Le 5 terre, seconda parte

il 01/05/2011 · Commenti disabilitati su Le 5 terre, seconda parte

3 Aprile 2011
Ancora salita davanti alle mie ruote, sebbene sia al mare, parola che qualcuno potrebbe abbinare a pianura, vivere qui non è molto diverso che abitare in Valtellina, ogni spostamento prevede metri di dislivello, raggiungere gli altri paesi invece necessita di centinaia di metri di salita e discesa. Cambiano solo le quote ed ovviamente i panorami, per il resto è un posto da puri scalatori.

Il mare è sempre laggiù lontano, visibile nonostante le nuvole basse sopra alla mia testa e la fiorente vegetazione mediterranea che lo copre parzialmente per tutto il tempo. Supero senza accorgermene il passo Termine, le 5 terre si stanno mostrando con tutta la loro bellezza, sfoggiando interessanti terrazzamenti, paesini colorati in posizioni assurde e montagne solcate da strade che sembrano impossibili. Il massimo dello stupore lo raggiungo dopo il bivio per Vernazza, che evito, quando davanti a me compare Corniglia: c’è uno sperone di roccia quasi verticale, 100m più in basso il mare si infrange contro gli scogli, e sopra ci sorge un paese! Rimango affascinato, ma dove sono andati a vivere?
Una visita al centro è d’obbligo, la discesa è strettina e mi capita di incrociare auto con targhe olandesi o tedesche, ma non ho problemi nonostante in alcuni tratti debba tirare i freni. Pedalando nel centro del paese non mi rendo ben conto dove mi trovi, ma so che il mare dista da me più sul lato verticale che orizzontale! Vorrei salire una scalinata per affacciarmi al balcone panoramico, ma il ginocchio mi da seri problemi e l’ unica soluzione è trascinarmi a dietro la gamba malandata, affaticando l’ altra più del dovuto. Vedo bene il mare e assaporo i primi raggi di sole del giorno, ma desisto in ulteriori camminate rientrando a fatica sulla strada. Come se non fosse abbastanza, scendo in bicicletta sino alla stazione ferroviaria nella speranza di trovare un sentiero diretto per Manarola, ma anch’esso è chiuso per frana ed avrebbero pure il coraggio di farmi pagare il pedaggio… Non mi resta che sfidare le toste pendenze ed i tornanti per San Bernardino, per proseguire in leggera discesa evitando la 4° Terra, Manarola, molto simile a Corniglia.

La quota si è ridotta, il mare è più vicino a me, ed incassata in una piccola valle terrazzata c’è Riomaggiore, paese che mi ricorda molto Portofino, più che altro per il divieto di accesso ad autoveicoli forestieri. Anche qui vale lo stesso discorso di Corniglia, arrivo sin dove mi porta agevolmente la strada, poi giro la ruota e ritorno indietro. Finalmente il cielo si schiarisce regalando quei 2° gradi che non fanno mai male quando ci si lancia in picchiata alle porte del capoluogo di provincia, impattando col caos cittadino ad un orario che comincia ad essere di uscita dagli uffici.
L’ intuizione giusta mi fa notare la strada per Portovenere, l’ ultima chicca costiera prima del meritato rientro. Non ci dovrebbe più essere salita o quasi, ma la strada che segue il tortuoso andamento costiero è piuttosto irregolare, con un dosso prima della meta finale che rientra però nei miei parametri di “salita”. Pedalo e pedalo sino a raggiungere il fondo della costa davanti all’ isola Palmaria, fermandomi in una sosta troppo prolungata nel contemplare una partita di scacchi con pedine giganti alte un metro e degli improbabili arrocchi di regina, tutto mentre finisco la fetta di torta col suo concentrato di energie per il ritorno.

E’ tardi, è terribilmente tardi per i miei programmi, sono le 18 passate e Brugnato dista mezza provincia da dove mi trovo. Ad occhio e croce sono almeno 30km, fortuna che sino quasi alle 20 ci sia luce, però mi sarebbe piaciuto fare tutto con calma, invece che mettermi a spingere il padellone con un ginocchio si leggermente migliorato, ma pur sempre critico fuori dai pedali. Fortuna che il vento marino mi soccorre, fosse contrario sarebbe una piccola tragedia. A La Spezia cerco la via più breve, non mi importa di pedalare nel traffico caotico tipico dell’ orario, purchè mi sbrighi. So che ci sono almeno due strade, una con una salita ed un’ altra con 2km di galleria, io seguo le indicazioni per Genova sperando che quella strada e quel tunnel siano permessi ai velocipedi.
Supero lo svincolo ed è ok, si tratta solo di una normale stradona, e la galleria ottimamente illuminata non riporta divieti, quindi tiro cercando di uscirne il prima possibile da quella cappa di smog senza rendermi conto di essere in una lunga e leggera salita al 2%. Arriva finalmente l’ aria più pura, ed arriva, prendendo ancora quota, anche il paese di Riccò del Golfo, ma se sin’ ora ho elevato la mia posizione, quando si scende per risalire la valle? Erroneamente ero convinto di essere già in val di Vara, invece ci giungo solo dopo una breve discesa.
Il vento dal golfo è un preziosissimo alleato in questi lunghi e dolcemente desolati kilometri, riesco a tenere una buona velocità e ad arrivare a Borghetto di Vara prima del previsto. Al bivio per Brugnato crollo scaricando le ultime energie nervose, gli ultimi metri sono tipici di chi non ne può più e non vede l’ ora di rientrare a casa, con pedalate pesanti che portano avanti un fisico stanco ed affamato.

Risalire i 2 piani del B&BLa Luna nel borgo” (e ci rifaccio pubblicità perchè merita) trascinandomi dietro una gamba è un’ ulteriore fatica, ma nel farmi la doccia mi rendo conto che, come sospettavo, le fitte al ginocchio ci sono solo nei movimenti liberi, non piegandolo e nemmeno forzandolo. Dovrò stare attendo domani, ma il giro che è in programma è confermato. Finisco la serata con 2 primi ed un secondo alla “Locanda dell’ autista”, il tipico ristorante per camionisti, ma la fame è talmente tanta che mi fermo in un bar per un gelato, e finisco pure le scorte dolciarie che mi ero portato appresso da casa per essere sazio.

Domani il giro sulla carta meno interessante dei 3, per oggi 159km e 3200m di dislivello stimati in 9 ore di giro di cui 7 pedalate. Questa invece la traccia che suggerisco, i paesi delle 5 Terre meritano tutti una visita, mentre si può omettere Portovenere. Il dislivello è sopravvalutato a causa di alcune gallerie, ed in ogni caso è possibile accorciare il tragitto in numerose maniere: http://tracks4bikers.com/tracks/show/52839

Corniglia, spettacolare! Altro che Stelvio o passo Sella

Corniglia vista all’ ingresso
La spiaggia sotto a Corniglia

Terrazzamenti sempre a Corniglia

Mare e Sole, che splendido binomio

Sentieri assurdi scavati nella roccia (sempre nei dintorni di Corniglia, si capisce che mi è piaciuto il paese?)

Riomaggiore e la sua via dell’ amore.

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