Giro dell’ Oltrepò, da Montù Beccaria a Casteggio

il 19/10/2012 · Commenti disabilitati su Giro dell’ Oltrepò, da Montù Beccaria a Casteggio

Qui siamo in val Versa, probabilmente la vera patria del vino, se a Casteggio la vite è frequente ma è alternata a campi e boschi, nell’ Oltrepò orientale è omnipresente“. “Ah val Versa? Un nome un programma!” risponde il solito dissacratore Massimo alla mia banale spiegazione sul territorio. L’ Oltrepò viticolo orientale è la parte più dolce, quella che presenta le colline più basse e le strade più pedalabili, ma anche numerosi piccoli paesi arroccati come Rovescala, Canneto o appunto Montù Beccaria, la prossima salita che approcciamo dopo 2km di valle condotti a ritmi turistici.
Lo scorso anno Giulio è scattato ed il chilometro finale lo abbiamo percorso ai 25 orari, so che dovrò tenerlo d’occhio anche quest’ anno, ma Andrea C e Christian giocano di anticipo con una timida accelerata che ci porta subito sopra i 20 e poco dopo oltre i 23, ma siccome non è abbastanza e rispetto allo scorso anno vanno quasi tutti più forte Marco scatta ed io faccio di tutto per rimanergli a ruota, volando gli ultimi metri prima del paese a velocità da falsopiano e riuscendo grazie al suo lavoro a dare qualche secondo alla coppia di scalmanati. Nel 2011 siamo andati leggermente più piano ed abbiamo fatto una bella selezione, adesso in 15 secondi arriviamo in 7 o 8, dietro di noi c’erano anche Giulio, Mike e Sergio e forse Andrea V.
Un attimo per respirare e poi ne approfittiamo per sgranocchiare qualcosa, a questo punto decido di prendermi un piccolo rischio ed uscire dal percorso originario per salire a Rovescala invece che a San Damiano al colle, su una strada che ricordo essere agevole ma che non percorro da almeno 4 anni.

Non è bello in qualità di organizzatore dire di non ricordarmi questa strada, ma è così ed il rischio viene già da subito compensato da un asfalto appena rifatto che ci porta con ampi tornanti sino al paese. Stavolta il ritmo è tranquillo e ne approfittiamo per parlare assieme di un po’ di tutto, con Andrea C meravigliato dallo scarso traffico, Andrea V fissato col Penice, io fissato con l’ avventura a tappe… La discesa inizia improvvisa e la scelta di cambiare percorso si rivela tanto azzeccata che sino a Santa Maria della Versa siamo sempre sulla strada principale, riunendoci solo alla fine e ritrovandoci nella parte meridionale del paese, senza nemmeno l’ attraversamento preventivato. Sergio ci saluta per ritornare a Casteggio, noi ne approfittiamo per una sosta caffè in cui Mike lo offre al Genovese Massimo, “se offri ad un genovese puoi chiedergli qualsiasi cosa” alla quale proposta tiro fuori una bella volgarità con “bene Massimo, allora piegati e togliti i pantaloni:)

Ci manca solo una salita, la “cima Coppi” della zona viticola che coi suoi 606m (c’è stata una diatriba tra me e Marco sulla quota esatta del valico) è il punto di incontro di tutto l’ Oltrepò collinare: il passo Carmine, una salita lunga con diverse contropendenze. I primi chilometri servono per riscaldarsi, poi… ricordo che solo lo scorso anno salire nel primo tratto sino alla fontana di Montecalvo Versiggia ai 18 bastava per fare una netta selezione, oggi invece i 20 bastano appena per perdere metà gruppo, alla suddetta fontana con piazzale che sarebbe panoramico senza foschia arriviamo in 5 in pochi secondi… DOPATI!
Ne approfittiamo per riempire le borracce e ripartiamo, dopo mie infinite raccomandazioni a Massimo che proprio qui ci ha rimesso un polso… Qualcuno parte in ritardo (tra cui Massimo), ma non mi preoccupo di questo, quello che invece mi spaventa è vedere Mike sistemarsi la maglia e pedalare senza mani esattamente nel punto in cui successe il patatrac, sudo freddo vedendo le sue mani sul colletto in questo leggero falsopiano…
E tanto per cambiare quando si riprende a salire la velocità rimane costante, questa volta è Christian a fare l’ andatura e noi altri 2 rimaniamo a ruota approfittandone sino a Pometo, dove Andrea perde il Garmin e dove -giustamente- ci fermiamo tutti ad aspettarlo, approfittandone per ricompattarci. Massimo arriva sano con un polso in più raccolto per strada, ripartiamo e dopo una discesina inizia il tratto finale verso il passo, forse il più duro di tutti con punte del 7%. Marco è di casa e scatta, solamente rimanendogli in scia supero assieme a lui le massime pendenze a 20 orari, velocità che reputavo quasi impossibili per me. Il valico arriva molto velocemente con questa andatura, alla fine anche lui soffre la sua sparata ma la Cima Coppi la merita appieno, tanto che gli altri 2 arrivano finalmente con un pochino di distacco, circa una quindicina di secondi, mentre tutto il gruppo giunge entro 2 minuti (oggi stiamo volando).

