Giro nel tortonese, 1° racconto

il 20/04/2013 · Commenti disabilitati su Giro nel tortonese, 1° racconto

Non faccio in tempo a pubblicare l’ evento su Facebook che Andrea V. mi risponde con l’ idea di approfittare del giro per fare scorta di vino da Guerci (a Casteggio), guardacaso io ci sto per andare e ne approfitto per prendergli 6 bottiglie. Vi racconto questo preludio perché gli 11km che separano casa dal punto di incontro a Tortona li faccio con 8kg abbondanti di sovrappeso per portare le bottiglie ad Andrea V, ed è per questa fatica iniziale che dico a tutti di pretendere 30 secondi di abbuono complessivi.
Siamo in 9, quella antipatica presa di posizione rendendo questo giro un “allenamento” ha il pregio di aver formato un gruppo abbastanza omogeneo pronto a battagliare sui 2000m di dislivello che attraversano le colline del tortonese e di Fausto Coppi. I primissimi metri sono dentro Tortona città, ma come ne usciamo ci troviamo immersi in un ambiente in cui il verde di inizio primavera domina sovrano, oggi finalmente c’è una temperatura gradevole e per alcuni di noi è il primo giro in maniche corte. Approcciamo la prima salita ancora in fase di riscaldamento, saliamo compatti ma già questo tratto iniziale conferma che la mia condizione non è ai livelli sperati e che per me oggi sarà impegnativo rimanere davanti, ma anche così va bene, migliorare la forma è uno degli obbiettivi dichiarati della giornata. Verso la fine il gruppo si divide, qualcuno rilascia il freno a mano anticipando di poco gli altri che come me sono titubanti a forzare già da subito. Nel successivo tratto verso Sarezzano parlo con Andrea M, compresi i rulli ha 600km sulle gambe ed è pensieroso su come affrontare questa cavalcata di media collina, ma so che è uno scalatore DOC di 56kg e quando si sale va forte e per questo non avrà problemi. Al primo GPM tento di far vincere Andrea V spingendolo, ma non intuendo le mie intenzioni rimane indietro e alla linea Christian è davanti, suoi sono i primi punti di giornata!

Ci tuffiamo nella bella discesa verso Villaromagnano, una via immersa tra vigneti con due divertenti tornanti ed uno strappo che guarda verso la pianura della valle Scrivia, arriviamo compatti e prendiamo subito a risalire spediti la valle Ossona, davanti c’è già chi fa il ritmo mantenendoci sopra i 30 orari. Quest’ anno cambiamo il sottoversante di Castellania, allungando di 1km con un tratto iniziale al 9%, una contropendenza a Montale Celli in cui incrociamo un funerale (toccatina d’obbligo e chi mi conosce sa che ho verificato la superstizione dei carri funebri), quindi a Costa Vescovato ci ricongiungiamo alla strada dello scorso anno con un ripido tornante in cui Marco attacca, e menomale che non era in forma! La miccia è accesa, nonostante le pendenze abbordabili Christian attacca e Andrea C lo affianca, io rimango agganciato cercando la scia più efficente di Andrea C, ma nonostante l’aiuto morale delle vittorie del Campionissimo scritte sull’ asfalto, non reggo questo ritmo esagerato e mi faccio sfilare, arrivando terzo al GPM del “passo Coppi“. Marco ha bluffato e giunge dopo un po’, ma se già ora andiamo così oggi sarà dura, già sento l’ acido lattico nelle cosce…

Non possiamo non visitare Castellania ed il monumento funebre ai fratelli Coppi, perdiamo di vista Mike ricordando le sue ultime parole “pub, Guinnes, birra” e lo cerchiamo allungando lo sguardo, per fortuna ci ha anticipato solo per un “pit stop” lontano da occhi indiscreti. La visita a Castellania è superficiale, ma lo spirito di uno dei più forti ciclisti di sempre riesce a fare breccia quando ammiriamo estasiati le sue maglie e quelle che tanti campioni gli hanno donato per ricordarlo.
Ora scendiamo e al bivio di S.Agata Fossili arriviamo ben compatti iniziando questa salita in cui l’ ambiente circostante cambia radicalmente: fino a 2km fa c’erano colline aperte, campi e vigne, ora siamo occasionalmente circondati da pareti terrose e bosco che regala un po’ di ombra. Ciclisticamente inizia all’ 8% e pian piano migliora, io come lo scorso anno cerco di fare il ritmo senza esagerare, qui stanno tutti buoni ed arriviamo al valico in 6. Sono ormai lontani i tempi in cui staccavo tutti quando volevo… eppure non sto andando piano, la forma c’è sebbene sia da modellare meglio. Vinco il GPM con l’ inganno (e sarà l’ unico della giornata), poi aspettiamo Sergio che ha perso qualche metro e Marco e Massimo che devono recuperare le capacità perse durante l’ inverno. Come dirà giustamente Massimo, “è da tanto che non faccio un giro duro, ma in fondo si può dire che non sono mai stato decimo:)

