Entroterra Spezzino

il 12/05/2011 · Commenti disabilitati su Entroterra Spezzino

5 Aprile

Ritorno sul blog dopo un bel pezzo con il racconto della terza giornata di questa tripletta Spezzina. Oggi sulla carta c’è il giro meno bello e più facile, che si snoda lungo la val di Vara ed arriva in riviera sconfinando in provincia di Genova. Un giro ideale pensando al rientro a casa e all’ eccesso di kilometri accumulato nei 2 giorni precedenti. Ma …

La colazione al B&B “La luna nel borgo” è addirittura meglio del giorno precedente, con prelibatezze locali che si tuffano nel mio esofago e com le poche superstiti che vengono insacchettate per un “pranzo” da consumare con l’ avanzare dei kilometri. Il dolore al ginocchio si è affievolito rispetto al giorno precedente, dovrò stare attento a non muoverlo troppo fuori dai pedali e a non forzare troppo in salita, così da finire il giro senza problemi.
Non lo scriverò più, ma la catena mi darà un sacco di fastidi saltando in continuazione, specialmente quando si troverà sui rapporti più usati, sempre accompagnata da imprecazioni non riportabili… Col senno del poi avrei potuto sistemarla semplicemente agendo pesantemente sul regolatore del filo del cambio che si era allungato in modo anomalo (per poi rompersi 12 giorni dopo con 400m di dislivello davanti), una leggera prova in tal senso mi ha dato esito negativo e perciò non ho insistito nella via corretta.

Riconsegno la penna prestatami ieri al fruttivendolo e giro Brugnato con la fotocamera in mano per avere una memoria visiva di questo piccolo e grazioso borgo, a due passi dall’ autostrada sebbene immerso nella tranquillità e nella storia che lo contraddistinguono.
Parto, i primi panorami sono gli stessi del giorno precedente, ma stavolta continuo a seguire la val Vara in direzione Varese Ligure, percorrendo una bella statale deserta con un fastidioso vento contrario che non mi preoccupa. La giornata è veramente limpida, i boschi stanno timidamente rinascendo e gli Appennini più alti trattengono a fatica l’ ultima neve stagionale.
Dopo un bel riscaldamento arriva la prima salita, da San Pietro Vara alcuni tornanti mi innalzano per portarmi lungo un torrente verso Torza. Fin qui nulla di strano, a parte un sole caldo ed un’ aria abbastanza secca, ma sulla destra vedo un cartello che mi fa rabbrividire: 30%! Sono indeciso, non voglio allungare inutilmente, ma sono troppo curioso di scoprire quanto sia veritiero, perciò ecco che devio verso Doga, su una strada piuttosto ruvida che effettivamente tira abbastanza, ma non quanto il tratto cementato in paese, pezzo che supera il 20% (30 è proprio esagerato). In cima mi inserisco su una via quantomeno segnata sulle cartine, ma nell’ indecisione ritorno sui miei passi e tranquillamente arrivo all’ imbocco del tunnel per Sestri Levante, che evito salendo ulteriormente verso Tavarone, tra pini, ombra e pace dei sensi.
A Tavarone capisco che il muro appena scalato sbuca poco più in là, ma ho ancora tutto il tempo per procedere con calma, scattare foto e fare soste “alleggerimento liquido” nel tratto in discesa per Maiassana, un tratto boscoso e deserto come tutte le strade sino a qui. Ecco un’ altro strappo per Maiassana paese, supero il bivio per il passo del Bocco (un ononimo vicino a quello più tristemente famoso) e scendo su strade mediamente belle verso Varese Ligure, bandiera arancione per la qualità della vita nonchè uno dei più bei borghi d’Italia. Sinceramente mi aspettavo un paese medioevale stupendo, invece lo trovo più smorto e comune di Brugnato, dove al suo interno ho respirato la vita di paese d ‘un tempo e sono riuscito facilmente a legare con gli abitanti.