Siamo addirittura in leggero anticipo sulla tabella di marcia nonostante il ritardo iniziale, perciò decidiamo di affrontare lo strappo di Fortunago, 300m in pavée che portano nella parte alta del paese nei quali viene naturale farsi un’ aspra lotta per la vittoria. Ma prima c’è la discesa verso Torre degli Alberi ed una salitina che ho dimenticato di ricordare, nulla di preoccupante però, con una 50ina di metri extra di dislivello nei quali veniamo avvolti da una fitta e fredda nebbia che mi convince a rimettere i manicotti. Non fa freddissimo, ma 13/14° non sono poi tanti… La nebbia ci abbandona a Costa Cavalieri, una volta ricompattatici (e per questo ringrazio tantissimo Marco che mi ha aiutato parecchio a gestire il gruppo) io anticipo tutti e con una vera volata scavalco i 300m di Fortunago alta. Si arriva veloci dalla discesa precedente e l’ inizio in pavée vola via per inerzia, poi la strada si impenna al 13% e lì bisogna cambiare e spingere sino al tornante nel quale la velocità crolla, rendendo necessaria una feroce ripartenza per rilanciarsi sino ai metri finali.
Mi sistemo per delle fotografie ed un minutino dopo comincio ad udire sinistri rumori di catene e cambi che mi fanno temere incidenti meccanici, dal tornante spunta lo scattista Marco che batte tutti, poi Giulio ed Andrea C e poi tutti gli altri a seguire. Divertentissimo, però il fatto di conoscere questo strappetto e di approcciarlo davanti è fondamentale, lo spazio per i sorpassi è minimo e la strada troppo breve per attuare una vera selezione.

Decidiamo di scendere a valle passando per il muro di Fortunago, 1200m con pendenza media del 13% su strada larga e ben tenuta, l’ inizio è ripido, poi usciamo dal boschetto e ci troviamo davanti un autentico muro che ci fa sentire dei piccoli Felix Baumgartner in picchiata verso la parte bassa di Borgoratto Mormorolo.
La ripartenza in valle è un momento carico di tensione, d’ora in poi può accadere di tutto col gruppo che potrebbe scendere tranquillo o con continui attacchi per arrivare primi a Casteggio… Per fortuna nessuno scatta e riusciamo a rimanere tutti e 9 assieme in questo tratto di discesa, riusciamo (finalmente) a darci cambi regolari mantenendo una buona velocità senza mettere in difficoltà alcuno. Furbescamente il mio cambio lo do nel tratto di discesa prima di Borgo Priolo, così da riaccodarmi senza fatica, per il resto viaggiamo agevoli a circa i 42 orari evitando le numerose buche e crepe presenti nella parte destra della carreggiata e prendendo il giusto bivio per Casteggio col sottoscritto in testa che indirizza il gruppo nella strada che ci riporta in paese, quella che separa le colline dalla pianura.
Praticamente è finita, mancano giusto un paio di chilometri con la salita a Casteggio alta per evitare il centro ed il falsopiano finale sino all’ azienda “Flli Guerci” che ci sta aspettando per la merenda degustativa finale.
Arriviamo in perfetto orario, alle 15:30 esatte come preventivate dopo 96km e 1650km (esattamente come preventivato), ma con una media finale pedalata che mai mi sarei aspettato, diversi di noi segnalano i 25.1khm totali e pensare che i tratti in valle sono stati tutti tranquilli!

Il giro è finito, io sono contentissimo per come è andato ed ora ci manca solo il finale: la merenda con degustazioni. Essendo il “giro dei vigneti” ed essendo l’ Oltrepò pavese una delle zone a maggior vocazione viticola d’Italia mi fa molto piacere far conoscere una parte dei nostri vini tipici a tutti, specie a chi qua è solo di passaggio. Per questo ci sarà l’ altrettanta importante 3° parte, con anche i commenti di tutti i partecipanti :)

Panoramica strada del gruppo al bar di S.Maria della Versa: Massimo, Mike, Christian, Andrea V e Paolo

Salendo agevoli verso Rovescala nella foschia (foto di Andrea C)

Panorama da Montecalvo Versiggia

Marco vince lo strappo di Fortunago

Andrea V a Fortunago

Un “po’” di nebbia verso Costa Cavalieri (foto di Andrea C)

Giro cicloenologico dell’ Oltrepò (28 luglio)

il 08/07/2012 · Commenti disabilitati su Giro cicloenologico dell’ Oltrepò (28 luglio)

Giro rinviato a sabato 28 per motivi organizzativi. Rimane sempre un’ ottima occasione per un bel giro non competitivo in compagnia e per imparare quando il “vino è vino”, con la speranza che quando tornerete a casa saprete le differenze tra una bottiglia direttamente dal produttore rispetto ad una dello stesso prezzo al supermercato.