Abbandoniamo la strada principale per scendere su una bella secondaria immersa in verdi colline, dalla quale ammiriamo Castellania ed il crinale di Albarasca su cui dovremo salire. Non c’è traffico e sembra di essere lontani anni luce dal casino della valle Scrivia, eppure a pochi chilometri in linea d’aria ci sono la ferrovia, autostrada, outlet e diverse industrie… Un piccolo angolo di paradiso con qualche buca di troppo di cui tanti ignorano l’ esistenza. Ci fermiamo in una piazzetta di Sardigliano, frazione attraversata da strette curve che sfiorano antiche case in pietra, prendiamo acqua da una fontana e qualcuno come Andrea M mi interroga su quanto manchi alla prossima salita. Uhm, ci penso un attimo, ad occhio e croce saranno 18m, max 18,5, il bivio è quello, ma chiamare salita quei 1100m al 6,5% è eccessivo. Nessun attacco nemmeno qui, ma non si può certo dire che stiamo pedalando piano…

Questo pezzo tra campi e piante ai bordi della strada a qualcuno ricorda l’ incubo Montebore dopo il pranzo a Garbagna, per fortuna la salita di Albarasca/Sorli è più abbordabile lungo i suoi 11km. Inizia però dura, ricordo che nel 2012 riuscivo ad affrontare le pendenze quasi del 10% a 12 orari abbondanti, mentre oggi i 13,5 non mi bastano per rimanere assieme al duo Christian/Andrea C che aiutati dai loro pesi da scalatore sfuggono al mio controllo. Poi spiana, vedo i due avanti ma rallento un po’ e Andrea M mi raggiunge ed assieme saliamo sino ad Albarasca, discutendo del giro e ragionando un’ attimo su ciò che ci aspetta, cioè metà salita, la galleria, la val Borbera, Dernice, Guardia e la tirata finale in pianura… meglio per noi risparmiare il fiato ed infatti perdiamo di vista i fuggitivi. Mi fermo per una foto ed Andrea V mi supera, vengo raggiunto pure da Mike ed insieme riprendiamo gli “Andrei” che ci stanno aspettando, arrivando al valico insieme con i vincitori già intenti a rilassarsi.
Il panorama è bello, la giornata è limpida e la neve caduta sino a pochi giorni fa mette in risalto le catene montuose dominate dal vicino monte Giarolo e dal più alto e lontano monte Chiappo. Riunito il gruppo decidiamo il da farsi, c’è l’ idea di fermarsi a Garbagna per un caffè, ma siamo tutti molto dubbiosi (un no, un sì e 7 “è uguale“) per cui tralasciamo questa idea, siamo tutti alimentarmente a posto e non necessitiamo di ulteriore cibo.

Bene, per oggi è tutto, prossimamente la seconda fare in cui succederà l’ imprevedibile… (no non è vero, continuerà solo interessante come la prima fase!)

Monumento funebre ai fratelli Coppi nel loro paesino natale
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A S.Agata Fossili, perché siamo tutti guardando il contachilometri?
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Sosta acqua e cibo a Sardigliano, a 18m dalla salitella successivatortonese_201311

Calanchi dal valico di Sorli, col monte Giarolo in primo piano ed il Chiappo sullo sfondotortonese_201312

Giro del Tortonese, 2° parte

il 31/03/2011 · Commenti disabilitati su Giro del Tortonese, 2° parte

La sosta dura abbastanza, forse troppo, il ritorno all’ aria fresca dell’ esterno è sempre un colpo duro da digerire a stomaco pieno. Bisognerebbe, come dice Piero, ridurre la durata del pranzo, o portandosene tutti da casa oppure approfittando di un banchetto ristoro tipico delle manifestazioni ufficiali (che sarebbe l’ ideale, ma che è fattibile solo con numeri consistenti di partecipanti, non certo 10). Anche così però va bene, abbiamo tutto il tempo di parlare e rilassarci, Celestino prevede la pioggia per le 16:00, ma io so che non pioverà sino alle 18:00 nonostante le nuvole nere che sorvolano il cielo. Alla fine inizierà a piovigginare alle 17, ma la situazione si farà instabile solo dopo le 18, proprio come suggerivo :)
Fortuna che quest’ anno ho raccolto i suggerimenti di molti abolendo la dura salita di Montebore, cambiata con un buon falsopiano che si stacca dalla val Borbera e termina con lo strappetto della galleria di Garbagna, sul quale il gruppo passa compatto ad eccezione del sottoscritto, avvantaggiatosi per tentare senza successo degli scatti fotografici ravvicinati ai visi fintamente affaticati degli altri compagni di viaggio. In discesa rimango bloccato sino a Garbagna da un furgone con un simpatico barboncino impegnato a prendere aria fuori dal finestrino, poi favorito dal vento raggiungo gli altri e mi porto in testa al gruppo a velocità artificiosamente elevate sino al bivio della 3° salita, Avolasca. Di questa asperità proponevo due versanti, quello pedalabile e quello impegnativo con pendenze al 16%, ma vuoi per lo sforzo e vuoi per l’ asfalto che porta dallo scollinamento sino ad Avolasca, tutti deviamo su quei 12 tornanti con pendenze mai dure, che però nulla regalano alle nostre gambe.

