere la salita verso Zimone, strettissima tra 2 fila di mura in pietra che delimitano i vigneti, ma quando lo sterrato in ghiaia si sostituisce al bitume grigio dell’ asfalto l’ entusiasmo crolla e la ruota inverte la direzione (e fortuna che anche questa strada è segnata sulle cartine!)
Salgo a Zimone per la principale, tutta sotto un sole a picco che mi sta lentamente cuocendo, poi continuo verso la Broglina in un fitto bosco che da un po’ di respiro alle braccia che stanno cambiando colore. Trovo 2 tornanti bastardi prima di scendere di nuovo per la Broglina, stavolta diretto verso Burolo e Chiaverano.

La segnaletica da queste parti è una presa in giro, unita ad una cartografia approssimativa mi fa impazzire alla ricerca della via corretta, seguo i cartelli arrivando addirittura su una cementata dimenticata dal mondo, che però effettivamente mi porta al bivio per Andrate. Ora si sale per davvero seguendo una serie diversa di bivi  già visti ieri in macchina durante il trasferimento da Ivrea. Il giro è una delusione continua e guardando le mani noto addirittura la differenza di abbronzatura tra il palmo e il lato della mano (per dire come stavo bollendo), il pezzo finale per Andrate è pure ripido e comincio ad avere un inizio di colpo di calore… Ad Andrate mi butto letteralmente nella prima fontana in cerca di refrigerio, data la quota ormai superiore agli 800m e ai litri di acqua consumata riesco a recuperare e ad imprecare in maniera lucida quando inavvertitamente osservo il copertone posteriore che sta improvvisamente cedendo: è abbastanza consumato, ma non ancora al limite, nonostante questo si sono formati 2 buchi con vista tela e come minimo devo arrivare ad Oropa via Tracciolino, cioè con almeno 2km di sterrato!
Una vocina al mattino mi ha detto “prenditi più soldi, portati l’ elenco dei negozi di biciclette”, l’ho ascoltata perfortuna.

Il Tracciolino è il primo punto divertente di oggi, lo sterrato è tranquillamente pedalabile, qui nel bosco si sta bene e, dove possibile, si può ammirare un’ ampia fetta di pianura e dei paesini della prima collina, dominati da quassù su questa strada che segue il costone di quelle montagne che segnano il confine tra Alpi e colline. I chilometri per Oropa sono tanti, ma facili, arrivo senza problemi al santuario con l’ unica preoccupazione di non bucare. Non mi resta che scendere a Biella e sperare di trovare un negozio aperto il 17 Agosto, ho un vecchio copertone di scorta che però non mi da troppa fiducia e preferisco acquistarne uno nuovo.
La fortuna sembra girare quando incrocio un ciclista Vercellese pratico della zona che mi accompagna in un negozietto di riparazioni nel quale trovo dei Michelin che fanno al caso mio. Il giro è finito, ne approfitto per cercare delle cartine della provincia e per tornare comodamente indietro, cambiare velocemente copertone e preparami per la cena da Joris di Gaglianico, dove quando hanno saputo della mia giornata hanno riempito il piatto a strafogo e mi hanno pure riempito la brocca di vino, il tutto per 12€, e dove ho pure conosciuto il gestore del B&B in cui sarei dovuto andare se non avessi prenotato troppo tardi, anche lui appassionato di biciclette, anche se più nel senso di costruttore di prototipi che di esploratore.

In totale 143km e 2300m di dislivello per un giro che nel male è andato bene.

CONSIGLI:

La zona del lago di Viverone è l’ ideale per delle gite o degli allenamenti leggeri, presenta avvallamenti, strappetti o salite brevi. Più divertente la zona della Serra morenica, con molte stradine che salgono, scendono o ne seguono il crinale, la più famosa delle quali è la Broglina da Bollengo.
Il Tracciolino invece è una strada molto panoramica, ma io la aggancerei ad un itinerario completamente diverso lungo le prealpi Biellesi del quale parlerò nel prossimo mio racconto.

Il castello di Masino visto dal basso

Caravino dal castello di Masino con la Serra sullo sfondo

Panoramica dal Tracciolino, tra Andrate ed Oropa

Il santuario di Oropa



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