 

Nell’ immaginario collettivo l’ Oltrepò pavese è una terra conosciuta principalmente per un motivo: il vino. Il più famoso è la Bonarda, ma ci sono altre tipologie molto meritevoli che non tutti conoscono, come il Pinot nero, Barbera, Riesling ed alcuni mix di uve molto ben riusciti come Buttafuoco e Sangue di Giuda.
Dove c’è vino c’è anche collina, vigneti e paesi arroccati coi loro castelli che dominano la pianura, questo itinerario vuole mostrare tutti gli aspetti del territorio con un interessante percorso ricco di salita pedalabile, ottimi panorami e con 3 soste enologiche in cui 3 produttori ci insegneranno i pregi di questa terra e dei suoi prodotti con degustazioni guidate.
Per chi è già venuto a qualcuno dei miei giri sa di cosa si tratta, queste giornate di bicicletta vengono vissute come gite di gruppo con percorsi interessanti, l’ andatura è libera ma ci si ricompatta in cima ed il percorso non è mai banale. In più ci sono anche le degustazioni per conoscere i nostri vini, rifocillarsi e riposarsi dal caldo estivo.

IL PERCORSO:
Si parte dall’ azienda agricola Albani verso S.Biagio di Casteggio, un bivio a destra all’ inizio della salita di Montalto pavese. L’ inizio è in discesa (tanto fa caldo), poi comincia la salita verso Montalto pavese, la quale richiede un minimo di impegno solo nella prima parte per poi proseguire in falsopiano. Raggiunto il paese si svolta a sinistra in direzione Oliva Gessi scendendo su una strada recentemente riasfaltata, un ulteriore bivio ci porta verso Mornico Losana, un variopinto paese che ci osserverà lungo tutta la facile salita. Qui ci sarà la prima sosta al “Feudo Nico“, un agriturismo con produzione propria dove Massimo ci farà conoscere il Pinot spumante e le differenze tra metodo charmat (autoclave) e classico (fermentazione in bottiglia per almeno 24 mesi).
Una veloce discesa permette di far ripartire la gamba per scalare Pietra de Giorgi, una delle capitali del vino, prima di scendere in pianura a Broni passando per Cigognola. Solo alcuni chilometri di tregua ci separano da una delle salite più conosciute della zona, quella che porta a Canneto pavese, un banco di prova di tutti i ciclisti che vivono al di là del Po, seguiremo il crinale tra valle Scuropasso e Versa e scenderemo a Santa Maria, altra capitale del vino e spumanti, quindi saliremo il primo pezzo verso il passo Carmine deviando per una discesa che ci riporterà in valle Scuropasso.
In Oltrepò collinare non conosciamo la pianura, la prossima salita ci porterà nuovamente a Montalto pavese, a metà della successiva discesa ci sarà la seconda sosta all’ azienda “Finigeto” gestita dal 26enne Aldo che ci farà degustare la “bandiera d’ Oltrepò” Bonarda ed il piemontese Moscato che anche qui da ottimi risultati.
Riprenderemo in discesa ed un lungo falsopiano passante per Borgo Priolo ci riporterà a Casteggio, dove ci aspetterà l’ arrivo in salita da Albani. Al “vincitore” spetterà il primo assaggio di Barbera che ha trovato a Casteggio un ottimo terreno, al resto del podio invece l’ onore di essere i primi a degustare un dissetante Riesling, ma ovviamente per tutti ci sarà il brindisi con questi altri 2 ottimi vini per festeggiare (spero) un’ ottima e riuscita giornata.

Il tracciato: http://tracks4bikers.com/tracks/show/100188 (80km, 1550m di dislivello)

INFORMAZIONI:
Il ritrovo è alle ore 10:00 di Sabato 28 Luglio all’ az. agr. Albani, sulla strada per S. Biagio di Casteggio. Spero di poter mettere un paio di semplici segnalazioni, in ogni caso ci sono dei cartelli (oppure seguire le indicazioni per Guerci, si trova 1km prima sulla stessa strada). La partenza è alle ore 10:30, l’ arrivo previsto per le 15:30/16:00.
QUOTA DI ISCRIZIONE: 10€ tutto compreso da consegnarmi al ritrovo (magari fosse tutto gratis!). Per astemi o se qualcuno fa solo una parte di giro ci accordiamo al momento.
ACQUISTO: se (come mi auguro) i vini assaggiati saranno di gradimento sarà possibile acquistarli durante le varie soste e riceverli al ritrovo una volta terminato il giro.
ALCOL: qualcuno sicuramente si chiederà se non è pericoloso pedalare dopo aver bevuto. Per esperienza so che comunque con delle semplici degustazioni si rimane sotto al limite di legge di 0.50 e tra una sosta e l’ altra c’è tutto il tempo per recuperare. L’ importante è fare attenzione, ma questa è una regola che vale sempre.
RESPONSABILITA’: non è una gara né una manifestazione ufficiale, ognuno deve considerarsi in giro personale, rispettare il codice stradale ed evitare di esagerare, se finisce in un fosso perché troppo ubriaco non ne posso rispondere personalmente.
CANTINEFeudo Nico a Mornico Losana (Pinot spumanti al km 19),  Finigeto a Cella di Montalto pavese (Bonarda e Moscato al km 62),  fratelli Albani a Casteggio (Barbera e Riesling fermo al km 80).
ISCRIZIONE: Per motivi di logistica le iscrizioni chiudono a 20 persone, chi vuole partecipare è pregato di contattarmi in anticipo
CONTATTI: per domande, curiosità e per avere un contatto personale (numero di cellulare):  [email protected]

