Sui crinali Genovesi

il 28/06/2010 · Commenti disabilitati su Sui crinali Genovesi

L’ obbiettivo del giorno è semplice: scalare le ultime scalate importanti tra Genova e l’ alta valle Scrivia. Il giro è diviso in 2 parti distinte, la prima prevede la doppia scalata a Cipollina di Castagnola e quella di Bastia, 40km per 1000m di dislivello, mentre la seconda è tra l’ alta valle Scrivia e Genova, 85km per 1550m di scalata.
E’ tutto studiato a tavolino, finita la prima parte ripasserò dalla partenza per la pausa pranzo alla macchina, prima di ripartire per la seconda sezione, più lunga ma anche più facile.
Parto ai miei classici orari (11:30) e dopo 2,5km sono già in salita verso Bastia, frazione sopra Busalla raggiunta da una strada di 4km al 7% senza un rettilineo, una curva continua che prende velocemente quota nel verde Appennino Ligure. La prima parte della discesa ha dei tratti quasi sterrati, ma da buon oltrepadano sorvolo le voragini e le crepe prima di raggiungere Ronco Scrivia, dove seguo la strada senza capire come mai continuo a passare sotto l’ autostrada. Entro in paese e trovo il bivio per la prossima salita di Cipollina che per fortuna è ben visibile grazie ad una buona segnaletica. Mi bastano pochi metri per capire il senso della strada, subito si presenta conun drittone al 12% che si inerpica tra le ultime abitazioni e poi viene intervallato da qualche punto meno ripido sino quasi a Cipollina, dove però non ho ancora finito di salire, infatti da li mi mancano ancora un centinaio di metri di dislivello prima della discesa alla Castagnola.
Alla Castagnola cambio strada ed entro in una provinciale ben tenuta, con poche curve ma da fare in piega estrema, prima di arrivare al bivio semi-nascosto verso Cipollina, la salita più dura di giornata. Mi fermo per togliere il casco e guanti, sebbene non faccia molto caldo la temperatura sfiora i 30° e sudo parecchio, con questo accorgimento limito la perdita di liquidi. Il primo tratto me lo ricordavo più duro, salgo senza fatica sino ad un gruppo di case attraversate da una lingua di asfalto su cui un’ auto deve far manovra per passare. Uscito dal paese capisco di ricordarmi bene la strada, un tornantone ripido e sporco mi introduce in questa parte dal manto stradale invaso dai sassi e dai crateri, sono sempre nel bosco ma le pendenze non accennano mai a diminuire, in tutto sono almeno 800m al 15% medi. Ma sfaticato come sono pedalo talmente tranquillo che quando la strada spiana in prossimità di Cipollina non ho nemmeno il fiatone (e fortuna che posso permettermi di salire al risparmio al 15%!).
Ritorno sulla strada di prima, scendo alla Castagnola con altre pieghe da motociclista e vengo attaccato da una bestia dopo un frontale, un animale che mi causa una dolorosa puntura la quale mi obbliga a fermarmi per controllare. Nulla di grave, ma evitarla sarebbe stato meglio. Un dolce vento contrario mi accompagna sino a Borgo Fornari e Busalla, dove mi fermo per pranzare alla macchina, che scaldata al sole è ormai un forno che ha sfornato un ottimo panino croccante!
Bevo e riempio le borraccie, il duro è fatto, ma il resto non è da sottovalutare. Parto tranquillo in alta valle Scrivia sino quasi a Montoggio, dove noto delle nuvole minacciose verso sud-est. Le irrido, i temporali estivi sono endemici di queste zone di confine e spesso tendono ad andare verso nord, e per fortuna visti i tuoni che sento!
La salita a Creto è di quelle banali, ha come massima un 5%, purtroppo è anche lunghetta… Verso la metà comincio a notare un Sole pallido, mi giro e con orrore noto che il temporalone mi sta seguendo! Confido che non superi il crinale Appenninico, arrivo a Creto e mi fermo nei pressi di un bar, ho voglia di gelato… tanta voglia di gelato… Ma quando vedo distintamente pure il lampo scappo, se aspetto prendo il diluvio, se corro forse mi salvo. La discesa di Creto è molto bella, tornanti strettissimi seguono dei bei drittoni non ripidi, e mi concedo qualche foto tra i tuoni ed il cielo nero. Arrivo a Genova, città tutto sommato vivibile con strade larghe (quelle principali) e poco trafficate. Il cielo nero non sembra diretto verso il ponente, ma questo temporale è ben grosso (scoprirò poi che va da Genova a La Spezia) ed è meglio sbrigarsi. La segnaletica non è un granchè, distratto da una chiesa noto però il cartello verso Trensasco che mi porta sulla strada verso Trensasco appunto, salitella tutta al 7-8% ma con punte dell’ 11% ed una bella vista sui forti di Genova (e delle nubi).
In discesa comincio a sentire 4 goccie, ma la situazione non degenera e riprendo a salire verso S.Olcese, dove mi fermo ad una fontana per riempire la borraccia, ma dopo averla riempita me la bevo tutta d’un fiato! La temperatura a valle è sui 29°, ma sto sudando parecchio. Il resto della salita è semplice, incrocio spesso il percorso della ferrovia Casella-Genova, un trenino più pittoresco che utile che risale l’ Appennino sfidando la gravità e la geografia del territorio. Prima ci passo sopra, poi ritrovo i binari a destra, supero un passaggio a livello, ma un km dopo la ferrovia è ancora a destra… Purtroppo non vedo il famoso treno nonostante gli ultimi km siano in comune con la strada.
A Colletta scendo, i Genovesi in macchina sono tirchi (sono tantissime le vecchie Panda e 500!), ma anche abbastanza coscenti, tranne quelli che si credono padroni della strada senza nemmeno sapere guidare in montagna, o quelle che si buttano sulla carreggiata senza guardare. Arrivo a Bolzaneto, per qualche km ho il vento a favore e soprattutto le nuvole rimangono sulla parte orientale della città. All’ imbocco dei Giovi conosco un tipo (chiedergli il nome? non esageriamo …) col quale affronto la scalata, che pedala bene considerati i pochi km nelle gambe, e al quale faccio pubblicità al blog e ai nostri giri. Ai Giovi ci salutiamo, finalmente corono il mio sogno di gelato prima della scalata finale al Santuario, l’ 8° salita di giornata. Veloce discesa in valle Scrivia e dopo qualche km per poco non passo la mia macchina senza accorgermene.
Rientro con calma, è ancora presto per i miei standard ed il giro è andato quasi alla perfezione, se togliamo 5 minuti persi tra vento contro e poca voglia, e forse altri 5 per altri motivi, sono stato esattamente nelle mie aspettative, non mi sono bagnato, ho fatto esattamente le strade che avevo in mente, addirittura gli occhiali non sono sporchi di sudore! In totale 125km, 2550m di dislivello ed 8 nuove salite!

PS. Il giorno dopo non pago sono partito da casa alle 14:00, ho sbagliato strada ed ho seguito uno sino al Piacentino, in totale altri 131km e quasi 2000m di dislivello tra salitelle collinari e contropendenze!

Il cielo a Montoggio, ma tanto il temporale va dall’ altra parte!

Un tornante di Aggio (Creto), visto dal tornante sopra.

Un controluce non voluto di un forte Genovese visto da Trensasco

Se vi viene mai in mente di rubare in questo caveau, sappiate che c’è l’ allarme!

Il cielo a Trensasco, a quest’ ora sta diluviando verso Torriglia, Scoffera e forse pure a Creto e Montoggio

Una curva della ferrovia di Casella


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