Un avviso di un anziano signore mi mette in guardia, ma come spesso accade alcuni tipi tendono ad esagerare i pericoli delle strade di montagna, infatti come immaginavo la salita al passo Biscia non è “brutta”, ma normale, con le sue buche, qualche tratto rovinato, con il suo falsopiano iniziale ed il suo tratto finale abbastanza agevole che segue a lungo la montagna, aggirandola con lievi pendenze sino allo scollinamento con vista mare. Solo il pezzo centrale sale in maniera costante tale da obbligarmi a faticare, ma senza per questo mai mettermi in difficoltà. Uso il gilet in discesa solo perchè in tasca è fastidioso, ma la temperatura gradevole lo rende superfluo già da subito, tra i secchi tornanti e la strada stretta che forma la serpentina da Sestri Levante sino (appunto) al passo Biscia.
Più vado in basso e più ritorno alla civiltà, ora ci sono due corsie ben distinte e devo pedalare per mantenermi veloce sino ad un bivio sulla sinistra che vedo in tempo, quello che porta a Monte Domenico. Non mi aspettavo un’ ulteriore salita, ancor meno 2km abbondanti tra il 9 ed il 10% sino al valico bruciato negli anni scorsi da uno dei tanti incendi, con il sole del primo pomeriggio riflesso dalle onde.

Pedalando in Liguria è impossibile non trovare il mare, infatti a Sestri Levante raggiungo quota 2/3m trovando, con l’ aiuto di un passante locale, la statale del passo Bracco, 610m di dislivello per un’ altezza finale di poco superiore. Uscito dal paese il traffico si riduce notevolmente, nonostante sia la via principale tra Genova e La Spezia non passano più di 2-3 auto al minuto. La salita è lunga e pedalabile, a tratti impegnativa e a tratti piana, prima sul lato sinistro della montagna e poi su quello destro. Al bivio per Moneglia mi si apre un orizzonte incredibile, che solo i migliori giri alpini sanno regalare: sullo sfondo ad ovest ci sono le Alpi Liguri ancora innevate, ben visibili ad est le Alpi Apuane, spingendo lo sguardo verso sud si può riconoscere bene la Corsica, mentre l’ Elba è proprio là sulla sinistra, non lontana dalle coste toscane! Incredibile, ecco come un giro apparentemente di ripiego può ripagare con panorami eccezionali! Peccato però, avrei volentieri barattato la giornata odierna con quella di sabato.

Il resto della salita scorre tranquillo, così come la discesa. A Carrodano voglio cambiare percorso, ma sbaglio strada e riesco a prendere involontariamente la via originaria, con l’ ulteriore salitella del Termine e l’ arrivo a Borghetto di Vara e Brugnato. E’ ancora presto, allungo un po’ con la sosta al punto turistico costruito all’ uscita del casello autostradale nel quale faccio incetta di cartine, poi mi fermo in piazza in paese per parlare di bicicletta, di giri e del resto con quelli che sono i pensionati del mio nuovo paese adottivo, scoprendo che proprio qui abita un giovane professionista che si allena su queste splendide strade. Non sono nemmeno stanco, le mie gambe sentono 60/70km, non gli effettivi 130km con circa 2750m di dislivello, mica male per essere il giro “facile”!
Questa la traccia:   http://tracks4bikers.com/tracks/show/43142 . Non ho suggerimenti particolari, ma la parte Tavarone/Maiassana può essere saltata per rendere il giro più corto.

Ho passato 3 giorni splendidi attraverso l’ 80% più significativo della provincia Spezzina, con paesaggi a tratti stupendi e zone quasi prive di traffico. E’ un’ ottima alternativa per passare delle vacanze ciclistiche, non mancano le opportunità ed i posti sanno farsi valere. In totale 425km e 8800m di dislivello, spendendo in tutto 170€ (che in due sarebbero stati 140). Peccato solo per diversi problemi meccanici e fisici che però non sono riusciti a rovinarmi questa tripletta quantificabile a quella Valtellinese!

Brugnato, oggi la giornata è proprio limpida


La curiosità ha vinto


Salendo al passo Biscia da Varese Ligure


Scendendo verso Sestri Levante, zona di estrazione dell’ ardesia


La foto si spiega da sola

Adoro la Liguria


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