In Oltrepò con Emiliano

il 08/12/2011 · Commenti disabilitati su In Oltrepò con Emiliano

27 Novembre
L’ occasione è di quelle che mai avrei pensato di poter raccontare, il mitico Emiliano, profondo conoscitore di tutto l’ arco Alpino occidentale e collezionista di salite oltre i 2000m (se non di passi sterrati che terminano ai bordi di ghiacciai a 3000m di quota) sarà qui a pedalare con me sulle montagnette pavesi che sorgono a sud del Po. Per lui è quasi una violenza l’ adattarsi alle mie basse colline, almeno quanto lo è per me trovarci alle 8:15 a Casteggio per ripetere grossomodo lo stesso giro dei “vigneti d’Oltrepò“.

Il robusto anticiclone rende gelida l’ aria del catino padano, la brina attornia i fossi e un termometro segna allegramente -1°, per fortuna con solo una densa foschia che non desta preoccupazioni. Attraversiamo il mercato ancora semivuoto e cominciamo subito a salire a Mairano, 70m di dislivello che volano sotto le nostre ruote, utilissimi per accumulare quel minimo di calore che ci permette di non congelare nella successiva discesa. Oliva Gessi mostra panorami per me inediti, la parte orientale delle prime colline coltivate a vigna è ancora brinata, l’ altro lato scaldato dal sole produce invece vapor acqueo per sublimazione. In cima ci fermiamo per delle foto, senza prove sarà difficile far credere che Emiliano sia stato qui!
Ai 265m dello scollinamento fa leggermente più caldo, ma in discesa troviamo pure qualche tratto ghiacciato che superiamo con attenzione. Il bello dell’ Oltrepò è che si possono studiare itinerari senza pianura in un continuo alternarsi di paesi e nuove visuali, infatti ora c’è già la 3° salita a Mornico Losana, quella facile che si arrampica dolcemente passando sotto al paese dominato dal castello.
Boffalora o un’ altra salita“? Emiliano non ha dubbi, così dopo una veloce picchiata riprendiamo a salire verso Oliva Gessi, sempre circondati dalle immancabili protagoniste di oggi, le vigne. Questa altura è nettamente più elevata delle precedenti, dai “ben” 430m possiamo già ammirare la cappa di foschia e smog che inonda la pianura e cominciamo a scaldarci con una temperatura quasi decente. La discesa verso Broni ci riporta velocemente alla realtà con freddo e grigio, un po’ di pianura e di pavèe in paese cambiano la pedalata per qualche chilometro prima di quella che è la salita più frequentata dai pavesi: Canneto pavese.

Troviamo “finalmente” un po’ di traffico nel tratto iniziale, ma come usciamo definitivamente dal 3° paese dell’ Oltrepò ritorniamo a pedalare in pace con occasionali scambi di parole od occhiate agli strani effetti visivi che il clima odierno ci regala. La bella discesa verso la valle del vino e dello Spumante, quella del Versa, ci fa finalmente assaporare un po’ di calore prima di un’ altra salita, Montù Beccaria, anche questa con dolci pendenze immerse nei vigneti. Raggiunto il paese abbandoniamo la direttrice Ovest-Est, pedalando finalmente verso le alture più serie che si trovano a sud. Ovviamente serie per il mio punto di vista da amante delle colline, non certo per uno scalatore di razza che però sta gradendo questo continuo salire e scendere.
Manteniamo il crinale ammirando verso est le colline che pian piano si degradano verso il piacentino, sempre più basse e dolci, noi aumentiamo un po’ la quota superando il bivio di Donelasco e scendiamo infine a Santa Maria della Versa dal versante con l’ asfalto migliore.