Ad Avolasca ci fermiamo nella piazzetta, la giornata grigia regala comunque buoni panorami sulla val Grue, e là dietro alle colline si vedono anche le asperità delle valli Curone e Staffora, completate sullo sfondo dai monti Giarolo, Bogleio e Penice. Tutti si fermano a guardare mentre io e soprattutto Celestino spieghiamo la posizione dei vari paesi e monti, facendo notare Montemarzino (la prima salita), gli orridi di Guardamonte sopra San Sebastiano Curone e Castellaro, dove abbiamo mangiato al “giro della valle Staffora” 2010. Piero si avvantaggia in discesa, ma noi siamo ancora fermi aspettando un’ anima viva che ci scatti la foto di gruppo, rinunciando alla fine alla possibilità di esserci tutti ed accontentandoci di una foto incompleta.
Si scende, ma io vengo obbligato ad una sosta imprevista a causa della telecamera che si sta svitando dal supporto, che mi obbliga a toglierla del tutto ed infilarla nella tasca posteriore. Fatico non poco a recuperare gli altri, fortunatamente conoscono il bivio e si fermano. Celestino e Sergio C tornano indietro, loro vengono da Godiasco ed hanno ancora un bel po’ di km da fare, così come Sergio R che ci saluta assieme agli altri. Non si vede Piero, sarà andato avanti, infatti lo incrociamo poco dopo ad Alpicella, dopo che si era stancato di aspettarci al bivio successivo…
Ora scendiamo nella piccola valle Ossona, una zona molto tranquilla nella quale hanno costruito una bellissima pista ciclabile, che come sempre avviene in Italia resta trascurata e sporca. La discesa da Arpicella è l’ unico punto che non ho ricontrollato, per questo rimango sorpreso in senso negativo quando trovo ben brevi 3 tratti sterrati, ma la spavalderia di Giuseppe nell’ affrontarli mi spinge all’ imitazione e vedo che dietro nessuno ha problemi a rimanere in sella.

A causa dell’ intensificarsi delle nuvole e dell’ orario non anticipato decidiamo un cambio di percorso: niente più visita a Castellania, ma discesa verso Carezzano e Carbonara Scrivia. Saliamo seguendo la pista ciclabile sino al suo termine naturale a Costa Vescovato, poi ritorniamo sulla strada normale e saliamo ancora verso i 388m del “passo Coppi”, un colle più simbolico che reale, sebbene quel punto possa essere effettivamente definito come lo spartiacque con la valle Scrivia. Andiamo giù guardando la pianura tra Tortona e Novi Ligure, passando per Carezzano e Paderna, spaventandoci quando perdiamo di vista i 2 genovesi che sbagliano l’ unica strada presente in paese, ricompattandoci sulla collinetta su cui sorge Carbonara Scrivia ed attraversando infine l’ abitato di Villaromagnano, giusto un piccolo paese nonchè capoluogo della valle.
Ne manca una, Sarezzano via Fonti, e forse è la più facile delle 5. Mi porto in testa al mio ritmo normale, ma quando sento un cigolio alle mie spalle mi giro e trovo un’ ombra gialla che mi segue. Il cigolio della bici di Christian smette poco dopo, ma Massimo rimane alla mia ruota nonostante abbia accelerato il ritmo, e addirittura mi si affianca guardandomi con aria di sfida. Massimo non è Aresius, basta un attimo per trovarci al tratto più duro di Fonti, dove spavaldamente si porta al mio lato spendendo le sue ultime energie, raggiungendo un limite che non gli permette nemmeno di rimanermi a ruota nel discesino successivo che introduce ai metri di dislivello finali. Tenta solo timidamente di seguirmi, ma anch’io ho dovuto faticare non poco per staccarlo!

Pian piano arriviamo tutti e 7, stavolta seguiamo il cartello Tortona (gli altri portavano dall’ altra parte della città, ecco perchè siamo sempre andati dalla parte opposta!) con la picchiata di Sarezzano. Qualcuno comincia già a maledirmi quando vedono uno strappetto dopo la svolta a destra, ma sono 2m di dislivello prima del ripido rettilineo che ci riporta in pianura alle porte di Tortona, sulla stessa strada percorsa all’ andata. Ormai siamo arrivati, non abbiamo preso una goccia di pioggia e confrontando i dati siamo concordi sui 96km di giro e 1600m di dislivello. Piero ci offre una buona caramella, GNaldi propone un giro bergamasco, Massimo quello genovese mentre Elena prende accordi su un altro giro in riviera. Io invece saluto tutti, abito ad 11km che diventano 23 con la salita bis di Berzano, per 125km in tutto.
Grazie a tutti per essere venuti, alla prossima!

Gruppo quasi compatto allo strappo della galleria

Elena e Piero che fanno “Cheese”

Alcuni dei 12 tornanti di Avolasca, salita del giro d’Italia 2010

Non è una foto ai lati B, ma a voi che ammirate il paesaggio

Ezio, Sergio R, Celestino, Elena, Giuseppe, Christian, Sergio C, Massimo. Ed io dietro all’ obbiettivo

Fra non molto i filmati!

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