Entrambi prendiamo la borraccia e beviamo per la prima volta dalla partenza, siamo 2 cammelli anche se io ho bufferizzato alcuni decilitri di h20 prima di partire. Grossomodo siamo a metà giro ed abbiamo ancora 2h40 di tempo, sufficente pure per la deviazione alle orridi di Marcellino. Avviso il mio compare che la successiva salita sarà relativamente trafficata, il passo Carmine è una delle principali strade collinare e sarà normale incrociare 2-3 auto al minuto. Salendo di quota il panorama cambia, i vigneti lasciano spazio a campi e piccoli boschi, superiamo occasionali frazioni disposte lungo la strada e finalmente le quote generali si innalzano rendendo l’ orografia meno dolce. Alla fontana di Montecalvo Versiggia cominciamo finalmente a godere del panorama delle alte quote, il blu Emiliano spunta fuori dal grigio Pedra e il monte Rosa fa capolino dalla immensa cappa di foschia. “Ma così piccolo“? In effetti ha ragione, ma siamo anche abbastanza distanti rispetto al milanese.
Non completiamo l’ ascesa al passo perchè ora ci aspetta quello che alcuni chiamano il “piccolo Stelvio“, che per chi ha avuto l’ onore di scalarlo è un insulto ai mitici stretti tornanti del passo più famoso d’Italia, ma quelle 19 curve a 180° in poco più di 2km di asfalto bello ci esaltano nel disegnare dolci traiettorie verso il territorio Piacentino, con il mio immancabile gioco di parole di Emiliano che inaspettatamente pedala per la prima volta in territorio “Emiliano”. Passiamo a lato del lago artificiale di Trebecco, usato come campo per il tiro a piattello, poi rientriamo in provincia di Pavia per risalire, questa volta veramente, sino ai 610m del passo Carmine, la cima Coppi delle colline viticole.
Mi attardo un attimo per togliere i guanti, fuori dalla nebbiolina fa caldo, ci ritroviamo a metà salita e proseguiamo pari-pari sino al valico dal quale il monte Rosa sembra più vicino, ma soprattutto sembra una grossa isola bianca che galleggia su un mare incolore assieme al suo compare Mischabel. Non si capisce bene, ma sembra di vedere anche il Monviso. Perdiamo quota intervallati da alcune contropendenze, poi a Fortunago abbandoniamo il percorso originale proseguendo verso Schizzola. Il primo pensiero che ho è di aver avuto una buona idea a togliere questo tratto dal “giro dei Vigneti”, sono troppe le buche che ci accompagnano sino all’ inizio della 9° salita giornaliera delle Orridi di Marcellino.
Sono 3km pedalabili, Emiliano finalmente comincia a patire la stanchezza (ma ieri si è sorbito 3000m di dislivello!), ma non c’è nulla di proibitivo e arriviamo ai piedi di questo fantastico fenomeno geologico di arenarie che cadono verticali per oltre 100m. Io rimango ad aspettare sulla strada, ma una volta che si è qui è d’obbligo salire a piedi sino al ciglio e sfidare le vertigini guardando verso il basso. Comincia ad essere un po’ tardi, perciò da Torrazza Coste prendiamo la via più breve per Casteggio superando in agilità l’ ultimo dislivello e con un paio di chilometri di pianura utili per scambiarsi opinioni sulla giornata, fredda e opaca in partenza, calda e colorata quando le quote si sono innalzate, sicuramente dai forti contrasti e con un percorso piuttosto impegnativo per essere Novembre: 100km, 2000m di dislivello.

Il mio compare mi è sembrato soddisfatto, nonostante sia stato lontano dalle sue montagne ha trovato il percorso molto divertente coi suoi continui dislivelli, con panorami interessanti e diverse sorprese, non immaginava che anche delle umili colline potessero regalare tali soddisfazioni!

Ancora avvolti nella foschia fotografiamo le colline da Oliva Gessi (P)

Cigognola vista da Emiliano (che differenza di qualità!) (E)

Emiliano e Pedra alla fontana di Montecalvo Versiggia (E)

Colline e grigiore salendo verso il passo Carmine (E)

Adoro queste foto iper-zoommate. Il Rosa dal Carmine (E)

Le orridi di Marcellino, l’ ultima fatica (P)

Giro dei vigneti d’Oltrepò, 2° tempo

il 28/10/2011 · Commenti disabilitati su Giro dei vigneti d’Oltrepò, 2° tempo

Siamo tutti a Santa Maria della Versa, davanti a noi c’è un pezzo abbondante di passo Carmine, il punto di snodo di tutte le vallate principali della zona collinare della provincia. L’ inizio è abbastanza dolce, poi abbandoniamo la vallata e ci arrampichiamo su una larga strada circondata dagli immancabili vigneti. Si formano 2 gruppetti, da quello dei fuggitivi arriva una voce che mi sprona ad andare tranquillo, in tutta risposta affermo di essere molto tranquillo con la conferma un po’ sprezzante di Massimo (“eh belin, sta dicendo sul serio” o qualcosa di simile). Superiamo Montecalvo Versiggia e poco dopo ci fermiamo al piazzale panoramico di recente costruzione per prendere l’ acqua. La giornata è sempre serena e soleggiata, seppur fresca e con un venticello laterale fastidioso.

Ripartiamo alla spicciolata, passiamo senza fermarci davanti alla famosa casa con il sasso in garage, abitazione nel cui cortile è caduta una roccia alta 5 metri, e proseguiamo sino quasi al bivio della val Tidone e dei famosi 19 tornanti in 2100m che la raggiungono. Squilla il telefono, è Luciano che mi dice di essere con un ragazzo caduto, non sanno se è il caso di portarlo in ospedale e comunque ha rotto completamente la forcella. Non capisco chi sia, ci arrivo per esclusione non vedendo Massimo nonostante una grossa parte del gruppo mi abbia raggiunto, anche se temo per Paolo o Fabio. Ho una reazione abbastanza fredda, però questo non ci voleva, l’ unica soluzione è tornare indietro e decidere il da farsi, sono l’ unico che conosce bene le zone e quello che eventualmente avrebbe meno problemi per degli imprevisti, quelli davanti sanno comunque come tornare a casa…

I chilometri di discesa sembrano non scorrere mai, non sono preoccupato perché se la situazione fosse grave non avrebbero avuto dubbi a chiamare il 118, però c’è qualcosa in più di graffi superficiali ed inoltre senza bicicletta bisogna andare a prenderlo, e qui mi sorgono altri dubbi su come comportarmi, da un lato importante c’è la sua salute, dall’ altro però ci sono persone che hanno fatto molti chilometri per venire in Oltrepò e c’è Elena che è in macchina con Massimo…
La caduta è avvenuta subito dopo la fontana in un tratto di leggera discesa, la dinamica non è molto chiara, dice di essersi distratto mentre si allacciava il gilet, ma credo proprio sia stata una folata improvvisa di vento laterale ad averlo sbilanciato. Con lui ci sono Luciano e Giulio, Maxi sembra aver riportato solo ferite superficiali, ma poi scopro che ha preso un forte colpo al polso che è visibilmente gonfio. Per fortuna una signora che abita lì lo ha soccorso e rimanendo in cortile siamo tutti molto più comodi, secondo noi è solo una forte botta, in realtà scopriremo trattarsi di una frattura scomposta del radio, una tragedia per un bravo chitarrista come lui… Che dire, auguri di totale e veloce recupero!
La sorte sorride a me in qualità di organizzatore, da Genova stanno venendo suo padre e suo fratello a prenderlo ed un gentilissimo signore che ha assistito alla caduta dalla macchina si offre di portarlo assieme alla bici sino a Casteggio, così da permettere a me di continuare il giro e a lui di tornare prima, visto che il ritrovo è abbastanza lontano da qui e per i parenti sarebbe difficile arrivare sino a qui.

Montata la bici in auto salutiamo e ripartiamo, gli altri ci stanno aspettando in un bar a Pometo e a noi 3 spettano alcuni chilometri di salita facile per raggiungerli. Dopo un chilometro rischio lo stesso medesimo incidente di Massimo, mentre mi slaccio il gilet sbando e la mia ruota sfiora quella di Giulio che mi guarda con aria preoccupata, solo una spanna mi separa dall’ assaggiare l’ asfalto…
L’ accordo era di trovarci al Carmine, ma sorpassiamo un gruppo sornione che sta lentamente rimettendosi in moto fuori dal bar, “su su dai forza!” è quel che simpaticamente dico in fase di sorpasso. La tabella di marcia è ormai sforata, l’ unico modo per rientrare nei tempi è tagliare la val Tidone ed è così che ci ritroviamo sulla “cima Coppi” dell’ Oltrepò viticolo, dall’ alto dei 610m del passo Carmine vediamo la pianura, il monte Penice, l’ immancabile Montalto pavese il cui castello si vede da ovunque e pure la cima del monte Rosa che spunta sopra la foschia.

Seguiamo il crinale verso Fortunago con l’ obbligatoria salitella che precede Costa Cavalieri, poi al bivio per Borgo Priolo decidiamo di scendere per la via standard, con una serie di divertenti curve parzialmente riasfaltate ci porta dolcemente a Borgoratto Mormorolo, dove veniamo rallentati dalla festa del paese che ha portato sulle nostre colline un numero insperato di persone. Aspettando gli altri faccio un giro della piazza per scroccare una fetta di torta, così adesso sono io ad essere aspettato, ma è questione di poco tempo e ripartiamo tutti mentre ancora sto masticando. A discesa ormai finita sento il telefono squillare, penso sia Massimo ed invece è Christian che, liberatosi dagli impegni, ci sta aspettando a Fortunago, dove purtroppo non siamo passati. Ci troverà al parcheggio, però intanto gli altri non mi hanno mica aspettato e per raggiungerli mi metto in posizione da cronoman con le braccia distese sulle manopole dei freni, la catena che scivola verso i rapportini e la velocità che si alza, ma da lontano osservo loro darsi cambi regolari ed è solo a Borgo Priolo che recupero qualche ritardatario, raggiungendo il gruppone solo grazie ad un provvidenziale semaforo rosso. “Se Pedra non ci ha raggiunti vuol dire che andavamo veramente forte” è il commento di Fabio :)

Siamo quasi a Casteggio, secondo la planimetria ci aspetterebbe la salitella di Castelfelice che qualcuno vorrebbe fare, ma alla fine prevale la volontà di terminare il giro e permettere ad Elena di tornare a casa con Massimo. Ora ho un’ altra preoccupazione, ci stanno aspettando per una merenda nella parte alta di Casteggio e già mi dispiace di aver detto 17 mentre saremo una decina, se poi proprio non andiamo faccio una figuraccia con gente che ha preso degli impegni per venirci incontro. Salgo sino a Casteggio alta per accertarmi che ci sia parcheggio nel cortile della Certosa e che sia tutto a posto, per fortuna il fatto di essere in meno non è un problema e così scendo per cambiarmi e salutare Mike e Andrea che decidono di tornare casa (la famiglia chiama), fatico un po’ per convincere gli altri a seguirmi, ma alla fine in macchina è un attimo arrivare al luogo. Ci raggiunge pure Christian giusto in tempo per seguirci.

I commenti all’ ingresso della corte settecentesca della Certosa Cantù sono un misto di ammirazione e vergogna, c’è chi si crede imbucato ad un matrimonio, chi si chiede se non sia il caso di portare giacca e cravatta… Ma quanti problemi, tutte le preoccupazioni svaniscono quando un bel e soprattutto ottimo salame di Varzi viene affettato su pezzi di delizioso pane accompagnato con sfiziosi focaccini e soprattutto, dato che il giro si chiama “vigneti d’ Oltrepò“, da superlativo Bonarda che viene letteralmente fatto sparire tra brindisi e doppie o triple porzioni. C’è anche un ottimo spumante, il Cruasé, ma per l’ occasione il rosso è più adeguato. Tutti rimanono soddisfatti della merenda, scopro pure che Piero, nonostante potrebbe quasi essere mio nonno, è un ottimo sfidante in un ipotetco “Ubriacatour” e finisce assieme a me le porzioni “della vergona” di salame e nettare rosso e paglierino. I miei complimentissimi Piero, super in bici e super a tavola! Rendo noto che ci si può portare a casa il ricordo di-vino dell’ Oltrepò, c’è chi si preoccupa del prezzo (il che indica l’ alta qualità del prodotto), c’è invece chi spavaldo se ne porta a casa 2 bottiglie (sempre Piero), mentre io e qualcun’ altro ci accontentiamo di una soltanto.
Peccato per il contrattempo e peccato che altri scopriranno cosa si sono persi solo grazie a questo racconto, questa merenda è stata la ciliegina di questa bella giornata di ciclismo, fatica, amicizia e scoperte.
In totale 87km e 1600m di dislivello, comunque un giro non banale.

Prima delle fotografie voglio ringraziare alcune persone:
Paolo Massone di Vini Bellaria, lo sponsor che ci ha offerto la merenda e produttore di un vero Bonarda d’ Oltrepò
Francesco Preti dell’ associazione albergatori Oltrepò per il supporto e per l’ offerta di sconti, chissà che in futuro non si organizzerà addirittura una 2 giorni oltrepadana?
Il gestore della Certosa Cantù per il servizio e per la merenda
Ultimo e non meno importante c’è Sergio Casellato, mi ha aiutato parecchio a gestire il gruppo
Ed ovviamente tutti i partecipanti! Alla prossima, ciao!

La frana nel cortile


Il monte Rosa a sinistra e Montalto Pavese al centro visto dal passo Carmine


Il Bonarda è già seccato :)

Da sinistra Paolo Negri, Piero, Giulio, Paolo DelVecchio, Luciano dietro a Fabio, Ezio che spunta dal bordo


Giro dei vigneti d’Oltrepò, 1° tempo

il 25/10/2011 · Commenti disabilitati su Giro dei vigneti d’Oltrepò, 1° tempo

Quest’ anno cerco di essere puntuale, ma alle 10:04 ci sono quasi tutti, solo Mike ed Andrea arriveranno qualche minuto più tardi. Marco è bloccato dai postumi influenzali, Elia invece sta per diventare papà. Siamo in 17, c’è anche Sergio che arriva direttamente in bici, io speravo di fare il colpaccio portando una ventina di persone sulle belle colline dell’ Oltrepò coltivate interamente a vite, ma alla fine siamo un bel gruppetto variegato con milanesi, genovesi, varesotti ed un parmense, l’ unico vero nativo del luogo sono io e mi aspetta un bel compito nel dirigere questo gruppo sulle numerose strade del territorio.

Si forma un bel gruppo ancor prima di partire, mille parole volano tra le macchine e le gambe scalpitanti per una scorpacciata di salite. I problemi non tardano a presentarsi, il centro di Casteggio è chiuso per il mercato e fare lo slalom tra la gente è una pessima scelta, perciò devio trovando solo sensi unici e finendo in un parcheggio che almeno, facendomi evitare una figura di m***a colossale, sbocca in una breve gradinata superata con la bici in mano (“non ci facciamo mancare il ciclocross” è il commento di Piero). Ma pare che manchi qualcuno, siamo solo in 11… Fortuna che mi chiama Massimo che assieme agli altri ci ha perso di vista ed ha continuato diritto superando il mercato, vado a recuperarli e dopo una piccola attesa siamo nuovamente in 17. Confesso di prendere una direzione a caso, non conosco benissimo il centro storico che si snoda sulla primissima collina e semplicemente vado verso l’ alto sperando di reimmetermi con facilità sul percorso originario, dopo una partenza a freddo su pendenze impegnative.

Qualcuno si era già preparato a Montalto Pavese, ma invece ora ci aspetta Mairano, facilissima salita di 70m di dislivello che serve a scaldare la gamba in una giornata sì soleggiata, ma ancora abbastanza fresca. Nella stretta discesa incrociamo pure qualche auto d’ epoca, c’è troppo traffico rispetto agli standard oltrepadani, ma arriviamo in fondo tutti senza problemi, con 100m su statale che evitano quel pericoloso bivio cieco che lo scorso anno ha dato qualche grattacapo. I primi metri di Oliva Gessi fanno lamentare qualcuno, ma è giusto quel minimo per scremare il gruppo, trovandomi davanti con Gianluca e Andrea “Pala” al bivio del versante ufficiale. Continuiamo nello stesso modo, i più sportivi davanti e gli altri indietro con Sergio che fa da chiudi gruppo, indispensabile per non perdere pezzi in giro. Stiamo pedalando in pieno Oltrepò, nonostante l’ immensa pianura padana sia a 2km in linea d’ aria il paesaggio è un’ ubriacatura di vigne che disposte in filari formano un paesaggio monotematico ma rilassante.
Ci ricompattiamo e scendiamo verso Torricella Verzate, la strada è strettina e bella, tranne un tratto un po’ rovinato con 20m sterrati, ma nessuno si lamenta. Ora ci aspetta la salita più dura del giorno verso Mornico Losana, con 500m al 10% abbondante dopo altri 1000 tosti. Scatterà la competizione oppure si salirà tranquilli? Dopo il bivio mi rispondo, con questo asfalto bello mi esalto su pendenze a me congeniali e forzo, Pala si arrende mentre Andrea non si vuole staccare dalla mia ruota, solo alla fine della rampa prende qualche metro, ma pure io sono al limite e approfitto di una sosta per delle foto al paesaggio viticolo e al gruppo che sale.

A Mornico Losana non è ancora finita, prendiamo la strada secondaria della Boffalora che ci porta a Pietra de Giorgi e ci regala un paio di strappetti niente male, con qualche lamentela smorzata di chi non si aspettava queste pendenze, quindi arriviamo al paese scollinando verso Cigognola. Avviso tutti delle grosse buche del successivo tratto e faccio da guida rallentando nel punto più critico, superato fortunatamente da tutti senza problemi. A Cigognola sosta acqua prima di ritornare in pianura su una panoramica via che accerchia uno stretto anfiteatro viticolo che osserva un piccolo stagno. Pedaliamo uniti sino a Broni, questo è l’ unico intermezzo piano di tutto il giro, superiamo il pavèe del centro e attacchiamo la famosa salita di Canneto, una delle più conosciute e frequentate dell’ Oltrepò, non dura ma molto continua, con la cittadina che si fa man mano più piccola e lontana e le vigne che ritornano prepotenti a farci da contorno. Assieme a noi sale una donna bionda con rapporti da pianura, più indietro un uomo altrettanto biondo, di probabile origine russa e capacità tali da avergli fatto vincere un giro d’Italia nel 1994… Si, a me sembrava proprio Berzin!
Rischio un incidente aspettando gli altri (in salita il gruppo si allunga molto, ma questo è un bene che permette a tutti di divertirsi), mentre sono attaccato ad un cartello stradale la ruota scorre in un canale e mi fermo per un pelo, rimanendo attaccato al palo ed appoggiando all’ ultimo. Segue altra salita, al bivio di Montescano mi metto a fare da segnale e mando tutti a aff… frontare la bellissima discesa nella vera capitale del vino DOC, la val Versa.
100m di pianura è ciò che ci è concesso prima di Montù Beccaria, salita piuttosto facile ma che vede subito formarsi 2 gruppetti, poi una progressione di Giulio screma il gruppo ritrovandoci infine io e lui a tirare a 25 orari nel tratto finale al 6%. Poco dopo arriva Mike Roche, migliorato molto rispetto allo scorso anno, Andrea e Gianluca che mi dirà “fino ai 19 vi ho seguito, poi ho mollato” e “non ho mai visto un fotografo andare così forte“.
Al bivio tutti mangiano, io ne approfitto per la sosta pipì e per indirizzare tutti nella direzione giusta, mica sperate che la salita sia finita? Segue un tratto sul crinale che il grosso del tempo sale, ad un bivio Gianluca ed altri 2 decidono di comune accordo di tornare indietro e non riescono a salutare il resto del gruppo che riparte prendendoli alla sprovvista. Mi contattano al telefono rendendomi nota la loro decisione, è un peccato e mi spiace, anche se capisco che stiamo sforando la tabella di marcia e di questo passo arriveremo a Casteggio non prima di metà pomeriggio. Massimo, Elena e Sergio rimangono indietro, mi fermo ad aspettarli e mentre tento di contattare Massimo li vedo svoltare nella direzione giusta, per fortuna dato che questa deviazione è un’ aggiunta per ammirare ulteriori collinette al confine Piacentino, dove le quote sono inferiori, l’ orografia più dolce e la coltivazione del vino, se possibile, ancora più intensiva.

La discesa è bella al contrario dell’ altro versante, non abbiamo problemi e ci ritroviamo tutti a Santa Maria della Versa a decidere del nostro pranzo. Siamo a poco più di metà percorso e sono quasi le 14, inizialmente era prevista una sosta, ma vedo che nessuno ha problemi con il cibo e di comune accordo decidiamo di proseguire, al limite ci fermeremo per un caffè al bar della diga della val Tidone, dove lo scorso anno ci siamo trovati molto bene.

Fine 1° parte, la 2° purtroppo non fila via liscia con una caduta che coinvolgerà uno del gruppo…

Il gruppo che arriva ad Oliva Gessi: Elena e ??? davanti, Paolo Negri e Paolo “McOlds” dietro

Vista da Oliva Gessi verso Torricella Verzate e Mornico Losana


Sulla sinistra Cigognola, verso il centro Canneto Pavese


Vigneti e vigneti in val Versa


Foto rubata al gruppo dopo Montù Beccaria. Davanti Andrea “Pala”, Paolo “Mcolds”, Luciano “Luxi”. Dietro non so collegarli a dei nomi (se mi date una mano … :) )


Archivi